La disciplina del rilievo ha tra i suoi fondamenti, un principio valido indipendentemente dalla tecnologia utilizzata per raccogliere le informazioni: tale assioma riconosce al processo di elaborazione dei dati dimensionali e qualitativi, la valenza e il carattere di una profonda struttura di conoscenza, utile e propedeutica a qualsiasi azione di progetto di conservazione, di restauro e/o di trasformazione di una realtà architettonica. La conoscenza si attua, però, attraverso percorsi conoscitivi che sono fortemente subordinati dalle condizioni in cui si svolgono e soprattutto sono intrinsecamente legati alle tecnologie che ne compongono il potenziale – o il limite – che permette di raggiungere gli strati più interessanti di cognizione di un’architettura, soprattutto quando questa appartiene a un’epoca particolarmente remota. La necessità di comunicare correttamente il patrimonio conoscitivo assunto con i dati, che vanno tradotti in un sistema segnico adeguato, apre un orizzonte scientifico prioritario che deve vedere impegnati gli studiosi nel codificare un linguaggio di sintesi grafica, che ben si adegua alle necessità propria della conoscenza del patrimonio archeologico. Bisogna trovare una piattaforma di segni e dati che meglio risponda alle esigenze valutative di qualsiasi sito archeologico, affinché si possa procedere da essa per disporre di un progetto di intervento appropriato. "Rappresentare diventa sinonimo di conoscenza ancor di più quando la modalità di conoscenza e di comprensione avviene attraverso un consumo continuo e costante di immagini, che devono veicolare informazioni attraverso i loro significati iconici e simbolici. Questa modalità di apprendimento, che ha sempre caratterizzato l'uomo, continua naturalmente ancora oggi che sono cambiati i supporti di raccolta, sintesi e trasmissione delle informazioni” In riferimento a tali fondamenti, il disegno ancora assolve alla sua funzione determinante non solo nel garantire l'acquisizione di conoscenze sul piano teorico, ma anche nel generare sempre maggiore esperienza in un processo metodologico applicato ad una precisa esigenza. Un ruolo imprescindibile per una maggiore comprensione non solo della forma, ma anche del funzionamento strutturale di un’architettura, è quello dato dalla lettura della geometria, che deve essere necessariamente evidenziata se si vuole intendere la matrice linguistica che identifica in maniera peculiare una costruzione storica. Ci sono, infatti, sistemi formali complessi nelle tracce rimaste nei siti archeologici che non si possono immaginare, né tantomeno documentare, se non ricostituire attraverso l'indagine delle formazioni geometriche, che definiscono i rapporti configurativi tra le singole parti. Questa puntualizzazione vale per considerare come la conoscenza di un’architettura possa andare oltre la sua immagine, se tale conoscenza viene estesa appunto all’individuazione delle geometrie che definiscono la configurazione architettonica. Tale comprensione evidenzia anche un più ampio spettro di relazioni sottese alle forme: l’applicazione di appropriate metodologie procedurali, coadiuvate da adeguate apparecchiature per la misurazione, consente la definizione di un linguaggio di indagine dello stato compositivo e conservativo di un luogo, ma soprattutto stabilisce le modalità di comunicazione che favoriscono il ripristino delle condizioni essenziali affinché un monumento possa essere trasmesso alle generazioni future, definendo i presupposti per un buon operare attraverso un corretto progetto di restauro.

L’evoluzione delle metodologie investigative coadiuvate dalle tecnologie scanner laser based per un nuovo linguaggio di conoscenza archeologica: il rilievo del Tempio di Diana a Baia / Campi, Massimiliano; E., Bronzino. - n. 12:(2012), pp. 100-107.

L’evoluzione delle metodologie investigative coadiuvate dalle tecnologie scanner laser based per un nuovo linguaggio di conoscenza archeologica: il rilievo del Tempio di Diana a Baia

CAMPI, MASSIMILIANO;
2012

Abstract

La disciplina del rilievo ha tra i suoi fondamenti, un principio valido indipendentemente dalla tecnologia utilizzata per raccogliere le informazioni: tale assioma riconosce al processo di elaborazione dei dati dimensionali e qualitativi, la valenza e il carattere di una profonda struttura di conoscenza, utile e propedeutica a qualsiasi azione di progetto di conservazione, di restauro e/o di trasformazione di una realtà architettonica. La conoscenza si attua, però, attraverso percorsi conoscitivi che sono fortemente subordinati dalle condizioni in cui si svolgono e soprattutto sono intrinsecamente legati alle tecnologie che ne compongono il potenziale – o il limite – che permette di raggiungere gli strati più interessanti di cognizione di un’architettura, soprattutto quando questa appartiene a un’epoca particolarmente remota. La necessità di comunicare correttamente il patrimonio conoscitivo assunto con i dati, che vanno tradotti in un sistema segnico adeguato, apre un orizzonte scientifico prioritario che deve vedere impegnati gli studiosi nel codificare un linguaggio di sintesi grafica, che ben si adegua alle necessità propria della conoscenza del patrimonio archeologico. Bisogna trovare una piattaforma di segni e dati che meglio risponda alle esigenze valutative di qualsiasi sito archeologico, affinché si possa procedere da essa per disporre di un progetto di intervento appropriato. "Rappresentare diventa sinonimo di conoscenza ancor di più quando la modalità di conoscenza e di comprensione avviene attraverso un consumo continuo e costante di immagini, che devono veicolare informazioni attraverso i loro significati iconici e simbolici. Questa modalità di apprendimento, che ha sempre caratterizzato l'uomo, continua naturalmente ancora oggi che sono cambiati i supporti di raccolta, sintesi e trasmissione delle informazioni” In riferimento a tali fondamenti, il disegno ancora assolve alla sua funzione determinante non solo nel garantire l'acquisizione di conoscenze sul piano teorico, ma anche nel generare sempre maggiore esperienza in un processo metodologico applicato ad una precisa esigenza. Un ruolo imprescindibile per una maggiore comprensione non solo della forma, ma anche del funzionamento strutturale di un’architettura, è quello dato dalla lettura della geometria, che deve essere necessariamente evidenziata se si vuole intendere la matrice linguistica che identifica in maniera peculiare una costruzione storica. Ci sono, infatti, sistemi formali complessi nelle tracce rimaste nei siti archeologici che non si possono immaginare, né tantomeno documentare, se non ricostituire attraverso l'indagine delle formazioni geometriche, che definiscono i rapporti configurativi tra le singole parti. Questa puntualizzazione vale per considerare come la conoscenza di un’architettura possa andare oltre la sua immagine, se tale conoscenza viene estesa appunto all’individuazione delle geometrie che definiscono la configurazione architettonica. Tale comprensione evidenzia anche un più ampio spettro di relazioni sottese alle forme: l’applicazione di appropriate metodologie procedurali, coadiuvate da adeguate apparecchiature per la misurazione, consente la definizione di un linguaggio di indagine dello stato compositivo e conservativo di un luogo, ma soprattutto stabilisce le modalità di comunicazione che favoriscono il ripristino delle condizioni essenziali affinché un monumento possa essere trasmesso alle generazioni future, definendo i presupposti per un buon operare attraverso un corretto progetto di restauro.
2012
9788849525359
L’evoluzione delle metodologie investigative coadiuvate dalle tecnologie scanner laser based per un nuovo linguaggio di conoscenza archeologica: il rilievo del Tempio di Diana a Baia / Campi, Massimiliano; E., Bronzino. - n. 12:(2012), pp. 100-107.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/516007
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