Il costruito e la città sulla costa non sono caratterizzati semplicemente da un dato topografico, bensì da una condizione che ne segna lo sviluppo e la crescita, la struttura e l’immagine, non solo nel senso dell’adeguamento alla geografia ed alla morfologia, ma anche nel senso dell’appartenenza della geografia all’insediamento e alla città, ed anche all’architettura costruita, fino al divenire della linea di costa essa stessa architettura, un'architettura naturaole che va vista dal mare. Questa relazione assolutamente peculiare è sintetizzabile nella “relazione contestuale”, ieri si parlava di contesti e di vuilnerabilità degli stessi, ma tutto assume un valore e un senso determinante quando le condizioni del luogo presentano caratteri di naturalità tanto forti da divenire “esclusivi” rispetto all’atto progettuale. Si può parlare di una architettura della linea di costa, di architettura sulla costa, di manufatti e natura che si fondono in una “costruzione” nella quale si ritrovano specificità e identità, considerando «un’unità che è sintesi di cultura e storia, di natura e artificio». Un esempio emblematico è la trasformazione di tutta la costa urbana di Napoli, che ha visto preponderante la condizione di naturalità della sua costa, come racconta l’immensa mole dell’iconografia sette-ottocentesca. Solo alla fine del XIX secolo da occidente ad oriente si ridisegna la linea di bordo e – di conseguenza - i diversi tratti di fronte urbano sul mare; dalla lunga via litoranea, alla colmata del quartiere di S. Lucia, fino alla realizzazione del nuovo porto commerciale che ingloba l’area del porto militare esistente ai piedi del Maschio Angioino, e si estende fino alla zona più ad est. Proprio la lettura degli assi trasversali, la relazione fortissima con la natura e l'orografia, collina, piano digradante, mare, ci fa leggere il porto per parti (come facemmo nella stesura del PRP), e dal mare questa connessione fisica e percettiva è ancora più forte.

Il porto tra artificio e natura / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il mare e la città Cultura urbana e cultura marittima per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane costiere tenutosi a Napoli nel 27-28 settembre).

Il porto tra artificio e natura

SANTANGELO, MARIA ROSARIA
2012

Abstract

Il costruito e la città sulla costa non sono caratterizzati semplicemente da un dato topografico, bensì da una condizione che ne segna lo sviluppo e la crescita, la struttura e l’immagine, non solo nel senso dell’adeguamento alla geografia ed alla morfologia, ma anche nel senso dell’appartenenza della geografia all’insediamento e alla città, ed anche all’architettura costruita, fino al divenire della linea di costa essa stessa architettura, un'architettura naturaole che va vista dal mare. Questa relazione assolutamente peculiare è sintetizzabile nella “relazione contestuale”, ieri si parlava di contesti e di vuilnerabilità degli stessi, ma tutto assume un valore e un senso determinante quando le condizioni del luogo presentano caratteri di naturalità tanto forti da divenire “esclusivi” rispetto all’atto progettuale. Si può parlare di una architettura della linea di costa, di architettura sulla costa, di manufatti e natura che si fondono in una “costruzione” nella quale si ritrovano specificità e identità, considerando «un’unità che è sintesi di cultura e storia, di natura e artificio». Un esempio emblematico è la trasformazione di tutta la costa urbana di Napoli, che ha visto preponderante la condizione di naturalità della sua costa, come racconta l’immensa mole dell’iconografia sette-ottocentesca. Solo alla fine del XIX secolo da occidente ad oriente si ridisegna la linea di bordo e – di conseguenza - i diversi tratti di fronte urbano sul mare; dalla lunga via litoranea, alla colmata del quartiere di S. Lucia, fino alla realizzazione del nuovo porto commerciale che ingloba l’area del porto militare esistente ai piedi del Maschio Angioino, e si estende fino alla zona più ad est. Proprio la lettura degli assi trasversali, la relazione fortissima con la natura e l'orografia, collina, piano digradante, mare, ci fa leggere il porto per parti (come facemmo nella stesura del PRP), e dal mare questa connessione fisica e percettiva è ancora più forte.
2012
Il porto tra artificio e natura / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il mare e la città Cultura urbana e cultura marittima per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane costiere tenutosi a Napoli nel 27-28 settembre).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/509651
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