In quest’intervento, a partire dalla considerazione che il parto e la nascita sono eventi biosociali, in quanto attengono al biologico ma sono permeati dalla cultura e riguardano il gruppo sociale e le regole e le norme che questo si dà, mi soffermerò sull’importanza che sta sempre più assumendo nella nostra società la tecnologia, sia che intervenga direttamente nel percorso nascita, sia che pervada la nostra vita e con nuove forme sia presente anche nei momenti e nelle sensazioni più intime, quali quelle che accompagnano la maternità. Negli ultimi decenni nelle società occidentali il ricorso a tecnologie, anche invasive, nella diagnostica durante la gravidanza e nelle modalità del parto stesso, sta producendo nuove concezioni e nuove elaborazioni dell’immaginario, a partire dalle rappresentazioni del corpo femminile e dalle percezioni che le donne hanno del loro corpo. Il percorso nascita era in passato oggetto di credenze e di norme, si trattava di un percorso che assumeva i caratteri dell’ineluttabile. L’introduzione delle tecniche della riproduzione, in un campo che sembrava affidato alla natura o, nelle concezioni religiose, alla provvidenza, ha prodotto anche una serie di cambiamenti nell’immaginario collettivo rispetto alla sessualità e alla riproduzione. Non intendo in questo intervento soffermarmi sulle tecnologie riproduttive relative alla PMA, ma ritengo che queste non vadano disgiunte da quel processo di progressiva medicalizzazione che ha investito il percorso nascita, dal concepimento alla gravidanza, al parto. In questo processo le nuove frontiere della medicina si sono incontrate (o sono sembrate incontrarsi) con le richieste delle donne, in un modo non sempre lineare ma anche ambiguo e contraddittorio. L’estensione del processo di medicalizzazione all’intero percorso nascita ha prodotto effetti quali la perdita di valore di quelle che erano le competenze femminili inerenti alla gravidanza e al parto e l’espropriazione delle donne dal sentire il proprio corpo. Tuttavia, sulla base di alcune posizioni teoriche e di indagini empiriche, intendo porre in evidenza come i comportamenti e le scelte si rivelino complessi: infatti, non è più sostenibile la tesi che le donne accettino passivamente e in una condizione di totale subordinazione la visione medicalizzata imposta da una scienza medica maschilista. Le donne hanno accettato il controllo della biomedicina sul loro corpo facendo ricorso ad atteggiamenti pragmatici piuttosto che ideologici, a seconda dei condizionamenti, delle informazioni, degli strumenti culturali di cui dispongono, in questo caso in rapporto anche al linguaggio e ai saperi medici. Quando poi la tecnologia della nascita si combina con il web si producono fenomeni nuovi: i forum e i social network permettono il ri-crearsi sul piano virtuale di una comunità, che è venuta meno o si è indebolita a livello sociale. Le donne si scambiano non solo informazioni ma anche emozioni, cercano e forniscono un sostegno. Dall’analisi di questi tipi di testimonianze emerge che le donne decidono in base alle informazioni in loro possesso e alle condizioni dell’ambiente circostante, dimostrando la capacità di riflettere criticamente e la volontà di rielaborare le proprie esperienze.

Venire al mondo nell'era tecnologica. Lettura magistrale / Ranisio, GIANFRANCA ANGELA RITA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Nascere in Campania: riflessioni in tema di appropriatezza tenutosi a Regione Campania- Assessorato alla Sanità nel 11 dicembre 2012).

Venire al mondo nell'era tecnologica. Lettura magistrale

RANISIO, GIANFRANCA ANGELA RITA
2012

Abstract

In quest’intervento, a partire dalla considerazione che il parto e la nascita sono eventi biosociali, in quanto attengono al biologico ma sono permeati dalla cultura e riguardano il gruppo sociale e le regole e le norme che questo si dà, mi soffermerò sull’importanza che sta sempre più assumendo nella nostra società la tecnologia, sia che intervenga direttamente nel percorso nascita, sia che pervada la nostra vita e con nuove forme sia presente anche nei momenti e nelle sensazioni più intime, quali quelle che accompagnano la maternità. Negli ultimi decenni nelle società occidentali il ricorso a tecnologie, anche invasive, nella diagnostica durante la gravidanza e nelle modalità del parto stesso, sta producendo nuove concezioni e nuove elaborazioni dell’immaginario, a partire dalle rappresentazioni del corpo femminile e dalle percezioni che le donne hanno del loro corpo. Il percorso nascita era in passato oggetto di credenze e di norme, si trattava di un percorso che assumeva i caratteri dell’ineluttabile. L’introduzione delle tecniche della riproduzione, in un campo che sembrava affidato alla natura o, nelle concezioni religiose, alla provvidenza, ha prodotto anche una serie di cambiamenti nell’immaginario collettivo rispetto alla sessualità e alla riproduzione. Non intendo in questo intervento soffermarmi sulle tecnologie riproduttive relative alla PMA, ma ritengo che queste non vadano disgiunte da quel processo di progressiva medicalizzazione che ha investito il percorso nascita, dal concepimento alla gravidanza, al parto. In questo processo le nuove frontiere della medicina si sono incontrate (o sono sembrate incontrarsi) con le richieste delle donne, in un modo non sempre lineare ma anche ambiguo e contraddittorio. L’estensione del processo di medicalizzazione all’intero percorso nascita ha prodotto effetti quali la perdita di valore di quelle che erano le competenze femminili inerenti alla gravidanza e al parto e l’espropriazione delle donne dal sentire il proprio corpo. Tuttavia, sulla base di alcune posizioni teoriche e di indagini empiriche, intendo porre in evidenza come i comportamenti e le scelte si rivelino complessi: infatti, non è più sostenibile la tesi che le donne accettino passivamente e in una condizione di totale subordinazione la visione medicalizzata imposta da una scienza medica maschilista. Le donne hanno accettato il controllo della biomedicina sul loro corpo facendo ricorso ad atteggiamenti pragmatici piuttosto che ideologici, a seconda dei condizionamenti, delle informazioni, degli strumenti culturali di cui dispongono, in questo caso in rapporto anche al linguaggio e ai saperi medici. Quando poi la tecnologia della nascita si combina con il web si producono fenomeni nuovi: i forum e i social network permettono il ri-crearsi sul piano virtuale di una comunità, che è venuta meno o si è indebolita a livello sociale. Le donne si scambiano non solo informazioni ma anche emozioni, cercano e forniscono un sostegno. Dall’analisi di questi tipi di testimonianze emerge che le donne decidono in base alle informazioni in loro possesso e alle condizioni dell’ambiente circostante, dimostrando la capacità di riflettere criticamente e la volontà di rielaborare le proprie esperienze.
2012
Venire al mondo nell'era tecnologica. Lettura magistrale / Ranisio, GIANFRANCA ANGELA RITA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Nascere in Campania: riflessioni in tema di appropriatezza tenutosi a Regione Campania- Assessorato alla Sanità nel 11 dicembre 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/530255
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