Il tema della responsabilità e dell’azione colpevole s’intreccia con la possibilità di una costruzione condivisa della memoria di quegli avvenimenti, dislocando la relazione tra perdono e diritto nell’ottica della sua costruzione attraverso il diritto, sul piano delle procedure possibili di selezione e elaborazione della loro rappresentazione. Ciò tocca nel profondo il significato con il quale il perdono s’impone nel discorso giuridico contemporaneo, facendosi affidatario di processi di transizione costituzionale che traducono obiettivi politici di inclusione di comunità escluse, di assorbimento nel circuito della tutela giuridica delle vittime di gravi crimini. In questa declinazione pubblica, pensare al perdono come possibilità di riconciliazione per identità divise, insieme alla necessità che una memoria vi sia, quanto agli avvenimenti che hanno generato quella lacerazione, non è cosa priva di aspetti problematici. Per alcuni versi questo discorso sulla declinazione pubblica e politica del perdono pare stare in linea con la cifra di quella third wave di cui Huntington scriveva a proposito dei processi di democratizzazione riferibili alla fine del XX secolo . Tengono assieme quelle esperienze – Huntington ne riferisce l’avvio agli avvenimenti del Portogallo nel 1974 – non solo un medesimo contesto temporale, ma una medesima idea della transizione verso la democrazia, transizione che in alcuni casi sceglie di confrontarsi con i crimini perpetrati nel corso dei regimi precedenti in modo del tutto innovativo. Nell’esperienza di transizione costituzionale sudafricana, che si proietta oltre, ma anche a partire dall’Apartheid, è la proprio la parola Reconciliation – assieme alla parola Truth, non meno significativa – a venir scelta per rappresentare quel mutamento. Appare in questo senso interessante come, poco più di quindici anni dopo, una delle questioni su cui ci si interroghi maggiormente quanto a quella stagione sia centrata intorno al carattere necessariamente ambiguo di quel concetto chiave, riconciliazione, sin dall’inizio stretto tra l’esser inteso come processo, o il porsi piuttosto quale obiettivo perseguibile .

Il diritto tra storia e memoria. La riconciliazione nei processi di transizione costituzionale / Marzocco, Valeria. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il futuro della democrazia tenutosi a Università degli Studi di Macerata nel 13-14 marzo 2012).

Il diritto tra storia e memoria. La riconciliazione nei processi di transizione costituzionale

MARZOCCO, Valeria
2012

Abstract

Il tema della responsabilità e dell’azione colpevole s’intreccia con la possibilità di una costruzione condivisa della memoria di quegli avvenimenti, dislocando la relazione tra perdono e diritto nell’ottica della sua costruzione attraverso il diritto, sul piano delle procedure possibili di selezione e elaborazione della loro rappresentazione. Ciò tocca nel profondo il significato con il quale il perdono s’impone nel discorso giuridico contemporaneo, facendosi affidatario di processi di transizione costituzionale che traducono obiettivi politici di inclusione di comunità escluse, di assorbimento nel circuito della tutela giuridica delle vittime di gravi crimini. In questa declinazione pubblica, pensare al perdono come possibilità di riconciliazione per identità divise, insieme alla necessità che una memoria vi sia, quanto agli avvenimenti che hanno generato quella lacerazione, non è cosa priva di aspetti problematici. Per alcuni versi questo discorso sulla declinazione pubblica e politica del perdono pare stare in linea con la cifra di quella third wave di cui Huntington scriveva a proposito dei processi di democratizzazione riferibili alla fine del XX secolo . Tengono assieme quelle esperienze – Huntington ne riferisce l’avvio agli avvenimenti del Portogallo nel 1974 – non solo un medesimo contesto temporale, ma una medesima idea della transizione verso la democrazia, transizione che in alcuni casi sceglie di confrontarsi con i crimini perpetrati nel corso dei regimi precedenti in modo del tutto innovativo. Nell’esperienza di transizione costituzionale sudafricana, che si proietta oltre, ma anche a partire dall’Apartheid, è la proprio la parola Reconciliation – assieme alla parola Truth, non meno significativa – a venir scelta per rappresentare quel mutamento. Appare in questo senso interessante come, poco più di quindici anni dopo, una delle questioni su cui ci si interroghi maggiormente quanto a quella stagione sia centrata intorno al carattere necessariamente ambiguo di quel concetto chiave, riconciliazione, sin dall’inizio stretto tra l’esser inteso come processo, o il porsi piuttosto quale obiettivo perseguibile .
2012
Il diritto tra storia e memoria. La riconciliazione nei processi di transizione costituzionale / Marzocco, Valeria. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il futuro della democrazia tenutosi a Università degli Studi di Macerata nel 13-14 marzo 2012).
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