Le città "reticolari" sudamericane sono la dimostrazione palpabile della capacità di persistenza del piano e si pongono al tempo stesso come punto di rottura di uno dei suoi più tradizionali portati: la continuità del rapporto tra tipologia e morfologia. Lavorando su Montevideo, si è verificato come tra le città sudamericane, la capitale uruguayana sia quella in cui più evidente è questa condizione, probabilmente perché la brevità della sua storia urbana non offre nessuna giustificazione alla impressionante discontinuità dello skyline delle sue strade, segnato dalla aritmica alternanza di edifici alti e bassi, tutti perfettamente ordinati dall'impianto quadricolare. Non a caso l'occhio attento di Le Corbusier si fissa a Montevideo proprio sulla nudità delle pareti che separano lotto da lotto, cogliendone la singolare "qualità" estetica. La evidente contraddizione tra un impianto regolare e compatto e la forte discontinuità che segna la terza dimensione della città, desta nel visitatore europeo, meno acuto e immaginoso di Le Corbusier, un leggero senso di inquietudine; seguito però quasi subito dalla percezione di qualcosa di sorprendente e rassicurante al tempo stesso: L'alterità tra impianto ed architettura non impedisce che l'uno sia ancora presente, con la sua funzione ordinatrice, e che l'altra esibisca in modo diffuso la sua qualità sobria e discreta. Non di un'architettura della città si tratta, ma di una città fatta di architetture che si dispongono quasi sempre ordinatamente nell'impianto quadricolare senza per questo rinunciare a mostrare la loro qualità individuale. Di grande evidenza ed interesse la relazione con le avanguardie architettoniche europee. Qui l'architettura moderna sembra dare il meglio di sé: forse non costretta, come in Europa, ad urlare la sua diversità e a combattere un'aspra battaglia per liberarsi del peso ingombrante di una storia spesso più che millenaria, riesce, nella città sudamericana, a fondere razionalismo e realismo, ad assumere una dimensione e una misura umana e "civile", a recuperare una ricchezza di immagine ed una complessità di senso che aveva dovuto sacrificare, altrove, alla necessità di essere "avanguardia".

Influencias de Europa en el urbanismo real uruguayo / Kohen, M.; Amirante, R.; Santangelo, M.; Bruni, F.. - (1996).

Influencias de Europa en el urbanismo real uruguayo

R. Amirante
Conceptualization
;
M. Santangelo
Conceptualization
;
F. Bruni
Conceptualization
1996

Abstract

Le città "reticolari" sudamericane sono la dimostrazione palpabile della capacità di persistenza del piano e si pongono al tempo stesso come punto di rottura di uno dei suoi più tradizionali portati: la continuità del rapporto tra tipologia e morfologia. Lavorando su Montevideo, si è verificato come tra le città sudamericane, la capitale uruguayana sia quella in cui più evidente è questa condizione, probabilmente perché la brevità della sua storia urbana non offre nessuna giustificazione alla impressionante discontinuità dello skyline delle sue strade, segnato dalla aritmica alternanza di edifici alti e bassi, tutti perfettamente ordinati dall'impianto quadricolare. Non a caso l'occhio attento di Le Corbusier si fissa a Montevideo proprio sulla nudità delle pareti che separano lotto da lotto, cogliendone la singolare "qualità" estetica. La evidente contraddizione tra un impianto regolare e compatto e la forte discontinuità che segna la terza dimensione della città, desta nel visitatore europeo, meno acuto e immaginoso di Le Corbusier, un leggero senso di inquietudine; seguito però quasi subito dalla percezione di qualcosa di sorprendente e rassicurante al tempo stesso: L'alterità tra impianto ed architettura non impedisce che l'uno sia ancora presente, con la sua funzione ordinatrice, e che l'altra esibisca in modo diffuso la sua qualità sobria e discreta. Non di un'architettura della città si tratta, ma di una città fatta di architetture che si dispongono quasi sempre ordinatamente nell'impianto quadricolare senza per questo rinunciare a mostrare la loro qualità individuale. Di grande evidenza ed interesse la relazione con le avanguardie architettoniche europee. Qui l'architettura moderna sembra dare il meglio di sé: forse non costretta, come in Europa, ad urlare la sua diversità e a combattere un'aspra battaglia per liberarsi del peso ingombrante di una storia spesso più che millenaria, riesce, nella città sudamericana, a fondere razionalismo e realismo, ad assumere una dimensione e una misura umana e "civile", a recuperare una ricchezza di immagine ed una complessità di senso che aveva dovuto sacrificare, altrove, alla necessità di essere "avanguardia".
1996
Influencias de Europa en el urbanismo real uruguayo / Kohen, M.; Amirante, R.; Santangelo, M.; Bruni, F.. - (1996).
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