Il contributo muove dalla constatazione della presenza di diverse parole ed espressioni in lingua straniera nelle poesie di Paul Celan. È legata questa presenza (piuttosto inaspettata in una scrittura poetica) a una specifica funzione della lingua straniera, che la lingua madre non può svolgere? Per rispondere a quest’interrogativo il contributo propone una serie di esempi tratti da diverse raccolte, e in particolare da La rosa di nessuno, i cui componimenti sono ricchi di formulazioni in lingua straniera, a volte anche in diverse lingue nella stessa poesia. Tratteremo in particolare del fenomeno dello Schibboleth, ovvero di parole la cui pronuncia può essere particolarmente difficile per i non appartenenti a una data comunità linguistica, la cui funzione è quindi paragonabile a quella di una password: linguaggio che contiene una funzione, ma non un significato. L’ipotesi che viene proposta è che la lingua straniera (e in modo particolare gli Schibboleth), lungi dal rappresentare una riduzione della possibilità di dire, siano invece proprio quella dimensione del linguaggio di cui vi è necessità in una particolare condizione: quella dell’esperienza di una distanza la cui logica consiste proprio nel non dover essere annullata, neppure dal fatto di essere espressa.

"Lob der Ferne". Sprache und Fremdsprache bei Paul Celan / Bongo, Giancarmine. - (2013). (Intervento presentato al convegno Territoriale Bindungen der Literatur: Heimat - Nation - Weltliteratur. tenutosi a Università degli Studi di Napoli "Federico II" (Dip. Studi Umanistici), Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Napoli), Fondazione La Colombaia (Forio d'Ischia) nel 2.5.2013-4.5.2013).

"Lob der Ferne". Sprache und Fremdsprache bei Paul Celan

BONGO, Giancarmine
2013

Abstract

Il contributo muove dalla constatazione della presenza di diverse parole ed espressioni in lingua straniera nelle poesie di Paul Celan. È legata questa presenza (piuttosto inaspettata in una scrittura poetica) a una specifica funzione della lingua straniera, che la lingua madre non può svolgere? Per rispondere a quest’interrogativo il contributo propone una serie di esempi tratti da diverse raccolte, e in particolare da La rosa di nessuno, i cui componimenti sono ricchi di formulazioni in lingua straniera, a volte anche in diverse lingue nella stessa poesia. Tratteremo in particolare del fenomeno dello Schibboleth, ovvero di parole la cui pronuncia può essere particolarmente difficile per i non appartenenti a una data comunità linguistica, la cui funzione è quindi paragonabile a quella di una password: linguaggio che contiene una funzione, ma non un significato. L’ipotesi che viene proposta è che la lingua straniera (e in modo particolare gli Schibboleth), lungi dal rappresentare una riduzione della possibilità di dire, siano invece proprio quella dimensione del linguaggio di cui vi è necessità in una particolare condizione: quella dell’esperienza di una distanza la cui logica consiste proprio nel non dover essere annullata, neppure dal fatto di essere espressa.
2013
"Lob der Ferne". Sprache und Fremdsprache bei Paul Celan / Bongo, Giancarmine. - (2013). (Intervento presentato al convegno Territoriale Bindungen der Literatur: Heimat - Nation - Weltliteratur. tenutosi a Università degli Studi di Napoli "Federico II" (Dip. Studi Umanistici), Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Napoli), Fondazione La Colombaia (Forio d'Ischia) nel 2.5.2013-4.5.2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/547342
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