L’obiettivo di questo scritto è di tentare di far vedere come i tre termini annunciati nel titolo - architettura, ragione e realtà - non solo siano intimamente connessi e implicanti ma anche siano da intendersi quali aspetti di un medesimo problema: la conoscenza e la trasformazione di tutto ciò che ci circonda. Una conoscenza e un mutamento efficiente di quello, che in termini sintetici, si può chiamare il “mondo esterno”, la “natura”, il “mondo della vita”, la Lebenswelt. L’occasione di tale riflessione è offerta dalla mostra “nuovo realismo e architettura della città” che in questo volume si presenta e si documenta in cui - partendo da cinque città/metropoli europee e individuando una trentina di architetture realizzate - si vorrebbe, in termini concreti e visibili, dimostrare la (solo apparentemente) ovvia constatazione che l’architettura, nel suo farsi e nella sua materialità ilemorfica, trasforma e determina - in un modo del tutto distinto dalle altre arti - il nostro spazio fisico, l’ambiente che ci circonda e in definitiva la “scena fissa” della nostra vita.
Architettura, ragione, realtà /Architecture, reason, reality / Capozzi, Renato. - (2013), pp. 49-63.
Architettura, ragione, realtà /Architecture, reason, reality
CAPOZZI, RENATO
2013
Abstract
L’obiettivo di questo scritto è di tentare di far vedere come i tre termini annunciati nel titolo - architettura, ragione e realtà - non solo siano intimamente connessi e implicanti ma anche siano da intendersi quali aspetti di un medesimo problema: la conoscenza e la trasformazione di tutto ciò che ci circonda. Una conoscenza e un mutamento efficiente di quello, che in termini sintetici, si può chiamare il “mondo esterno”, la “natura”, il “mondo della vita”, la Lebenswelt. L’occasione di tale riflessione è offerta dalla mostra “nuovo realismo e architettura della città” che in questo volume si presenta e si documenta in cui - partendo da cinque città/metropoli europee e individuando una trentina di architetture realizzate - si vorrebbe, in termini concreti e visibili, dimostrare la (solo apparentemente) ovvia constatazione che l’architettura, nel suo farsi e nella sua materialità ilemorfica, trasforma e determina - in un modo del tutto distinto dalle altre arti - il nostro spazio fisico, l’ambiente che ci circonda e in definitiva la “scena fissa” della nostra vita.File | Dimensione | Formato | |
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