Le immunodeficienze primitive T rappresentano un gruppo eterogeneo di malattie difficilmente riconoscibili tra loro sulla base dei segni clinici obiettivi. Recentemente sono state identificate, quali responsabili di immunodeficit combinati (SCID), alterazioni molecolari di geni che codificano per molecole di signaling intracellulare e che sono coinvolte nei processi di differenziazione/attivazione linfocitaria T. In particolare, mutazioni dei geni che codificano per la catena g del recettore per l'IL-2, IL-4 e IL-7, o della chinasi JAK-3 che si associa alla catena g (Noguchi, 1993; Macchi, 1995) determinano un quadro clinico di SCID. Un fenotipo simile di SCID, caratterizzato da deplezione selettiva di linfociti CD8+, è associato a mutazioni della tirosina chinasi associata alla catena z del complesso CD3 (ZAP-70)(Chan, 1994). Tuttavia, la correlazione tra fenotipo immunologico e genotipo è tuttora non completamente chiarita. In numerose forme di difetto prevalentemente T non è evidenziabile alcuna mutazione dei geni sopra menzionati, confermando quindi che differenti meccanismi patogenetici possano essere responsabili di malattie fenotipicamente simili. Ulteriori evidenze, ottenute in modelli sperimentali mediante knock out di chinasi intracitoplasmiche appartenenti alla famiglia Src,(Bolen, 1992) confermano che molecole di signaling, selettivamente espresse in cellule del sistema ematopoietico, hanno un ruolo determinante anche nella differenziazione linfocitaria. In particolare, è stato dimostrato che il knock out del gene che codifica per la tirosina chinasi p56lck determina arresto della differenziazione T con assenza di linfociti CD3+CD4+ o CD3+CD8+ (Molina, 1992). In alcuni casi la ridotta funzionalità delle cellule immunitarie è da ascrivere a ridotto numero di cellule mature circolanti, in altri casi il difetto è qualitativo ed associato quindi ad un fenotipo di membrana apparentemente normale. Considerato l'esiguo numero di pazienti con queste caratteristiche, pochi sono gli studi di signaling in pazienti con difetto di attivazione cellulare T (Chatila, 1989). Un ruolo determinante nell'attivazione T via TCR è svolto, oltre che dalla molecola ZAP-70, anche dalle chinasi Fyn e Lck, rispettivamente associate al CD3 ed alle molecole accessorie CD4 e CD8 (Bolen, 1992). L'attivazione delle cellule T ha inizio con l'interazione dell'antigene con il TCR espresso sulla membrana nel contesto di un complesso macromolecolare (TCR/CD3) (Klausner, 1991). Lo stimolo viene, quindi, trasmesso a valle fino al nucleo con il coinvolgimento di numerose proteine intracitoplasmatiche, per alcune delle quali è dimostrato un ruolo necessario nell'attivazione in condizioni di fisiologia (Klausner, 1991). E' ipotizzabile quindi che alterazioni dei geni che codificano per tirosina-chinasi della famiglia Src possano determinare quadri immunologici di SCID. L'identificazione di pazienti con immunodeficit funzionali e l'identificazione di nuove alterazioni nei meccanismi biochimici responsabili della trasmissione del segnale via complesso CD3/TCR offrirebbe un considerevole contributo alle conoscenze sull'attivazione cellulare, e permetterebbe di ampliare notevolmente le conoscenze in tema di patogenesi delle Immunodeficienze.
Analisi di processi di fosforilazione in tirosina in soggetti con immunodeficit T da difetto di attivazione linfocitaria / Pignata, Claudio; D., DE MATTIA; F., Locatelli; L., Nespoli; L., Notarangelo; F., Panizon; M. C., Pietrogrande; A., Plebani; M. G., Roncarolo; P., Rossi; C., Salpietro; A., Ugazio. - (1997). (Intervento presentato al convegno Biologia e clinica dei difetti congeniti dell'immunità nel 15/2/1998).
Analisi di processi di fosforilazione in tirosina in soggetti con immunodeficit T da difetto di attivazione linfocitaria
PIGNATA, CLAUDIO;
1997
Abstract
Le immunodeficienze primitive T rappresentano un gruppo eterogeneo di malattie difficilmente riconoscibili tra loro sulla base dei segni clinici obiettivi. Recentemente sono state identificate, quali responsabili di immunodeficit combinati (SCID), alterazioni molecolari di geni che codificano per molecole di signaling intracellulare e che sono coinvolte nei processi di differenziazione/attivazione linfocitaria T. In particolare, mutazioni dei geni che codificano per la catena g del recettore per l'IL-2, IL-4 e IL-7, o della chinasi JAK-3 che si associa alla catena g (Noguchi, 1993; Macchi, 1995) determinano un quadro clinico di SCID. Un fenotipo simile di SCID, caratterizzato da deplezione selettiva di linfociti CD8+, è associato a mutazioni della tirosina chinasi associata alla catena z del complesso CD3 (ZAP-70)(Chan, 1994). Tuttavia, la correlazione tra fenotipo immunologico e genotipo è tuttora non completamente chiarita. In numerose forme di difetto prevalentemente T non è evidenziabile alcuna mutazione dei geni sopra menzionati, confermando quindi che differenti meccanismi patogenetici possano essere responsabili di malattie fenotipicamente simili. Ulteriori evidenze, ottenute in modelli sperimentali mediante knock out di chinasi intracitoplasmiche appartenenti alla famiglia Src,(Bolen, 1992) confermano che molecole di signaling, selettivamente espresse in cellule del sistema ematopoietico, hanno un ruolo determinante anche nella differenziazione linfocitaria. In particolare, è stato dimostrato che il knock out del gene che codifica per la tirosina chinasi p56lck determina arresto della differenziazione T con assenza di linfociti CD3+CD4+ o CD3+CD8+ (Molina, 1992). In alcuni casi la ridotta funzionalità delle cellule immunitarie è da ascrivere a ridotto numero di cellule mature circolanti, in altri casi il difetto è qualitativo ed associato quindi ad un fenotipo di membrana apparentemente normale. Considerato l'esiguo numero di pazienti con queste caratteristiche, pochi sono gli studi di signaling in pazienti con difetto di attivazione cellulare T (Chatila, 1989). Un ruolo determinante nell'attivazione T via TCR è svolto, oltre che dalla molecola ZAP-70, anche dalle chinasi Fyn e Lck, rispettivamente associate al CD3 ed alle molecole accessorie CD4 e CD8 (Bolen, 1992). L'attivazione delle cellule T ha inizio con l'interazione dell'antigene con il TCR espresso sulla membrana nel contesto di un complesso macromolecolare (TCR/CD3) (Klausner, 1991). Lo stimolo viene, quindi, trasmesso a valle fino al nucleo con il coinvolgimento di numerose proteine intracitoplasmatiche, per alcune delle quali è dimostrato un ruolo necessario nell'attivazione in condizioni di fisiologia (Klausner, 1991). E' ipotizzabile quindi che alterazioni dei geni che codificano per tirosina-chinasi della famiglia Src possano determinare quadri immunologici di SCID. L'identificazione di pazienti con immunodeficit funzionali e l'identificazione di nuove alterazioni nei meccanismi biochimici responsabili della trasmissione del segnale via complesso CD3/TCR offrirebbe un considerevole contributo alle conoscenze sull'attivazione cellulare, e permetterebbe di ampliare notevolmente le conoscenze in tema di patogenesi delle Immunodeficienze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.