L’attenzione crescente riservata al profilo concettuale del consenso nella relazione terapeutica si colloca entro la stagione nevralgica cui è giunto lo stato della discussione in letteratura. Non è difficile vedere come si addensino soprattutto intorno a alla formula dell’informed consent, che ferma dal punto di vista giuridico la pretesa soggettiva ad autorizzare l’atto medico, tendenze ricostruttive radicalmente opposte: le diffuse ricostruzioni enfatiche, tese a connetterne la fisionomia all’affermazione del diritto all’autodeterminazione del soggetto nella relazione terapeutica, dividono il campo con altrettanto crescenti letture riduzionistiche, miranti ad un suo svuotamento, dacché nel consenso informato si legge l’esponenziale rappresentazione di una medicina che si giuridifica, di una medicina difensiva. È possibile ipotizzare che alcune delle ragioni di questa problematicità abbiano radici profonde, dacché non può trascurarsi che con il principio del consenso entro la relazione terapeutica si sia dinanzi all’esito di un itinerario che, dentro una riflessione che pensa alla medicina come detenzione di un sapere professionalizzato, finisce per orientarne secondo stadi di progressiva evoluzione il ruolo nella società. Questo percorso, come ci ha insegnato Talcott Parsons, struttura progressivamente la relazione tra medico e paziente come e innanzitutto una relazione tra ruoli sociali e segna la lenta ma inesorabile trasfigurazione del medicus gratiosus della tradizione ippocratica nel percivaliano medicus politicus.

La relazione tra medico e paziente oggi. Diritti e responsabilità; / Marzocco, Valeria. - (2011). (Intervento presentato al convegno Alleanza terapeutica. Realtà o utopia?, tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 10-11 novembre 2011).

La relazione tra medico e paziente oggi. Diritti e responsabilità;

MARZOCCO, Valeria
2011

Abstract

L’attenzione crescente riservata al profilo concettuale del consenso nella relazione terapeutica si colloca entro la stagione nevralgica cui è giunto lo stato della discussione in letteratura. Non è difficile vedere come si addensino soprattutto intorno a alla formula dell’informed consent, che ferma dal punto di vista giuridico la pretesa soggettiva ad autorizzare l’atto medico, tendenze ricostruttive radicalmente opposte: le diffuse ricostruzioni enfatiche, tese a connetterne la fisionomia all’affermazione del diritto all’autodeterminazione del soggetto nella relazione terapeutica, dividono il campo con altrettanto crescenti letture riduzionistiche, miranti ad un suo svuotamento, dacché nel consenso informato si legge l’esponenziale rappresentazione di una medicina che si giuridifica, di una medicina difensiva. È possibile ipotizzare che alcune delle ragioni di questa problematicità abbiano radici profonde, dacché non può trascurarsi che con il principio del consenso entro la relazione terapeutica si sia dinanzi all’esito di un itinerario che, dentro una riflessione che pensa alla medicina come detenzione di un sapere professionalizzato, finisce per orientarne secondo stadi di progressiva evoluzione il ruolo nella società. Questo percorso, come ci ha insegnato Talcott Parsons, struttura progressivamente la relazione tra medico e paziente come e innanzitutto una relazione tra ruoli sociali e segna la lenta ma inesorabile trasfigurazione del medicus gratiosus della tradizione ippocratica nel percivaliano medicus politicus.
2011
La relazione tra medico e paziente oggi. Diritti e responsabilità; / Marzocco, Valeria. - (2011). (Intervento presentato al convegno Alleanza terapeutica. Realtà o utopia?, tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 10-11 novembre 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/462086
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