Nella monografia Kultur. Zur Karriere eines sozialwissenschaflichen Begriffs (2006) Gehrard Hauck registra l'attuale tendenza ad attribuire connotazioni razzistiche al concetto di cultura e ne individua la condizione di possibilità nell’idea d'un carattere essenzialistico o sostanzialistico delle diverse culture, idea che – in maniera ora latente ora palese – impronta di sé interi settori del dibattito novecentesco. Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, Hauck rileva il compattarsi di un ampio fronte “costruttivistico” nell'ambito della teoria della cultura e, con una rapida quanto lucida osservazione, riconosce il prototipo di questa diversa impostazione nelle analisi di Max Weber sulla nozione di “comunità etnica” (1910-1913). Il saggio riprende e approfondisce questo tema mostrando come le articolate pagine di Weber contengano spunti preziosi al fine di mettere in luce tutte le implicazioni della connessione evidenziata da Hauck tra l’odierna nozione di “cultura” e la vecchia nozione di “razza”: una connessione che, pur essendo scientificamente screditata dalle convergenti critiche anti-sostanzialistiche del costruttivismo, permea con forza e a vari livelli i nostri modi di sentire e il discorso pubblico che li riflette. Più specificamente, il saggio mostra come l'impietosa dissoluzione critica della nozione di “comunità etnica” (del suo fondamento sostanziale e della sua determinatezza concettuale) coincida in Weber con l’analisi della convinzione soggettiva che ne costituisce il nucleo, della quale egli indaga la genesi, la funzione e la capacità di incidenza sul processo storico. Per questo motivo il modo in cui Weber analizza la nozione di “comunità etnica” può risultare utile anche per coloro che oggi pongono giustamente in rilievo la necessità che la riflessione filosofica interculturale e/o transculturale non rimanga fin dall’inizio intrappolata nella presunta ovvietà di una nozione sostanzialistica e olistica della cultura e delle culture. A chi si pone in quest’ottica l’impostazione di Weber ricorda che la critica scientifica più radicale di fenomeni che si presumono unitari (ieri l’appartenenza alla propria razza, oggi l’appartenenza alla propria cultura) non deve mai andare disgiunta dal compito di indagare l’origine di tale presunzione (i suoi “materiali di costruzione”), la ramificazione di problemi che essa nasconde e la sua valenza performativa nella connessione complessiva della situazione data.

“Substanzialismus” und “Konstruktivismus” in der zeitgenössischen Debatte über die Kulturen: Randbemerkungen in Anlehnung an Webers Begriff der “ethnischen Gemeinschaften” / Massimilla, Edoardo. - (2013), pp. 111-138.

“Substanzialismus” und “Konstruktivismus” in der zeitgenössischen Debatte über die Kulturen: Randbemerkungen in Anlehnung an Webers Begriff der “ethnischen Gemeinschaften”

MASSIMILLA, EDOARDO
2013

Abstract

Nella monografia Kultur. Zur Karriere eines sozialwissenschaflichen Begriffs (2006) Gehrard Hauck registra l'attuale tendenza ad attribuire connotazioni razzistiche al concetto di cultura e ne individua la condizione di possibilità nell’idea d'un carattere essenzialistico o sostanzialistico delle diverse culture, idea che – in maniera ora latente ora palese – impronta di sé interi settori del dibattito novecentesco. Tuttavia, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, Hauck rileva il compattarsi di un ampio fronte “costruttivistico” nell'ambito della teoria della cultura e, con una rapida quanto lucida osservazione, riconosce il prototipo di questa diversa impostazione nelle analisi di Max Weber sulla nozione di “comunità etnica” (1910-1913). Il saggio riprende e approfondisce questo tema mostrando come le articolate pagine di Weber contengano spunti preziosi al fine di mettere in luce tutte le implicazioni della connessione evidenziata da Hauck tra l’odierna nozione di “cultura” e la vecchia nozione di “razza”: una connessione che, pur essendo scientificamente screditata dalle convergenti critiche anti-sostanzialistiche del costruttivismo, permea con forza e a vari livelli i nostri modi di sentire e il discorso pubblico che li riflette. Più specificamente, il saggio mostra come l'impietosa dissoluzione critica della nozione di “comunità etnica” (del suo fondamento sostanziale e della sua determinatezza concettuale) coincida in Weber con l’analisi della convinzione soggettiva che ne costituisce il nucleo, della quale egli indaga la genesi, la funzione e la capacità di incidenza sul processo storico. Per questo motivo il modo in cui Weber analizza la nozione di “comunità etnica” può risultare utile anche per coloro che oggi pongono giustamente in rilievo la necessità che la riflessione filosofica interculturale e/o transculturale non rimanga fin dall’inizio intrappolata nella presunta ovvietà di una nozione sostanzialistica e olistica della cultura e delle culture. A chi si pone in quest’ottica l’impostazione di Weber ricorda che la critica scientifica più radicale di fenomeni che si presumono unitari (ieri l’appartenenza alla propria razza, oggi l’appartenenza alla propria cultura) non deve mai andare disgiunta dal compito di indagare l’origine di tale presunzione (i suoi “materiali di costruzione”), la ramificazione di problemi che essa nasconde e la sua valenza performativa nella connessione complessiva della situazione data.
2013
“Substanzialismus” und “Konstruktivismus” in der zeitgenössischen Debatte über die Kulturen: Randbemerkungen in Anlehnung an Webers Begriff der “ethnischen Gemeinschaften” / Massimilla, Edoardo. - (2013), pp. 111-138.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/567686
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact