Il punto di partenza di questo contributo è il workshop “What Place is this Space” che si è tenuto durante la prima Biennale dello Spazio Pubblico nel maggio 2011, con il supporto della Cornell University e del corso di laurea Upta dell’Università di Napoli “Federico II”. Il workshop si è interrogato sulle idee di spazio pubblico che emergono oggi dai laboratori attivi in diverse Università italiane e straniere e su quali siano i metodi adottati per studiare queste specie di spazi. La domanda alla base del workshop: “Che luogo è questo spazio pubblico?” parafrasa Kevin Lynch in “What time is this Place” invitando i partecipanti a concentrarsi sulla materia degli spazi urbani e sul modo in cui sono vissuti. Alla base del workshop c’è stata una mostra dei lavori prodotti dai laboratori che si sono candidati a partecipare e si è aperto un confronto su saperi, approcci e pratiche utili a descrivere gli spazi pubblici contemporanei. Il paper propone un ragionamento sugli spazi pubblici contemporanei e prova a restituire una lettura dei modi in cui sono descritti e dei metodi adoperati per studiarli. Dalla disanima dei materiali del workshop, sembra appropriato condividere, per gli spazi pubblici, la definizione di un “pubblico minore” (Bianchetti 2011): “un pubblico un po’ meno pubblico”, amputato del suo carattere stabile e duraturo. Tra i temi affrontati: la necessità di riaprire relazioni affettive e vitali con i luoghi puntando sulla cura; l’importanza delle relazioni minute tra luoghi, oggetti e soggetti negli spazi della residenza, laddove lo spazio pubblico svolge il ruolo di mettere in relazione la dimensione dell’abitare con le altre dimensioni del vivere urbano; la capacità di gruppi minoritari di lottare per la costruzione sociale dei luoghi; la previsione di una strategia per spostamenti minimi con l’obiettivo di accrescere incrementalmente la qualità della città. La ricerca sul campo adotta forme diverse, dall’osservazione diretta e l’ascolto dei luoghi, alla lettura morfologica come traccia per il progetto, all’uso di cornici teoriche ben strutturate per studiare gli spazi vissuti. In alcuni casi diventa ricerca-azione, alterna lo studio scientifico del territorio a officine operative, mette insieme diversi approcci alla città, sperimenta sguardi incrociati, fa prove di animazione territoriale e lettura condivisa degli spazi.

Tracce di spazi pubblici e ricerca empirica/ Traces of public spaces and empirical research / Berruti, Gilda. - ELETTRONICO. - (2012), pp. 68-77.

Tracce di spazi pubblici e ricerca empirica/ Traces of public spaces and empirical research

BERRUTI, GILDA
2012

Abstract

Il punto di partenza di questo contributo è il workshop “What Place is this Space” che si è tenuto durante la prima Biennale dello Spazio Pubblico nel maggio 2011, con il supporto della Cornell University e del corso di laurea Upta dell’Università di Napoli “Federico II”. Il workshop si è interrogato sulle idee di spazio pubblico che emergono oggi dai laboratori attivi in diverse Università italiane e straniere e su quali siano i metodi adottati per studiare queste specie di spazi. La domanda alla base del workshop: “Che luogo è questo spazio pubblico?” parafrasa Kevin Lynch in “What time is this Place” invitando i partecipanti a concentrarsi sulla materia degli spazi urbani e sul modo in cui sono vissuti. Alla base del workshop c’è stata una mostra dei lavori prodotti dai laboratori che si sono candidati a partecipare e si è aperto un confronto su saperi, approcci e pratiche utili a descrivere gli spazi pubblici contemporanei. Il paper propone un ragionamento sugli spazi pubblici contemporanei e prova a restituire una lettura dei modi in cui sono descritti e dei metodi adoperati per studiarli. Dalla disanima dei materiali del workshop, sembra appropriato condividere, per gli spazi pubblici, la definizione di un “pubblico minore” (Bianchetti 2011): “un pubblico un po’ meno pubblico”, amputato del suo carattere stabile e duraturo. Tra i temi affrontati: la necessità di riaprire relazioni affettive e vitali con i luoghi puntando sulla cura; l’importanza delle relazioni minute tra luoghi, oggetti e soggetti negli spazi della residenza, laddove lo spazio pubblico svolge il ruolo di mettere in relazione la dimensione dell’abitare con le altre dimensioni del vivere urbano; la capacità di gruppi minoritari di lottare per la costruzione sociale dei luoghi; la previsione di una strategia per spostamenti minimi con l’obiettivo di accrescere incrementalmente la qualità della città. La ricerca sul campo adotta forme diverse, dall’osservazione diretta e l’ascolto dei luoghi, alla lettura morfologica come traccia per il progetto, all’uso di cornici teoriche ben strutturate per studiare gli spazi vissuti. In alcuni casi diventa ricerca-azione, alterna lo studio scientifico del territorio a officine operative, mette insieme diversi approcci alla città, sperimenta sguardi incrociati, fa prove di animazione territoriale e lettura condivisa degli spazi.
2012
9788884972361
Tracce di spazi pubblici e ricerca empirica/ Traces of public spaces and empirical research / Berruti, Gilda. - ELETTRONICO. - (2012), pp. 68-77.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/533861
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact