Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert, es kommt aber darauf an, sie zu verändern. “I filosofi hanno solo diversamente interpretato il mondo, è però arrivato il momento di cambiarlo.” La frase di Marx si legge sulla parete che si apre alle due rampe di scale nell’atrio della Humboldt Universität di Berlino. È l’undicesima tesi su Feurbach, un monito, che continua a segnare l’insufficienza della filosofia a fronte necessità del cambiamento del mondo. Qui si prova a rovesciare quella prospettiva per dire che “I filosofi hanno solo diversamente interpretato il mondo, adesso è però il momento di cambiare la filosofia”. Si segue così il “disaccordo” (Ranciere) tra filosofia e politica, cercando di riflettere piuttosto su un “nuovo accordo”, non un patto, ma per far emergere il desiderio come della politica e della filosofia verso un altro mondo. Forse la politica non è che il desiderio della filosofia. Forse la filosofia non è che il desiderio della politica. L’una rincorre la passione dell’altra. E se il desiderio, come si afferma, si accompagna alla “mancanza” è su questa che occorre riflettere. Non però come “assenza” o come ciò che non c’è, la mancanza è piuttosto come il mancare, soggettivo, perdere la mira, il non cogliere la verità di ciò che c’è. Si segue qui il racconto degli amanti e degli amici, personaggi che arrivano ogni volta a farsi intorno e pronunciarsi e a interrogarsi, quando si parla in filosofia. In questione non è la mancanza di qualcosa, lo sguardo e il legame. La pratica della filosofia, la sua politica, si contiene allora nella forma: “vedere quel che manca in quel che c’è, perché ciò che c’è sia veramente quel che è”. Può risuonare come enfatico e raggirante, perciò viene opportuno per comprenderlo ripeterlo nella sua diretta applicazione, richiamando il mondo e la città: “vedere quel che manca alla città perché sia veramente quel che si dice dell’essere città”. È necessario per tutto questo uno sguardo diverso, un sguardo del desiderio, ma anche di conoscenza del sapere che saggia i legami che rendono possibile questa pratica. È necessario ancora l’amore vero e la vera amicizia, che permettono di intendere l’etica del legame più importante, quando si tratta di cambiare il mondo, ed è il legame tra l’esistenza e la vita. Mettere la vita al mondo e dare mondo alla vita. La pratica politica sarà allora ogni volta non un’interpretazione, ma una traduzione generativa del desiderio. Il politico è chiamato a tradurre in forma di legislazione, perciò scritta, formalizzata il bisogno e il desiderio, l’esigenza di una città vera, di un Paese. È una traduzione continua, dal mondo non scritto a quello scritto, una traduzione in legge, tale da rendere leggibile quel che manca come diritto di soddisfare il desiderio di vivere. La filosofia deve allora essere “tradotta” in politica. Deve essere portata, messa, in politica perché la politica ritrovi ogni volta il desiderio di vita del mondo.

La filosofia tradotta in politica o della politica del desiderio / Ferraro, Giuseppe. - STAMPA. - (2012), pp. 109-135.

La filosofia tradotta in politica o della politica del desiderio

FERRARO, GIUSEPPE
2012

Abstract

Die Philosophen haben die Welt nur verschieden interpretiert, es kommt aber darauf an, sie zu verändern. “I filosofi hanno solo diversamente interpretato il mondo, è però arrivato il momento di cambiarlo.” La frase di Marx si legge sulla parete che si apre alle due rampe di scale nell’atrio della Humboldt Universität di Berlino. È l’undicesima tesi su Feurbach, un monito, che continua a segnare l’insufficienza della filosofia a fronte necessità del cambiamento del mondo. Qui si prova a rovesciare quella prospettiva per dire che “I filosofi hanno solo diversamente interpretato il mondo, adesso è però il momento di cambiare la filosofia”. Si segue così il “disaccordo” (Ranciere) tra filosofia e politica, cercando di riflettere piuttosto su un “nuovo accordo”, non un patto, ma per far emergere il desiderio come della politica e della filosofia verso un altro mondo. Forse la politica non è che il desiderio della filosofia. Forse la filosofia non è che il desiderio della politica. L’una rincorre la passione dell’altra. E se il desiderio, come si afferma, si accompagna alla “mancanza” è su questa che occorre riflettere. Non però come “assenza” o come ciò che non c’è, la mancanza è piuttosto come il mancare, soggettivo, perdere la mira, il non cogliere la verità di ciò che c’è. Si segue qui il racconto degli amanti e degli amici, personaggi che arrivano ogni volta a farsi intorno e pronunciarsi e a interrogarsi, quando si parla in filosofia. In questione non è la mancanza di qualcosa, lo sguardo e il legame. La pratica della filosofia, la sua politica, si contiene allora nella forma: “vedere quel che manca in quel che c’è, perché ciò che c’è sia veramente quel che è”. Può risuonare come enfatico e raggirante, perciò viene opportuno per comprenderlo ripeterlo nella sua diretta applicazione, richiamando il mondo e la città: “vedere quel che manca alla città perché sia veramente quel che si dice dell’essere città”. È necessario per tutto questo uno sguardo diverso, un sguardo del desiderio, ma anche di conoscenza del sapere che saggia i legami che rendono possibile questa pratica. È necessario ancora l’amore vero e la vera amicizia, che permettono di intendere l’etica del legame più importante, quando si tratta di cambiare il mondo, ed è il legame tra l’esistenza e la vita. Mettere la vita al mondo e dare mondo alla vita. La pratica politica sarà allora ogni volta non un’interpretazione, ma una traduzione generativa del desiderio. Il politico è chiamato a tradurre in forma di legislazione, perciò scritta, formalizzata il bisogno e il desiderio, l’esigenza di una città vera, di un Paese. È una traduzione continua, dal mondo non scritto a quello scritto, una traduzione in legge, tale da rendere leggibile quel che manca come diritto di soddisfare il desiderio di vivere. La filosofia deve allora essere “tradotta” in politica. Deve essere portata, messa, in politica perché la politica ritrovi ogni volta il desiderio di vita del mondo.
2012
La filosofia tradotta in politica o della politica del desiderio / Ferraro, Giuseppe. - STAMPA. - (2012), pp. 109-135.
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