Il lavoro riporta i risultati di uno studio finalizzato alla valutazione delle performance analitiche di un test di screening on-site, scelto tra quelli commercialmente disponibili sulla base delle caratteristiche tecniche fornite dal costruttore. Il disegno sperimentale ha previsto per ciascuna delle sostanze stupefacenti tabulate dalla normativa (cocainici, oppiacei, metadone, amfetamina, metamfetamina, MDMA, buprenorfina, cannabinoidi) l’analisi in triplicato di tre campioni urinari, preparati a partire da urine di tre soggetti non dediti all’uso/abuso di sostanze stupefacenti, addizionate di volta in volta con uno degli otto analiti a tre livelli di concentrazione (una corrispondente al valore di cut-off tabulato e gli altri a concentrazioni superiori). In totale lo studio ha previsto l’analisi di N = 216 campioni (3urine x 3concentrazioni x 3replicati x 8droghe). Ciascun campione è stato successivamente quantificato mediante gas cromatografia/spettrometria di massa, utilizzata quale metodica di riferimento. Le performance del test di screening sono state valutate in termini di sensibilità diagnostica (VP/(VP+FN) * 100), specificità (VN/(FP+VN) * 100) ed accuratezza ((VP+VN)/(VP+VN+FP+FN)*100). Sulla base dei risultati ottenuti è possibile affermare che i risultati falsamente positivi all’analisi di screening ottenuta mediante utilizzo di dispositivi immunochimici è attribuibile i)alla non specificità per singolo analita dei test; ii)ad errori di esecuzione del test e/o di interpretazione del risultato da parte dell’analista; iii)alla scelta dei cut-off analitici, in tutti quei casi in cui la sostanza d’abuso è effettivamente presente nel campione esaminato, ma in concentrazione inferiore rispetto al del cut-off stabilito. I problemi analitici connessi con l’esecuzione dei test di screening on-site e l’inaccuratezza delle determinazioni quando gli analiti siano presenti in concentrazioni prossime al cut-off, pongono nuovi interrogativi sulla veridicità delle percentuali di positività emerse, intorno all’1% contro un valore atteso tra il 3-5% (e calcolato sulla base della percentuale di lavoratori tra la popolazione dedita all’uso di sostanze stupefacenti).

Criticità e limiti dei metodi di screening immunochimici per la determinazione di sostanze psicotrope in lavoratori addetti a mansioni a rischio / Pieri, Maria; Miraglia, N.; Basilicata, P.; Settembre, V.; Acampora, Antonio; Sannolo, N.. - STAMPA. - (2013). (Intervento presentato al convegno 30° Congresso Nazionale di Igiene Occupazionale dell’Associazione Italiana Igienisti Industriali tenutosi a Maranello (MO) nel 26-28 Giugno 2013).

Criticità e limiti dei metodi di screening immunochimici per la determinazione di sostanze psicotrope in lavoratori addetti a mansioni a rischio

PIERI, Maria
;
Basilicata P.;ACAMPORA, ANTONIO;
2013

Abstract

Il lavoro riporta i risultati di uno studio finalizzato alla valutazione delle performance analitiche di un test di screening on-site, scelto tra quelli commercialmente disponibili sulla base delle caratteristiche tecniche fornite dal costruttore. Il disegno sperimentale ha previsto per ciascuna delle sostanze stupefacenti tabulate dalla normativa (cocainici, oppiacei, metadone, amfetamina, metamfetamina, MDMA, buprenorfina, cannabinoidi) l’analisi in triplicato di tre campioni urinari, preparati a partire da urine di tre soggetti non dediti all’uso/abuso di sostanze stupefacenti, addizionate di volta in volta con uno degli otto analiti a tre livelli di concentrazione (una corrispondente al valore di cut-off tabulato e gli altri a concentrazioni superiori). In totale lo studio ha previsto l’analisi di N = 216 campioni (3urine x 3concentrazioni x 3replicati x 8droghe). Ciascun campione è stato successivamente quantificato mediante gas cromatografia/spettrometria di massa, utilizzata quale metodica di riferimento. Le performance del test di screening sono state valutate in termini di sensibilità diagnostica (VP/(VP+FN) * 100), specificità (VN/(FP+VN) * 100) ed accuratezza ((VP+VN)/(VP+VN+FP+FN)*100). Sulla base dei risultati ottenuti è possibile affermare che i risultati falsamente positivi all’analisi di screening ottenuta mediante utilizzo di dispositivi immunochimici è attribuibile i)alla non specificità per singolo analita dei test; ii)ad errori di esecuzione del test e/o di interpretazione del risultato da parte dell’analista; iii)alla scelta dei cut-off analitici, in tutti quei casi in cui la sostanza d’abuso è effettivamente presente nel campione esaminato, ma in concentrazione inferiore rispetto al del cut-off stabilito. I problemi analitici connessi con l’esecuzione dei test di screening on-site e l’inaccuratezza delle determinazioni quando gli analiti siano presenti in concentrazioni prossime al cut-off, pongono nuovi interrogativi sulla veridicità delle percentuali di positività emerse, intorno all’1% contro un valore atteso tra il 3-5% (e calcolato sulla base della percentuale di lavoratori tra la popolazione dedita all’uso di sostanze stupefacenti).
2013
Criticità e limiti dei metodi di screening immunochimici per la determinazione di sostanze psicotrope in lavoratori addetti a mansioni a rischio / Pieri, Maria; Miraglia, N.; Basilicata, P.; Settembre, V.; Acampora, Antonio; Sannolo, N.. - STAMPA. - (2013). (Intervento presentato al convegno 30° Congresso Nazionale di Igiene Occupazionale dell’Associazione Italiana Igienisti Industriali tenutosi a Maranello (MO) nel 26-28 Giugno 2013).
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