Con l’evoluzione delle speculazioni teoriche e delle tecniche costruttive, e con le separazioni delle competenze, è emersa sempre più la difficoltà di gestire in maniera congruente i tre principi vitruviani della firmitas, dell’utilitas e della venustas, fino all’attuale condizione di complessità del progettare e del costruire che di fatto finisce con lo scindere il progetto in una sommatoria di “forma, funzione e tecnica”, riducendolo a una addizione di soluzioni e dati quasi isolati, che difficilmente possono essere riorganizzati a posteriori. L’immagine, a cui in tale processo spetta il ruolo di descriverne le fasi, beneficia oggi di una evoluzione tecnologica che offre innegabili vantaggi operativi, ma che induce il rischio di rendere meno stringente il rapporto tra l'apparenza visiva e la struttura concreta dei luoghi e delle scelte costruttive. Pur non disponendo delle attuali conoscenze pratiche e teoriche, né di un linguaggio descrittivo rigorosamente declinato e condiviso, se non di quello geometrico, gli antichi progettisti-disegnatori, utilizzando anche il modello materico come importante momento di verifica dell’idea prima della sua concretizzazione, ci hanno lasciato opere che hanno sfidato il tempo e l’usura, anche se non l’uomo. Il contributo vuole effettuare alcune riflessioni in merito e analizzare significative tappe dell’evoluzione della rappresentazione nonché di quegli “strumenti” che, fin dai tempi più antichi, hanno supportato la possibilità di controllare la messa in forma dell’opera progettata ed il dimensionamento delle sue partizioni.

La rappresentazione e il controllo dello spazio. Sintesi di un percorso / Papa, LIA MARIA. - STAMPA. - Tomo II:(2012), pp. 255-264.

La rappresentazione e il controllo dello spazio. Sintesi di un percorso.

PAPA, LIA MARIA
2012

Abstract

Con l’evoluzione delle speculazioni teoriche e delle tecniche costruttive, e con le separazioni delle competenze, è emersa sempre più la difficoltà di gestire in maniera congruente i tre principi vitruviani della firmitas, dell’utilitas e della venustas, fino all’attuale condizione di complessità del progettare e del costruire che di fatto finisce con lo scindere il progetto in una sommatoria di “forma, funzione e tecnica”, riducendolo a una addizione di soluzioni e dati quasi isolati, che difficilmente possono essere riorganizzati a posteriori. L’immagine, a cui in tale processo spetta il ruolo di descriverne le fasi, beneficia oggi di una evoluzione tecnologica che offre innegabili vantaggi operativi, ma che induce il rischio di rendere meno stringente il rapporto tra l'apparenza visiva e la struttura concreta dei luoghi e delle scelte costruttive. Pur non disponendo delle attuali conoscenze pratiche e teoriche, né di un linguaggio descrittivo rigorosamente declinato e condiviso, se non di quello geometrico, gli antichi progettisti-disegnatori, utilizzando anche il modello materico come importante momento di verifica dell’idea prima della sua concretizzazione, ci hanno lasciato opere che hanno sfidato il tempo e l’usura, anche se non l’uomo. Il contributo vuole effettuare alcune riflessioni in merito e analizzare significative tappe dell’evoluzione della rappresentazione nonché di quegli “strumenti” che, fin dai tempi più antichi, hanno supportato la possibilità di controllare la messa in forma dell’opera progettata ed il dimensionamento delle sue partizioni.
2012
9788887479485
La rappresentazione e il controllo dello spazio. Sintesi di un percorso / Papa, LIA MARIA. - STAMPA. - Tomo II:(2012), pp. 255-264.
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