Il modello di sviluppo distrettuale “classico” sta recentemente attraversando un periodo di crisi e di riorganizzazione interna che ha portato a delle modifiche rilevanti nelle sue caratteristiche costitutive. Al contempo nascono e si sviluppano economie territoriali i cui caratteri sono ancora in via di definizione e che necessitano di accurate e puntuali analisi sul piano conoscitivo. In ogni caso, vi sono una serie di sfide che interessano tanto le aree distrettuali tradizionali che quelle in corso di strutturazione e di consolidamento. In primo luogo, le economie territoriali sono interessate da cambiamenti demografici e generazionali che stanno ostacolando il ricambio sia sul versante imprenditoriale sia quello della forza lavoro specializzata su cui a lungo si è fondata la competitività delle aree distrettuali; allo stesso tempo molte aree distrettuali sono interessate da importanti processi di immigrazione che contribuiscono a loro volta a modificarne l’assetto socio-demografico e la struttura dell’economia locale. In secondo luogo, una sfida importante viene dall’accresciuta competizione internazionale, che ha posto i sistemi produttivi locali in una situazione di ‘territorial regime competition’ con realtà territoriali appartenenti a paesi in via di sviluppo che stanno vedendo crescere rapidamente la loro capacità di offrire nuovi mix di qualità e prezzo estremamente competitivi nei confronti delle imprese europee. A questo processo si aggancia la terza sfida, che è appunto legata alla capacità delle economie locali di perseguire una via alta della competitività basata sul sostegno all’innovazione di prodotto e di processo, anche attraverso la dotazione di beni collettivi a carattere territoriale. In quarto luogo i rapporti con l’esterno, i conseguenti processi di delocalizzazione e di rilocalizzazione di alcune fasi della produzione hanno contribuito a ridisegnare le reti relazionali che caratterizzano i distretti, in un certo senso allungandole e dando maggiore rilevanza ai processi di internazionalizzazione. Infine, la crescente importanza della capacità dei singoli territori di produrre e allocare risorse tangibili e intangibili che possono essere utilizzati dall’intera collettività degli attori economici locali, risorse che sono state recentemente definite come “beni collettivi locali per la competitività”.

Direzione di un’attività di ricerca su “I processi di trasformazione dell’industria “tradizionale” e la strutturazione di economie territoriali “emergenti”. Quali implicazioni di policy per le strategie di intervento territoriale?" / DE VIVO, Paola. - (2013). (Intervento presentato al convegno “I processi di trasformazione dell’industria “tradizionale” e la strutturazione di economie territoriali “emergenti”. Quali implicazioni di policy per le strategie di intervento territoriale?" nel gennaio 2013).

Direzione di un’attività di ricerca su “I processi di trasformazione dell’industria “tradizionale” e la strutturazione di economie territoriali “emergenti”. Quali implicazioni di policy per le strategie di intervento territoriale?"

DE VIVO, PAOLA
2013

Abstract

Il modello di sviluppo distrettuale “classico” sta recentemente attraversando un periodo di crisi e di riorganizzazione interna che ha portato a delle modifiche rilevanti nelle sue caratteristiche costitutive. Al contempo nascono e si sviluppano economie territoriali i cui caratteri sono ancora in via di definizione e che necessitano di accurate e puntuali analisi sul piano conoscitivo. In ogni caso, vi sono una serie di sfide che interessano tanto le aree distrettuali tradizionali che quelle in corso di strutturazione e di consolidamento. In primo luogo, le economie territoriali sono interessate da cambiamenti demografici e generazionali che stanno ostacolando il ricambio sia sul versante imprenditoriale sia quello della forza lavoro specializzata su cui a lungo si è fondata la competitività delle aree distrettuali; allo stesso tempo molte aree distrettuali sono interessate da importanti processi di immigrazione che contribuiscono a loro volta a modificarne l’assetto socio-demografico e la struttura dell’economia locale. In secondo luogo, una sfida importante viene dall’accresciuta competizione internazionale, che ha posto i sistemi produttivi locali in una situazione di ‘territorial regime competition’ con realtà territoriali appartenenti a paesi in via di sviluppo che stanno vedendo crescere rapidamente la loro capacità di offrire nuovi mix di qualità e prezzo estremamente competitivi nei confronti delle imprese europee. A questo processo si aggancia la terza sfida, che è appunto legata alla capacità delle economie locali di perseguire una via alta della competitività basata sul sostegno all’innovazione di prodotto e di processo, anche attraverso la dotazione di beni collettivi a carattere territoriale. In quarto luogo i rapporti con l’esterno, i conseguenti processi di delocalizzazione e di rilocalizzazione di alcune fasi della produzione hanno contribuito a ridisegnare le reti relazionali che caratterizzano i distretti, in un certo senso allungandole e dando maggiore rilevanza ai processi di internazionalizzazione. Infine, la crescente importanza della capacità dei singoli territori di produrre e allocare risorse tangibili e intangibili che possono essere utilizzati dall’intera collettività degli attori economici locali, risorse che sono state recentemente definite come “beni collettivi locali per la competitività”.
2013
Direzione di un’attività di ricerca su “I processi di trasformazione dell’industria “tradizionale” e la strutturazione di economie territoriali “emergenti”. Quali implicazioni di policy per le strategie di intervento territoriale?" / DE VIVO, Paola. - (2013). (Intervento presentato al convegno “I processi di trasformazione dell’industria “tradizionale” e la strutturazione di economie territoriali “emergenti”. Quali implicazioni di policy per le strategie di intervento territoriale?" nel gennaio 2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/576634
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