La finitezza è tradizionalmente associata alle categorie morfo-sintattiche di tempo e persona. La nozione di ‘finitezza’ dovrebbe comunque essere considerata in una prospettiva più ampia dal momento che essa ha implicazioni semantiche e pragmatiche, un dato che ha indotto diversi autori (ad esempio, Lasser 1997; Maas 2004) a proporre una distinzione tra la finitezza morfologica e la finitezza semantica. Il lavoro tenta di giustificare la rilevanza di tale distinzione per la descrizione e lo studio dei processi acquisizionali. Nel corso dell’ultimo decennio, l’acquisizione della finitezza è stata analizzata attraverso una prospettiva essenzialmente formale, comparando, nel corso del tempo, le produzioni orali spontanee o semi-guidate fornite dagli apprendenti. Attraverso l’impiego della stessa metodologia, il lavoro esamina e pone a confronto i processi acquisizionali di informatori che apprendono il francese, l’olandese e il tedesco come L1 (bambini) o come L2 (appredenti adulti), ovvero lingue in cui la finitezza è marcata per il tramite della morfologia verbale. Vengono dunque descritte le tappe di acquisizione che si susseguono, interrogandosi sulle notevoli differenze che emergono tra l’acquisizione infantile (L1) e quella adulta (L2) e sul modo in cui tali divergenze possono aiutare a comprendere il funzionamento del meccanismo della finitezza.
L'espressione della finitezza nel bambino e negli apprendenti adulti di L2: una prospettiva interlinguistica / C., Perdue; Giuliano, Patrizia. - STAMPA. - (2007), pp. 43-64. (Intervento presentato al convegno Imparare una lingua: recenti sviluppi teorici e proposte applicative tenutosi a Università l'Orientale di Napoli nel 9-10 febbraio 2006).
L'espressione della finitezza nel bambino e negli apprendenti adulti di L2: una prospettiva interlinguistica
GIULIANO, PATRIZIA
2007
Abstract
La finitezza è tradizionalmente associata alle categorie morfo-sintattiche di tempo e persona. La nozione di ‘finitezza’ dovrebbe comunque essere considerata in una prospettiva più ampia dal momento che essa ha implicazioni semantiche e pragmatiche, un dato che ha indotto diversi autori (ad esempio, Lasser 1997; Maas 2004) a proporre una distinzione tra la finitezza morfologica e la finitezza semantica. Il lavoro tenta di giustificare la rilevanza di tale distinzione per la descrizione e lo studio dei processi acquisizionali. Nel corso dell’ultimo decennio, l’acquisizione della finitezza è stata analizzata attraverso una prospettiva essenzialmente formale, comparando, nel corso del tempo, le produzioni orali spontanee o semi-guidate fornite dagli apprendenti. Attraverso l’impiego della stessa metodologia, il lavoro esamina e pone a confronto i processi acquisizionali di informatori che apprendono il francese, l’olandese e il tedesco come L1 (bambini) o come L2 (appredenti adulti), ovvero lingue in cui la finitezza è marcata per il tramite della morfologia verbale. Vengono dunque descritte le tappe di acquisizione che si susseguono, interrogandosi sulle notevoli differenze che emergono tra l’acquisizione infantile (L1) e quella adulta (L2) e sul modo in cui tali divergenze possono aiutare a comprendere il funzionamento del meccanismo della finitezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.