L’opinione ormai consolidata che le città sono - e saranno sempre più - il luogo dove la maggior parte della popolazione del globo vuole vivere, ci porta a fare attente riflessioni su come il paesaggio urbano possa evolvere nei prossimi anni. Le dinamiche lavorative e sociali stanno cambiando con una velocità notevole e l’evoluzione comporta cambiamenti anche formali della crescita urbana che devono essere programmati con attenzione. Il ruolo degli architetti e degli ingegneri diventa prioritario in una trasformazione che coinvolge l’aspetto prossimo delle città in cui viviamo, soprattutto quando in esse diventa imprescindibile l’impegno verso la conservazione, la valorizzazione e la tutela di grandi ambiti storici, così come avviene di frequente nella forma urbana del territorio europeo. La necessità di tutela dei monumenti e della stratificazione storica, che ben identifica la città del vecchio continente, è un obiettivo indiscutibile e assoluto. La risposta di una città contemporanea che sappia coniugare sviluppo e tradizione appare un orizzonte sul quale non sembrano esserci opinioni alternative. Gli spazi in cui viviamo devono inevitabilmente evolvere e lo devono fare tenendo conto di come stia cambiando il modo di relazionarsi degli esseri umani. Un cambiamento fortemente condizionato dallo sviluppo tecnologico, che determina la digitalizzazione dell’informazione attraverso piattaforme che smaterializzano alcune necessità di fruizione dello spazio fisico, o che comunque possono alterare l’uso che se ne faceva fino a ieri. Un dato riconosciuto nella pratica delle discipline architettoniche è la considerazione che vuole il progetto legato indissolubilmente alle vicende delle trasformazioni economiche, sociali e psicologiche. Già nel 1968, quando un’altra rivoluzione culturale si stava preparando per coinvolgere le abitudini comportamentali su una vasta scala internazionale, l’architetto era definito come colui che modifica creativamente lo spazio fisico per attuare specifici obiettivi sociali e questo processo riesce ad attuarlo attraverso il disegno1. Allora era già chiaro che disegnare, inteso come percorso analitico e prima esperienza concreta per la realizzazione del progetto, costituisce l’attività più importante dell’architetto per operare una corretta modificazione dello spazio e che essa è intimamente connessa e influenzata da molte condizioni e attività sociali. Quindi, il disegno - e con esso il progetto di architettura - si pone quale nemesi visiva, percettiva e formale, dei cambiamenti sociali e comportamentali che definiscono un’epoca.

La conoscenza dell’architettura nel processo di rigenerazione della città storica / Campi, Massimiliano. - STAMPA. - (2012), pp. 120-130.

La conoscenza dell’architettura nel processo di rigenerazione della città storica

CAMPI, MASSIMILIANO
2012

Abstract

L’opinione ormai consolidata che le città sono - e saranno sempre più - il luogo dove la maggior parte della popolazione del globo vuole vivere, ci porta a fare attente riflessioni su come il paesaggio urbano possa evolvere nei prossimi anni. Le dinamiche lavorative e sociali stanno cambiando con una velocità notevole e l’evoluzione comporta cambiamenti anche formali della crescita urbana che devono essere programmati con attenzione. Il ruolo degli architetti e degli ingegneri diventa prioritario in una trasformazione che coinvolge l’aspetto prossimo delle città in cui viviamo, soprattutto quando in esse diventa imprescindibile l’impegno verso la conservazione, la valorizzazione e la tutela di grandi ambiti storici, così come avviene di frequente nella forma urbana del territorio europeo. La necessità di tutela dei monumenti e della stratificazione storica, che ben identifica la città del vecchio continente, è un obiettivo indiscutibile e assoluto. La risposta di una città contemporanea che sappia coniugare sviluppo e tradizione appare un orizzonte sul quale non sembrano esserci opinioni alternative. Gli spazi in cui viviamo devono inevitabilmente evolvere e lo devono fare tenendo conto di come stia cambiando il modo di relazionarsi degli esseri umani. Un cambiamento fortemente condizionato dallo sviluppo tecnologico, che determina la digitalizzazione dell’informazione attraverso piattaforme che smaterializzano alcune necessità di fruizione dello spazio fisico, o che comunque possono alterare l’uso che se ne faceva fino a ieri. Un dato riconosciuto nella pratica delle discipline architettoniche è la considerazione che vuole il progetto legato indissolubilmente alle vicende delle trasformazioni economiche, sociali e psicologiche. Già nel 1968, quando un’altra rivoluzione culturale si stava preparando per coinvolgere le abitudini comportamentali su una vasta scala internazionale, l’architetto era definito come colui che modifica creativamente lo spazio fisico per attuare specifici obiettivi sociali e questo processo riesce ad attuarlo attraverso il disegno1. Allora era già chiaro che disegnare, inteso come percorso analitico e prima esperienza concreta per la realizzazione del progetto, costituisce l’attività più importante dell’architetto per operare una corretta modificazione dello spazio e che essa è intimamente connessa e influenzata da molte condizioni e attività sociali. Quindi, il disegno - e con esso il progetto di architettura - si pone quale nemesi visiva, percettiva e formale, dei cambiamenti sociali e comportamentali che definiscono un’epoca.
2012
9788884972330
La conoscenza dell’architettura nel processo di rigenerazione della città storica / Campi, Massimiliano. - STAMPA. - (2012), pp. 120-130.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/518796
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