Alcuni dei centri cittadini costieri del Golfo di Napoli presentano vari tipi di rischi ‘storici’, come quello naturale imputabile alla presenza del vulcano, ma anche di una prassi di intervento che storicamente ha connotato negativamente la crescita e lo sviluppo urbano e paesaggistico. Nonostante si riscontri una notevole complessità delle problematiche che li concernono essi mostrano anche una molteplicità di risorse sia a livello di patrimonio archeologico, architettonico-urbano e paesistico, sia sul piano delle potenzialità legate ad attività locali “storiche” caratterizzandone, dunque, l’identità nel suo complesso. In particolare, il centro di Torre del Greco, il cui territorio comunale confina con i comuni di Portici, Ercolano e di Torre Annunziata, è compreso tra la linea di costa, il mare, ed il Vesuvio; quest’ultimo, poi, costituisce un ‘ingombrante’ quanto forte elemento visivo naturalistico e paesaggistico di grande impatto. Tale centro si presenta, in altre parole, come una ‘porzione’ territoriale in cui vi è una particolare compresenza di spazi naturali, rurali, urbani e periurbani, nonché di paesaggi terrestri e marini, così come la Convenzione Europea del Paesaggio individua tra gli elementi della sua applicazione. Tali elementi sono in pericolo costante e rischiano la frammentazione fisica, come anche quella di tipo immateriale. Questo comune ed il territorio che lo caratterizza, nonché l’insieme di relazioni storiche con i centri limitrofi e con la natura del paesaggio in cui è inserito, si prestano alla verifica di metodi e di proposte per la “sicurezza” del paesaggio inteso, quest’ultimo, come complesso sito urbano, storico e naturalistico. Infatti, caso esemplare di una reiterata mancanza “storica” di un opportuno governo del territorio, delle trasformazioni e delle sue risorse legate alla presenza del patrimonio architettonico, la cittadina – ma non solo questa - presenta una ‘rete’ del rischio funzione di diversi fattori, ancorata alle caratteristiche fisiche-orografiche, geotecniche, sismiche, vulcanico, geografiche, nonché economiche, antropologiche e sociali, prima che ambientali. Il paesaggio di tali territori è messo sovente in crisi da eventi tellurici e dissesti del territorio e da aggressioni e prassi edilizie incompatibili con le caratteristiche del luogo, soggetto, com’è noto, anche al rischio vulcanico. Il territorio, oltre a presentare numerose e molteplici risorse di tipo agrario, territoriale paesistico, ambientale, marittimo, offre una discreta rete di edilizia ottocentesca – rispondente a specifiche tipologie di impianto urbano – di valore ambientale e riferita ad episodi anche autonomi che lasciano individuare frammenti di una civiltà degna di nota e connotanti importanti fasi identitarie di storia di questi siti costieri sospesi tra il mare ed il Vesuvio. Si è senz’altro, in molti casi, oltre la fase di rischio, molto è andato perduto, ma che vi è ancora il rischio della cancellazione delle sue persistenti potenzialità di cui ancora è possibile apprezzarne la presenza. Nell’ottica di un confronto e di un’azione di sensibilizzazione delle autorità locali una fase preliminare imprescindibile è quella dell’individuazione delle peculiarità del paesaggio e, nello specifico, in stretta relazione con il patrimonio architettonico ed il contesto paesistico che, malgrado tutto, riescono ancora a conferire un aspetto di eccezionale interesse al sito così com’è collocato in posizione centrale del golfo – è possibile vedere Punta Campanella da un lato e Capo Posillipo dall’altro - nonché tra il rilievo vulcanico e l’isola di Capri. Sarebbe auspicabile l’individuazione di diverse scale di rischio del paesaggio urbano e paesistico (rischio relazionale, rischio correlato di contesto, rischi intrinseci e rischi congiunturali allo scopo di individuare una graduatoria delle priorità e dei livelli di intervento). Ciò relazionato ai differenti fattori di autenticità, di identità, di connessione storica e di percezione estetica che connotano le peculiarità del paesaggio. Il contributo, nella sua articolazione di tematiche, intende operare una verifica delle “categorie” di paesaggio nella loro formulazione all’interno dei documenti internazionali che circa nell’ultimo decennio si sono avvicendati, dalla Convenzione Europea del Paesaggio fino alle Raccomandazioni UNESCO del 2011 sui Paesaggi storici urbani.

Perdite e permanenze: sentire il paesaggio tra rischio e potenzialità / Marino, Bianca. - (2013), pp. 135-143.

Perdite e permanenze: sentire il paesaggio tra rischio e potenzialità

MARINO, BIANCA
2013

Abstract

Alcuni dei centri cittadini costieri del Golfo di Napoli presentano vari tipi di rischi ‘storici’, come quello naturale imputabile alla presenza del vulcano, ma anche di una prassi di intervento che storicamente ha connotato negativamente la crescita e lo sviluppo urbano e paesaggistico. Nonostante si riscontri una notevole complessità delle problematiche che li concernono essi mostrano anche una molteplicità di risorse sia a livello di patrimonio archeologico, architettonico-urbano e paesistico, sia sul piano delle potenzialità legate ad attività locali “storiche” caratterizzandone, dunque, l’identità nel suo complesso. In particolare, il centro di Torre del Greco, il cui territorio comunale confina con i comuni di Portici, Ercolano e di Torre Annunziata, è compreso tra la linea di costa, il mare, ed il Vesuvio; quest’ultimo, poi, costituisce un ‘ingombrante’ quanto forte elemento visivo naturalistico e paesaggistico di grande impatto. Tale centro si presenta, in altre parole, come una ‘porzione’ territoriale in cui vi è una particolare compresenza di spazi naturali, rurali, urbani e periurbani, nonché di paesaggi terrestri e marini, così come la Convenzione Europea del Paesaggio individua tra gli elementi della sua applicazione. Tali elementi sono in pericolo costante e rischiano la frammentazione fisica, come anche quella di tipo immateriale. Questo comune ed il territorio che lo caratterizza, nonché l’insieme di relazioni storiche con i centri limitrofi e con la natura del paesaggio in cui è inserito, si prestano alla verifica di metodi e di proposte per la “sicurezza” del paesaggio inteso, quest’ultimo, come complesso sito urbano, storico e naturalistico. Infatti, caso esemplare di una reiterata mancanza “storica” di un opportuno governo del territorio, delle trasformazioni e delle sue risorse legate alla presenza del patrimonio architettonico, la cittadina – ma non solo questa - presenta una ‘rete’ del rischio funzione di diversi fattori, ancorata alle caratteristiche fisiche-orografiche, geotecniche, sismiche, vulcanico, geografiche, nonché economiche, antropologiche e sociali, prima che ambientali. Il paesaggio di tali territori è messo sovente in crisi da eventi tellurici e dissesti del territorio e da aggressioni e prassi edilizie incompatibili con le caratteristiche del luogo, soggetto, com’è noto, anche al rischio vulcanico. Il territorio, oltre a presentare numerose e molteplici risorse di tipo agrario, territoriale paesistico, ambientale, marittimo, offre una discreta rete di edilizia ottocentesca – rispondente a specifiche tipologie di impianto urbano – di valore ambientale e riferita ad episodi anche autonomi che lasciano individuare frammenti di una civiltà degna di nota e connotanti importanti fasi identitarie di storia di questi siti costieri sospesi tra il mare ed il Vesuvio. Si è senz’altro, in molti casi, oltre la fase di rischio, molto è andato perduto, ma che vi è ancora il rischio della cancellazione delle sue persistenti potenzialità di cui ancora è possibile apprezzarne la presenza. Nell’ottica di un confronto e di un’azione di sensibilizzazione delle autorità locali una fase preliminare imprescindibile è quella dell’individuazione delle peculiarità del paesaggio e, nello specifico, in stretta relazione con il patrimonio architettonico ed il contesto paesistico che, malgrado tutto, riescono ancora a conferire un aspetto di eccezionale interesse al sito così com’è collocato in posizione centrale del golfo – è possibile vedere Punta Campanella da un lato e Capo Posillipo dall’altro - nonché tra il rilievo vulcanico e l’isola di Capri. Sarebbe auspicabile l’individuazione di diverse scale di rischio del paesaggio urbano e paesistico (rischio relazionale, rischio correlato di contesto, rischi intrinseci e rischi congiunturali allo scopo di individuare una graduatoria delle priorità e dei livelli di intervento). Ciò relazionato ai differenti fattori di autenticità, di identità, di connessione storica e di percezione estetica che connotano le peculiarità del paesaggio. Il contributo, nella sua articolazione di tematiche, intende operare una verifica delle “categorie” di paesaggio nella loro formulazione all’interno dei documenti internazionali che circa nell’ultimo decennio si sono avvicendati, dalla Convenzione Europea del Paesaggio fino alle Raccomandazioni UNESCO del 2011 sui Paesaggi storici urbani.
2013
9788820763411
Perdite e permanenze: sentire il paesaggio tra rischio e potenzialità / Marino, Bianca. - (2013), pp. 135-143.
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