Ripensare l’Italia muovendo dalla sua geografia, dallaforma e dalle caratteristiche proprie del suo stesso territorio, non solo in termini topografici, climatici e naturali, ma anche in termini di patrimonio costruito, può suggerire nuove forme e nuove opportunità per abitare il Paese. Da questa sorta di ripetitività ‘virtuosa’ è possibile muovere per riconoscere anche i segni dell’ab- bandono, perché l’Italia è anche un paese di abbandoni, di rovine, di macerie, ed in taluni casi anche queste collaborano all’identità contemporanea di parti del territorio. Resti che sono lì da decenni, esiti di catastrofi naturali, di paure, di desideri di migliorare la qualità della propria vita. Ampliare lo sguardo a valle di questo riconoscimento di senso e di valore aiuta ad andare avanti, come sempre spinti dal passato. Non è all’Italia da cartolina che ci si vuole riferire, quanto al Paese fatto da oltre ottomila comuni, più frazioni e simili, luoghi talvolta di struggente bellezza, talvolta poveri ed anche squallidi, laddove l’abusivismo e la superfetazione sono diventati il segno distintivo. I processi di “nascita, trasformazione e morte di un centro abitato” segnano in modi diversi queste realtà, a volte completamente abbandonate e dirute, a volte semidirute ed ancora abitate, segnate dal tempo, dalle generazioni,dallepossibilitàeconomiche e dalla composizione sociale degli abitanti.
Paesi luoghi dell'identità italiana / Santangelo, MARIA ROSARIA. - 01:(2013), pp. 158-161.
Paesi luoghi dell'identità italiana
SANTANGELO, MARIA ROSARIA
2013
Abstract
Ripensare l’Italia muovendo dalla sua geografia, dallaforma e dalle caratteristiche proprie del suo stesso territorio, non solo in termini topografici, climatici e naturali, ma anche in termini di patrimonio costruito, può suggerire nuove forme e nuove opportunità per abitare il Paese. Da questa sorta di ripetitività ‘virtuosa’ è possibile muovere per riconoscere anche i segni dell’ab- bandono, perché l’Italia è anche un paese di abbandoni, di rovine, di macerie, ed in taluni casi anche queste collaborano all’identità contemporanea di parti del territorio. Resti che sono lì da decenni, esiti di catastrofi naturali, di paure, di desideri di migliorare la qualità della propria vita. Ampliare lo sguardo a valle di questo riconoscimento di senso e di valore aiuta ad andare avanti, come sempre spinti dal passato. Non è all’Italia da cartolina che ci si vuole riferire, quanto al Paese fatto da oltre ottomila comuni, più frazioni e simili, luoghi talvolta di struggente bellezza, talvolta poveri ed anche squallidi, laddove l’abusivismo e la superfetazione sono diventati il segno distintivo. I processi di “nascita, trasformazione e morte di un centro abitato” segnano in modi diversi queste realtà, a volte completamente abbandonate e dirute, a volte semidirute ed ancora abitate, segnate dal tempo, dalle generazioni,dallepossibilitàeconomiche e dalla composizione sociale degli abitanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.