La si può chiamare linea pedagogica. Per essa ne va direttamente anche della condotta pedagogica. La si potrà chiamare linea educativa, linea di ruolo, linea di confine, di interazione e di dialogo. Di là dalle indicazioni molteplici, la linea pedagogica rappresenta il mochlos (Derrida) della relazione educativa. Insieme la leva e il limite. La linea definisce un al di qua e un al di là, un io e un tu, da una parte e dall’altra. È la soglia, oltre la quale non si può andare, da una parte e dall’altra. La linea divide, ma è anche ciò che rende possibile la con/divisione, la soglia su cui mettere insieme le proprie divisioni. La linea insomma dà luogo, stabilisce la condotta, ordina la relazione. In carcere, quando sono stato con i ragazzi, i minori, è stata la prima cosa che ho dovuto osservare. Stabilire un confine. Lo sa ogni insegnante, lo sa chiunque stabilisce una relazione insegnante. La linea definisce un confine, ma attiva l’imitazione, quando è linea educativa, dal momento che l’imitazione è uno degli aspetti più rilevanti dell’agire educativo. Di là della linea c’è qualcuno, un giovane che si guarda, attende, che si vede come vorrebbe essere, che vede ciò che vorrebbe apprendere. La linea dà slancio, indica un passaggio. Imitazione e passaggio costituiscono aspetti essenziali dell’agire educativo. Ed è il passare per mezzo e solo per questo al di là che occorre spingere e guidare secondo l’agire anagogico proprio della pedagogia. Far passare. Questo il compito. Far passare di là dove ritrovare se stesso, un passare che è dato dalla linea, ma che diviene interiore.
ETICA E PEDAGOGIA. LA LINEA, LA MISURA E L’ATTESA DEL FUTURO INTERIORE / Ferraro, Giuseppe. - In: RASSEGNA DI PEDAGOGIA. - ISSN 0033-9571. - STAMPA. - 1:Anno LXV/1-4, 2007(2007), pp. 103-104.
ETICA E PEDAGOGIA. LA LINEA, LA MISURA E L’ATTESA DEL FUTURO INTERIORE
FERRARO, GIUSEPPE
2007
Abstract
La si può chiamare linea pedagogica. Per essa ne va direttamente anche della condotta pedagogica. La si potrà chiamare linea educativa, linea di ruolo, linea di confine, di interazione e di dialogo. Di là dalle indicazioni molteplici, la linea pedagogica rappresenta il mochlos (Derrida) della relazione educativa. Insieme la leva e il limite. La linea definisce un al di qua e un al di là, un io e un tu, da una parte e dall’altra. È la soglia, oltre la quale non si può andare, da una parte e dall’altra. La linea divide, ma è anche ciò che rende possibile la con/divisione, la soglia su cui mettere insieme le proprie divisioni. La linea insomma dà luogo, stabilisce la condotta, ordina la relazione. In carcere, quando sono stato con i ragazzi, i minori, è stata la prima cosa che ho dovuto osservare. Stabilire un confine. Lo sa ogni insegnante, lo sa chiunque stabilisce una relazione insegnante. La linea definisce un confine, ma attiva l’imitazione, quando è linea educativa, dal momento che l’imitazione è uno degli aspetti più rilevanti dell’agire educativo. Di là della linea c’è qualcuno, un giovane che si guarda, attende, che si vede come vorrebbe essere, che vede ciò che vorrebbe apprendere. La linea dà slancio, indica un passaggio. Imitazione e passaggio costituiscono aspetti essenziali dell’agire educativo. Ed è il passare per mezzo e solo per questo al di là che occorre spingere e guidare secondo l’agire anagogico proprio della pedagogia. Far passare. Questo il compito. Far passare di là dove ritrovare se stesso, un passare che è dato dalla linea, ma che diviene interiore.File | Dimensione | Formato | |
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