Come accade in più contesti europei, anche in numerosi centri storici italiani le architetture mutile costituiscono, tuttora, testimonianze tanto drammatiche quanto tangibili delle ferite inferte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale ai tessuti urbani. Rispetto al singolo manufatto, diffusamente riconosciuto quale monumento dalla collettività pur se in condizioni di rovina, quanto più la dimensione delle parti distrutte assume una valenza urbana, tanto più queste ultime si tramutano in un "problema" risolvibile con strumenti altri rispetto a quelli propri del restauro architettonico ed archeologico. La scottante presenza di "vuoti" risultanti da bombardamenti bellici nel centro storico di Napoli – dalle insulae corrispondenti al Carminiello ai Mannesi, alle aree a rudere dei complessi degli Incurabili o di Santa Maria d’Agnone o a quelle adiacenti il monastero di San Gregorio Armeno – fornisce, entro tali argomentazioni, una dimostrazione evidente della problematica sopra citata. In relazione agli esiti progettuali e alla luce di un'irrisolta attualità del problema, il contributo vuole mettere a fuoco ragioni e significati della diffusa presenza, ancora nel secolo XXI, di parti a rudere in avanzato stato di degrado nel centro storico di Napoli – pur se patrimonio della World Heritage List dell'Unesco – a confronto con uno tra i pochissimi interventi attualmente in corso in adiacenza al complesso di Santa Chiara. Quanto sopra è indagato attraverso la comprensione degli eventi che hanno allontanato possibili interventi entro e sull'esistente nonché della vigente disciplina urbanistica che ha affrontato, in una specifica parte della Variante al Piano Regolatore Generale del 2004, tale "questione aperta".

Archeologie di guerra. Un tema di confronto tra antico e nuovo nel centro storico di Napoli / Russo, Valentina. - (2012), pp. 254-275.

Archeologie di guerra. Un tema di confronto tra antico e nuovo nel centro storico di Napoli

RUSSO, VALENTINA
2012

Abstract

Come accade in più contesti europei, anche in numerosi centri storici italiani le architetture mutile costituiscono, tuttora, testimonianze tanto drammatiche quanto tangibili delle ferite inferte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale ai tessuti urbani. Rispetto al singolo manufatto, diffusamente riconosciuto quale monumento dalla collettività pur se in condizioni di rovina, quanto più la dimensione delle parti distrutte assume una valenza urbana, tanto più queste ultime si tramutano in un "problema" risolvibile con strumenti altri rispetto a quelli propri del restauro architettonico ed archeologico. La scottante presenza di "vuoti" risultanti da bombardamenti bellici nel centro storico di Napoli – dalle insulae corrispondenti al Carminiello ai Mannesi, alle aree a rudere dei complessi degli Incurabili o di Santa Maria d’Agnone o a quelle adiacenti il monastero di San Gregorio Armeno – fornisce, entro tali argomentazioni, una dimostrazione evidente della problematica sopra citata. In relazione agli esiti progettuali e alla luce di un'irrisolta attualità del problema, il contributo vuole mettere a fuoco ragioni e significati della diffusa presenza, ancora nel secolo XXI, di parti a rudere in avanzato stato di degrado nel centro storico di Napoli – pur se patrimonio della World Heritage List dell'Unesco – a confronto con uno tra i pochissimi interventi attualmente in corso in adiacenza al complesso di Santa Chiara. Quanto sopra è indagato attraverso la comprensione degli eventi che hanno allontanato possibili interventi entro e sull'esistente nonché della vigente disciplina urbanistica che ha affrontato, in una specifica parte della Variante al Piano Regolatore Generale del 2004, tale "questione aperta".
2012
9788849525359
Archeologie di guerra. Un tema di confronto tra antico e nuovo nel centro storico di Napoli / Russo, Valentina. - (2012), pp. 254-275.
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