Da diversi anni a questa parte il gruppo di docenti del Centro Interdipartimentale di Ricerca Urban/Eco porta avanti molteplici ricerche in campo strumentale, coscienti che alcune attrezzature, nel loro esclusivo significato funzionale che costituisce mezzo e mai fine, possono contribuire a migliorare le generali condizioni del rilievo architettonico e ambientale. Il valore scientifico delle procedure coadiuvate dalle tecnologie innovative si preserva, quando si considera sempre prioritario il valore dei contenuti culturali che devono permeare le indagini sulle architetture e sui beni monumentali. L’attenzione è stata posta molto spesso su quali apparecchiature potessero fornire un sostanziale contributo migliorativo non soltanto nell’accuratezza del dato, ma principalmente sulle procedure e quindi sui vincoli generali di ripresa del dato, offrendo in tal modo una condizione di semplificazione delle operazioni di rilevamento. Siamo convinti, infatti, che il tentativo di migliorare i dati raccolti per i rilievi architettonici, archeologici e urbani, solo considerando i problemi di precisione dei dati stessi, sia un errore concettuale e di forma che non costituisce obiettivo prioritario nei problemi da affrontare. Insieme a queste criticità è necessario fondamentalmente rivedere le procedure con cui si compiono i rilievi e gestire le problematiche delle condizioni in cui essi sono effettuati. Le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico hanno determinato nuovi campi applicativi, che ampliano gli orizzonti in cui è possibile definire una maggiore accuratezza dei dati e una più ampia gamma di procedure per l’acquisizione di informazioni altrimenti impossibili da ottenere. Il caso della costa dei Campi Flegrei rappresenta un insieme esemplificativo di beni culturali che difficilmente è riscontrabile in qualsiasi altra parte del pianeta: sperimentare tecniche e procedure innovative sottolinea la volontà - che corrisponde ad una impellente necessità - di appropriarsi di particolari metodologie per conseguire modelli informativi necessari alla tutela del patrimonio archeologico sommerso. Le procedure con cui si eseguono i rilievi subacquei non sono state riviste particolarmente negli ultimi anni: fino a non molto tempo fa, le uniche modalità note erano quelle di effettuare rilevamenti diretti eseguiti solo da subacquei specializzati in grado di assumere dati con strumenti tradizionali e di relativa accuratezza. In tale caso la condizione determinata dall’ambiente sottomarino però limita i risultati, che sono inevitabilmente viziati in termini di accuratezza metrico-dimensionale, da quello che costituisce un impedimento incontrovertibile causato proprio dalla condizione di immersione nell’acqua. La necessità di sviluppare e testare anche nuove procedure sembra pertanto indispensabile. L’occasione di effettuare un’applicazione in campo archeologico subacqueo si è presentata in seguito ad una collaborazione tra il nostro centro di ricerca e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, finalizzata ad effettuare rilievi con procedure avanzate che hanno interessato l’area diffusa dei Campi Flegrei . In tale occasione si è realizzata una dettagliata campagna di rilevamento che in parte ha visto quale oggetto di studio la definizione di un sistema cartografico riguardante il molo fuori terra dell’antico porto romano di Punta Pennata e della struttura in cima alla baia riconosciuta come il faro , e in parte hanno riguardato i rilievi batimetrici sulla sezione del porto romano attualmente sommersa.

Il Sonar Multibeam: tecnologie avanzate per il rilievo archeologico del porto romano di Punta Pennata a Miseno, Napoli / Campi, Massimiliano. - 1:(2013), pp. 116-118.

Il Sonar Multibeam: tecnologie avanzate per il rilievo archeologico del porto romano di Punta Pennata a Miseno, Napoli

CAMPI, MASSIMILIANO
2013

Abstract

Da diversi anni a questa parte il gruppo di docenti del Centro Interdipartimentale di Ricerca Urban/Eco porta avanti molteplici ricerche in campo strumentale, coscienti che alcune attrezzature, nel loro esclusivo significato funzionale che costituisce mezzo e mai fine, possono contribuire a migliorare le generali condizioni del rilievo architettonico e ambientale. Il valore scientifico delle procedure coadiuvate dalle tecnologie innovative si preserva, quando si considera sempre prioritario il valore dei contenuti culturali che devono permeare le indagini sulle architetture e sui beni monumentali. L’attenzione è stata posta molto spesso su quali apparecchiature potessero fornire un sostanziale contributo migliorativo non soltanto nell’accuratezza del dato, ma principalmente sulle procedure e quindi sui vincoli generali di ripresa del dato, offrendo in tal modo una condizione di semplificazione delle operazioni di rilevamento. Siamo convinti, infatti, che il tentativo di migliorare i dati raccolti per i rilievi architettonici, archeologici e urbani, solo considerando i problemi di precisione dei dati stessi, sia un errore concettuale e di forma che non costituisce obiettivo prioritario nei problemi da affrontare. Insieme a queste criticità è necessario fondamentalmente rivedere le procedure con cui si compiono i rilievi e gestire le problematiche delle condizioni in cui essi sono effettuati. Le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico hanno determinato nuovi campi applicativi, che ampliano gli orizzonti in cui è possibile definire una maggiore accuratezza dei dati e una più ampia gamma di procedure per l’acquisizione di informazioni altrimenti impossibili da ottenere. Il caso della costa dei Campi Flegrei rappresenta un insieme esemplificativo di beni culturali che difficilmente è riscontrabile in qualsiasi altra parte del pianeta: sperimentare tecniche e procedure innovative sottolinea la volontà - che corrisponde ad una impellente necessità - di appropriarsi di particolari metodologie per conseguire modelli informativi necessari alla tutela del patrimonio archeologico sommerso. Le procedure con cui si eseguono i rilievi subacquei non sono state riviste particolarmente negli ultimi anni: fino a non molto tempo fa, le uniche modalità note erano quelle di effettuare rilevamenti diretti eseguiti solo da subacquei specializzati in grado di assumere dati con strumenti tradizionali e di relativa accuratezza. In tale caso la condizione determinata dall’ambiente sottomarino però limita i risultati, che sono inevitabilmente viziati in termini di accuratezza metrico-dimensionale, da quello che costituisce un impedimento incontrovertibile causato proprio dalla condizione di immersione nell’acqua. La necessità di sviluppare e testare anche nuove procedure sembra pertanto indispensabile. L’occasione di effettuare un’applicazione in campo archeologico subacqueo si è presentata in seguito ad una collaborazione tra il nostro centro di ricerca e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, finalizzata ad effettuare rilievi con procedure avanzate che hanno interessato l’area diffusa dei Campi Flegrei . In tale occasione si è realizzata una dettagliata campagna di rilevamento che in parte ha visto quale oggetto di studio la definizione di un sistema cartografico riguardante il molo fuori terra dell’antico porto romano di Punta Pennata e della struttura in cima alla baia riconosciuta come il faro , e in parte hanno riguardato i rilievi batimetrici sulla sezione del porto romano attualmente sommersa.
2013
9788874316953
Il Sonar Multibeam: tecnologie avanzate per il rilievo archeologico del porto romano di Punta Pennata a Miseno, Napoli / Campi, Massimiliano. - 1:(2013), pp. 116-118.
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