la filosofia ha tardato a comprendere la rivoluzione darwiniana: mentre le scienze procedevano energicamente calpestando ogni pacificante certezza sul mondo e i suoi abitanti, la filosofia – quasi in inconscia difesa delle sue frustrazioni di mondo – si avvitava intorno all’uomo e alla sua humanitas secondo le strette della differentia, ‘specifica’ o ‘ontologica’ che fosse. Che ci piaccia o meno siamo alla ghigliottina umanistica anti-tutto il resto, intelligibilità come signoria sul mondo, trascendentale preveniente e antropologia critica (pura e pratica) quale fondativa condizione per ogni filosofare; oppure antropologia filosofica in recupero forzato dell’uomo integrale (che riapre lo iato tra logos e bios); oppure Lebenswelt ed epoché trascendentale (miraggio di arrivare alle ‘cose stesse’, ovvero alla vita pensata al di là di ogni mediazione razionale); oppure, antiumanisticamente, Lichtung per una solitudine ontologica dell’esserci e angoscia di mondo (che ricalca tutti i rischi del solipsismo del cogito cartesiano). Tante totalità quante indisponibilità a pensare l’alterità e di stare nel molteplice.
Di là dell'umanesimo? Niente di trascendentale. Un esercizio / Amodio, Paolo. - 14:(2013), pp. 25-54.
Di là dell'umanesimo? Niente di trascendentale. Un esercizio
AMODIO, PAOLO
2013
Abstract
la filosofia ha tardato a comprendere la rivoluzione darwiniana: mentre le scienze procedevano energicamente calpestando ogni pacificante certezza sul mondo e i suoi abitanti, la filosofia – quasi in inconscia difesa delle sue frustrazioni di mondo – si avvitava intorno all’uomo e alla sua humanitas secondo le strette della differentia, ‘specifica’ o ‘ontologica’ che fosse. Che ci piaccia o meno siamo alla ghigliottina umanistica anti-tutto il resto, intelligibilità come signoria sul mondo, trascendentale preveniente e antropologia critica (pura e pratica) quale fondativa condizione per ogni filosofare; oppure antropologia filosofica in recupero forzato dell’uomo integrale (che riapre lo iato tra logos e bios); oppure Lebenswelt ed epoché trascendentale (miraggio di arrivare alle ‘cose stesse’, ovvero alla vita pensata al di là di ogni mediazione razionale); oppure, antiumanisticamente, Lichtung per una solitudine ontologica dell’esserci e angoscia di mondo (che ricalca tutti i rischi del solipsismo del cogito cartesiano). Tante totalità quante indisponibilità a pensare l’alterità e di stare nel molteplice.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.