La rilevanza del patrimonio di edilizia abitativa e i suoi livelli di criticità richiedono di considerare gli scenari macroeconomici in cui si evidenzia la condizione paradossale di un alto debito pubblico e di un debito privato relativamente contenuto, con una consistente ricchezza privata che però non produce crescita. Una quota parte di tale ricchezza (4900 miliardi su 9732 miliardi di euro) è costituita dalle abitazioni (29 milioni 642 mila, con stima riferita al 2009). Ad oggi, gli investimenti sull’abitazione sono tuttavia di tipo difensivo, in quanto non c’è la spinta ad investire soprattutto per motivi di redditività dei capitali, fino a pochi mesi fa garantiti dal solo fatto di essere poco o per nulla toccati dall’imposizione fiscale. Uno stock di ricchezza così consistente potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo nazionale solo se si valorizza, se viene gestito bene e reso produttivo. Per sostenere la crescita è importante agire sulla “riabilitazione” del patrimonio esistente e, contestualmente, sull’innovazione tecnologica, individuando i possibili investimenti nel settore edilizio per rendere competitive l’industria e le imprese. Fra le principali criticità del patrimonio abitativo post-bellico in Campania si individuano molteplici deficit relativi alla sicurezza, al benessere, alla fruibilità e ai consumi energetici. La maggior parte degli edifici in c. a. - all’epoca della costruzione economici, versatili e innovativi - è stata realizzata a seguito delle espansioni urbane nel trentennio successivo al secondo dopoguerra. Le tecnologie costruttive hanno per lunghi anni registrato una affidabilità sulle qualità dei materiali che si è rivelata sovrastimata contribuendo, unitamente alla tendenza al risparmio su materiali e mano d’opera, alla realizzazione di costruzioni con numerosi deficit all’origine, che vanno dalla bassa affidabilità strutturale alla mancata considerazione per le prestazioni energetiche. Le principali criticità che emergono dall’analisi del patrimonio edilizio esistente evidenziano quindi, accanto alle sue rilevanti dimensioni, l’insorgere di gravi fenomeni di degrado dovuti a una bassa qualità costruttiva e a una non rispondenza alle normative in termini di sicurezza, rendimento energetico e benessere. L’odierna necessità di rilancio della qualità edilizia e della qualità dell’abitare trova anche riscontro nella loro attuazione alla scala della pianificazione generale e di dettaglio per orientare gli interventi di riqualificazione urbana ed edilizia in base a principi di sostenibilità. La scelta di alcuni progetti pilota in rapporto alle criticità emerse dalla fase di analisi e in base ai caratteri tipo-morfologici e tecnico-costruttivi del contesto di riferimento ha consentito di verificare la validità delle scelte progettuali per il retrofit tecnologico. I progetti pilota sono stati individuati come dimostratori della possibilità di promuovere processi di innovazione sostenibile a livello locale nonché capaci di incidere sulla trasformazione delle competenze e delle modalità operative degli attori del processo come contributo al rilancio dell’economia locale. Favorendo processi di riqualificazione e di sviluppo sociale e produttivo, si sono attualizzati processi tecnici tradizionali e incentivato prassi innovative. L’obiettivo finale è stato quello di evidenziare proposte poi “decifrabili” tramite processi di tipo deduttivo, da riportare in termini generali nella fase di elaborazione di linee guida sviluppate in termini di strategie e obiettivi qualificanti, istruzioni operative, quadro dei requisiti per gli interventi e repertori di soluzioni tecniche.

Criticità del patrimonio edilizio e potenzialità degli interventi di retrofit / Losasso, MARIO ROSARIO. - Collana Tecnologia e Progetto:(2012), pp. 62-74.

Criticità del patrimonio edilizio e potenzialità degli interventi di retrofit

LOSASSO, MARIO ROSARIO
2012

Abstract

La rilevanza del patrimonio di edilizia abitativa e i suoi livelli di criticità richiedono di considerare gli scenari macroeconomici in cui si evidenzia la condizione paradossale di un alto debito pubblico e di un debito privato relativamente contenuto, con una consistente ricchezza privata che però non produce crescita. Una quota parte di tale ricchezza (4900 miliardi su 9732 miliardi di euro) è costituita dalle abitazioni (29 milioni 642 mila, con stima riferita al 2009). Ad oggi, gli investimenti sull’abitazione sono tuttavia di tipo difensivo, in quanto non c’è la spinta ad investire soprattutto per motivi di redditività dei capitali, fino a pochi mesi fa garantiti dal solo fatto di essere poco o per nulla toccati dall’imposizione fiscale. Uno stock di ricchezza così consistente potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo nazionale solo se si valorizza, se viene gestito bene e reso produttivo. Per sostenere la crescita è importante agire sulla “riabilitazione” del patrimonio esistente e, contestualmente, sull’innovazione tecnologica, individuando i possibili investimenti nel settore edilizio per rendere competitive l’industria e le imprese. Fra le principali criticità del patrimonio abitativo post-bellico in Campania si individuano molteplici deficit relativi alla sicurezza, al benessere, alla fruibilità e ai consumi energetici. La maggior parte degli edifici in c. a. - all’epoca della costruzione economici, versatili e innovativi - è stata realizzata a seguito delle espansioni urbane nel trentennio successivo al secondo dopoguerra. Le tecnologie costruttive hanno per lunghi anni registrato una affidabilità sulle qualità dei materiali che si è rivelata sovrastimata contribuendo, unitamente alla tendenza al risparmio su materiali e mano d’opera, alla realizzazione di costruzioni con numerosi deficit all’origine, che vanno dalla bassa affidabilità strutturale alla mancata considerazione per le prestazioni energetiche. Le principali criticità che emergono dall’analisi del patrimonio edilizio esistente evidenziano quindi, accanto alle sue rilevanti dimensioni, l’insorgere di gravi fenomeni di degrado dovuti a una bassa qualità costruttiva e a una non rispondenza alle normative in termini di sicurezza, rendimento energetico e benessere. L’odierna necessità di rilancio della qualità edilizia e della qualità dell’abitare trova anche riscontro nella loro attuazione alla scala della pianificazione generale e di dettaglio per orientare gli interventi di riqualificazione urbana ed edilizia in base a principi di sostenibilità. La scelta di alcuni progetti pilota in rapporto alle criticità emerse dalla fase di analisi e in base ai caratteri tipo-morfologici e tecnico-costruttivi del contesto di riferimento ha consentito di verificare la validità delle scelte progettuali per il retrofit tecnologico. I progetti pilota sono stati individuati come dimostratori della possibilità di promuovere processi di innovazione sostenibile a livello locale nonché capaci di incidere sulla trasformazione delle competenze e delle modalità operative degli attori del processo come contributo al rilancio dell’economia locale. Favorendo processi di riqualificazione e di sviluppo sociale e produttivo, si sono attualizzati processi tecnici tradizionali e incentivato prassi innovative. L’obiettivo finale è stato quello di evidenziare proposte poi “decifrabili” tramite processi di tipo deduttivo, da riportare in termini generali nella fase di elaborazione di linee guida sviluppate in termini di strategie e obiettivi qualificanti, istruzioni operative, quadro dei requisiti per gli interventi e repertori di soluzioni tecniche.
2012
9788884972095
Criticità del patrimonio edilizio e potenzialità degli interventi di retrofit / Losasso, MARIO ROSARIO. - Collana Tecnologia e Progetto:(2012), pp. 62-74.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/552117
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact