Il libro tratta del rapporto simbiotico che lega ricerca e progetto e di come, questa condizione, caratterizzi la disciplina. Il filo rosso che lega i diversi contributi è la convinzione che la ricerca nel campo della progettazione ambientale si articoli secondo percorsi disomogenei, passando continuamente dall’ambito della investigazione teorica a quella della sperimentazione sul campo, dall’innovazione nelle procedure a quella della gestione delle risorse, mantenendo vivo il dibattito tra saperi, scale di progetto e realtà geografiche differenti. Si insiste, in particolare, su tre elementi di riflessione che definiscono il denominatore comune degli interventi proposti. In primo luogo la capacità di integrazione tra saperi diversi, carattere di assoluta riconoscibilità del progetto ambientale e oggetto di un dibattito ininterrotto. La interdisciplinarietà del progetto è oggi divenuta metodo. E’ condizione indispensabile del programma di lavoro, luogo di interazione e di proposizione creativa e, contemporaneamente, momento di verifica e di confronto serrato tra le possibili alternative. La seconda caratteristica che accomuna i contributi del libro riguarda la capacità di organizzare il momento della conoscenza secondo obiettivi strategici, articolati attraverso un processo di progressiva selezione/ acquisizione delle informazioni che investe in modo trasversale e a-scalare tutte le fasi dell’intervento. Una terza condizione, infine, è il comune intendere il progetto come effettiva opportunità di tutela attiva del territorio, in un approccio “site specific” che vede in primo piano le qualità del sito, la unicità delle sue forme, le prestazioni dell’abitare ad esso collegate e le potenzialità di trasformazione dello stesso secondo criteri di compatibilità con la natura intrinseca del luogo e con il programma di funzioni che si vuole realizzare. Il “progetto di suolo” (Secchi, 1986) come vis cogendi – “creatività e progettualità del vincolo” (Minimmi, cap.2) - attraverso cui disciplinare gli usi del suolo, norma interna al progetto stesso, specchio della memoria dei luoghi, delle analisi realizzate e di una coscienza del mutamento sensibile alla vocazione di sviluppo del luogo.

La meraviglia e la fatica di guardare oltre. Cronache di un progetto culturale tra ricerca, professione e didattica / Rigillo, Marina. - (2013), pp. 13-27.

La meraviglia e la fatica di guardare oltre. Cronache di un progetto culturale tra ricerca, professione e didattica

RIGILLO, MARINA
2013

Abstract

Il libro tratta del rapporto simbiotico che lega ricerca e progetto e di come, questa condizione, caratterizzi la disciplina. Il filo rosso che lega i diversi contributi è la convinzione che la ricerca nel campo della progettazione ambientale si articoli secondo percorsi disomogenei, passando continuamente dall’ambito della investigazione teorica a quella della sperimentazione sul campo, dall’innovazione nelle procedure a quella della gestione delle risorse, mantenendo vivo il dibattito tra saperi, scale di progetto e realtà geografiche differenti. Si insiste, in particolare, su tre elementi di riflessione che definiscono il denominatore comune degli interventi proposti. In primo luogo la capacità di integrazione tra saperi diversi, carattere di assoluta riconoscibilità del progetto ambientale e oggetto di un dibattito ininterrotto. La interdisciplinarietà del progetto è oggi divenuta metodo. E’ condizione indispensabile del programma di lavoro, luogo di interazione e di proposizione creativa e, contemporaneamente, momento di verifica e di confronto serrato tra le possibili alternative. La seconda caratteristica che accomuna i contributi del libro riguarda la capacità di organizzare il momento della conoscenza secondo obiettivi strategici, articolati attraverso un processo di progressiva selezione/ acquisizione delle informazioni che investe in modo trasversale e a-scalare tutte le fasi dell’intervento. Una terza condizione, infine, è il comune intendere il progetto come effettiva opportunità di tutela attiva del territorio, in un approccio “site specific” che vede in primo piano le qualità del sito, la unicità delle sue forme, le prestazioni dell’abitare ad esso collegate e le potenzialità di trasformazione dello stesso secondo criteri di compatibilità con la natura intrinseca del luogo e con il programma di funzioni che si vuole realizzare. Il “progetto di suolo” (Secchi, 1986) come vis cogendi – “creatività e progettualità del vincolo” (Minimmi, cap.2) - attraverso cui disciplinare gli usi del suolo, norma interna al progetto stesso, specchio della memoria dei luoghi, delle analisi realizzate e di una coscienza del mutamento sensibile alla vocazione di sviluppo del luogo.
2013
9788863425796
La meraviglia e la fatica di guardare oltre. Cronache di un progetto culturale tra ricerca, professione e didattica / Rigillo, Marina. - (2013), pp. 13-27.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Rigillo_Introduzione_oltre la siepe.pdf

solo utenti autorizzati

Licenza: Non specificato
Dimensione 3.9 MB
Formato Adobe PDF
3.9 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/573088
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact