Il lavoro si interroga se la posizione di vantaggio che il diritto originario – costituzionale, europeo o internazionale – riserva al minore sia una mera promessa per le generazioni future o già oggi una tutela per i nostri figli. Le cinque linee direttive dell’indagine sono: le fonti e i contenuti regolatori della materia; i soggetti affidatari del valore da curare; gli interessi in gioco; il ruolo della tecnica, e, infine, lo sguardo all’Europa e alla testimonianza di chi, come gli Inglesi, non pone la solennità di una Costituzione scritta a tutela dei minori, e tuttavia li difende di più e meglio di chi dovrebbe proteggerli per espresso dettato costituzionale e omette di farlo. Chiediamo al lettore se la sovrabbondanza di fonti, irrispettose dei principi di gerarchia, riserva di legge e responsabilità politica, e il rincorrersi scomposto di contenuti, abbiano protetto il minore dalle manifestazioni del pensiero hard e realizzato gli obblighi educativi funzionali alla sua maturità di giudizio; o abbiano piuttosto obbedito alle ragioni commerciali delle imprese di comunicazione. Alla medesima alternativa tra la torsione egoistica della regulation e la sua vocazione al common good deve guardare anche la scelta sulla disciplina di Internet. Rispetto ai nuovi “linguaggi” della comunicazione rimane ferma la domanda se affidare la difesa dei minori all’eteronormazione, necessariamente di matrice sovranazionale, o lasciarla al dominio di una self-regulation, orientata dai padroni della rete. Solo se si avverasse la prima condizione, riterremo azzerata la distanza tra il dover essere costituzionale del favor minoris e l’effettività del dato normativo.
Guida alla lettura - Il favor constitutionis e il minore: realtà o fantasia? / DE MINICO, Giovanna. - STAMPA. - (2012), pp. 7-49. [10.4399/97888548532181]
Guida alla lettura - Il favor constitutionis e il minore: realtà o fantasia?
DE MINICO, GIOVANNA
2012
Abstract
Il lavoro si interroga se la posizione di vantaggio che il diritto originario – costituzionale, europeo o internazionale – riserva al minore sia una mera promessa per le generazioni future o già oggi una tutela per i nostri figli. Le cinque linee direttive dell’indagine sono: le fonti e i contenuti regolatori della materia; i soggetti affidatari del valore da curare; gli interessi in gioco; il ruolo della tecnica, e, infine, lo sguardo all’Europa e alla testimonianza di chi, come gli Inglesi, non pone la solennità di una Costituzione scritta a tutela dei minori, e tuttavia li difende di più e meglio di chi dovrebbe proteggerli per espresso dettato costituzionale e omette di farlo. Chiediamo al lettore se la sovrabbondanza di fonti, irrispettose dei principi di gerarchia, riserva di legge e responsabilità politica, e il rincorrersi scomposto di contenuti, abbiano protetto il minore dalle manifestazioni del pensiero hard e realizzato gli obblighi educativi funzionali alla sua maturità di giudizio; o abbiano piuttosto obbedito alle ragioni commerciali delle imprese di comunicazione. Alla medesima alternativa tra la torsione egoistica della regulation e la sua vocazione al common good deve guardare anche la scelta sulla disciplina di Internet. Rispetto ai nuovi “linguaggi” della comunicazione rimane ferma la domanda se affidare la difesa dei minori all’eteronormazione, necessariamente di matrice sovranazionale, o lasciarla al dominio di una self-regulation, orientata dai padroni della rete. Solo se si avverasse la prima condizione, riterremo azzerata la distanza tra il dover essere costituzionale del favor minoris e l’effettività del dato normativo.File | Dimensione | Formato | |
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