Ciclo di lezioni La città di fondazione Mileto e Napoli Ippodamo da Mileto è ricordato da Aristotele nel II libro della Politica come colui che «escogitò la divisione regolare della città» ma anche come uomo che «pretendeva nulla ignorare della Natura»; anche se il ruolo di innovatore attribuitogli da Aristotele è stato da molti contestato, senza dubbio fu lui a diffondere la pianta reticolare, costituita da strade incrociate ortogonalmete, sino ad allora praticamente ignota in alcune regioni, tanto diffusa. Il disegno geometrico è una regola razionale che viene applicata dalla scala dell'edificio alla scala della città. Le caratteristiche ambientali in cui si sviluppa la città di Mileto sono analizzate in relazione alla schematicità apparente dell’impianto ippodameo, laddove coesistono l’ordine astratto e razionale e la geografia del territorio. Neapolis, fondata dai greci nella prima metà del V secolo, si sviluppa con un impianto urbanistico tipicamente ippodameo, che ancora oggi permane ed è chiaramente leggibile dalla pianta della città attuale; anche nel caso della città di Napoli, la regolare scacchiera ippodamea si "adagia" sul terreno seguendo l'andamento delle curve di livello, le platee si dispongono a terrazzamenti che digradano verso il mare, la struttura urbana si costruisce in relazione al sito e la sua forza è testimoniata dalla resistenza alla trasformazione. La città ellenistica Nelle città di fondazione ellenistica si ritrovano una molteplicità di caratteri che hanno dato luogo a concezioni "urbanistiche" del tutto nuove rispetto a quelle che informavano le città ippodamee,non tanto per ciò che riguarda la scacchiera regolare che in qualche modo permane quanto, fondamentalmente, per una diversa dislocazione degli edifici pubblici, quasi sempre lungo due assi ortogonali e non concentrate in un unico luogo per una maggiore attenzione al rapporto con il paesaggio. Una delle città più significative è senz'altro Pergamo nella quale si rileva la massima concentrazione di edifici a favore delle sistemazioni libere, terrazzate. E' un caso eccezionale proprio per l'intervento dell'uomo sull'orografia, laddove tutte le terrazze sono scavate e costruite, e gli edifici non si adattano tanto all'ambiente naturale quanto all'ambiente già manipolato. La città islamica Quando la nuova religione islamica fece la sua comparsa, non furono pochi gli sconvolgimenti operati nella cultura e nel paesaggio umano dei territori interessati dal nuovo equilibrio; tra vita nomade e vita sedentaria si crearono delle nuove regole e si stabilirono inconsuete alleanze tra beduini ed abitanti delle città. Una caratteristica, senz'altro fondamentale, delle continue formazioni e trasformazioni della città islamica, è data dalla compresenza entro lo stesso perimetro urbano, di più comunità di matrice etnica, religiosa, culturale, linguistica anche molto diversa. Oggi è possibile individuare alcuni criteri generali di formazione della città musulmana, di organizzazione spaziale, nonostante le enormi differenze etnico-culturali, dimensionali e stilistiche connesse con le variabili storico-geografiche ed ambientali. L’ensanche di Barcellona e l’identità della città La Barcellona realizzata alla fine dell’Ottocento dal Cerdà è una città sostanzialmente ri-fondata, la scelta tipologica e l'idea dell'omogeneità viaria determinano un sistema isotropo e ortogonale che lascia, nelle intenzioni del Cerdá, la massima libertà di movimento e di sviluppo futuro. In realtà la proposta è quella di una città alternativa a quella storica, non una reale espansione, bensì una sorta di rifondazione urbana. La nuova maglia è tangente ai nuclei preesistenti, e si interviene su ciascuno di essi con semplici operazioni di accostamento e di omogeneizzazione con lo schema urbano proposto. Gli elementi che costruiscono la scacchiera sono l'isolato, manzana, e la strada, il primo elemento è disegnato come un quadrato con gli angoli smussati per facilitare la circolazione; e c'é una forte connessione tra il disegno della città e il disegno della residenza. L'altro elemento basilare della città è la strada, che assume il ruolo di spina strutturante e gerarchizzante del tessuto urbano, alla quale è affidato il ruolo rappresentativo dell'intera addizione. Nella città ottocentesca, città della rivoluzione industriale, gli edifici collettivi assumono un ruolo fondamentale nell'evoluzione del disegno e della forma urbana; laddove non esiste alcuna specifica differenziazione fra gli isolati rispetto al loro uso residenziale, industriale e di servizio, è lo stesso Cerdà, sin dai primi anni di costruzione, a realizzare la sistemazione e rielaborazione dell'isolato. Sabaudia “città nuova” Il tracciato rappresenta il primo segno del piano di Sabaudia, ma ciò che va sottolineato è la permanenza oggi di quel tracciato, di quel segno; la città si è sviluppata, dal momento della sua realizzazione, alcuni spazi hanno cambiato le loro caratteristiche originarie, mutato il senso, eppure la forza dello schema sul quale Cancellotti, Montuori, Piccinato e Scalpelli hanno impostato la forma urbis si percepisce in tutta la sua dimensione ed in tutto il suo senso urbano. L'innovazione dell'impianto compositivo ed il ruolo di primo piano assegnato agli spazi pubblici, ancor più che agli edifici, hanno rivelato la modernità di un disegno urbano che equilibra volumi costruiti e aree libere, edifici pubblici ed edifici privati, in un rapporto ancora oggi invariato tra il segno e il suo significato, tra la forma della città e il territorio circostante, tra il ruolo e le funzioni svolti da ciascuno degli elementi che costituiscono la città.
L'evoluzione dello sviluppo urbano / Santangelo, MARIA ROSARIA. - (1997).
L'evoluzione dello sviluppo urbano
SANTANGELO, MARIA ROSARIA
1997
Abstract
Ciclo di lezioni La città di fondazione Mileto e Napoli Ippodamo da Mileto è ricordato da Aristotele nel II libro della Politica come colui che «escogitò la divisione regolare della città» ma anche come uomo che «pretendeva nulla ignorare della Natura»; anche se il ruolo di innovatore attribuitogli da Aristotele è stato da molti contestato, senza dubbio fu lui a diffondere la pianta reticolare, costituita da strade incrociate ortogonalmete, sino ad allora praticamente ignota in alcune regioni, tanto diffusa. Il disegno geometrico è una regola razionale che viene applicata dalla scala dell'edificio alla scala della città. Le caratteristiche ambientali in cui si sviluppa la città di Mileto sono analizzate in relazione alla schematicità apparente dell’impianto ippodameo, laddove coesistono l’ordine astratto e razionale e la geografia del territorio. Neapolis, fondata dai greci nella prima metà del V secolo, si sviluppa con un impianto urbanistico tipicamente ippodameo, che ancora oggi permane ed è chiaramente leggibile dalla pianta della città attuale; anche nel caso della città di Napoli, la regolare scacchiera ippodamea si "adagia" sul terreno seguendo l'andamento delle curve di livello, le platee si dispongono a terrazzamenti che digradano verso il mare, la struttura urbana si costruisce in relazione al sito e la sua forza è testimoniata dalla resistenza alla trasformazione. La città ellenistica Nelle città di fondazione ellenistica si ritrovano una molteplicità di caratteri che hanno dato luogo a concezioni "urbanistiche" del tutto nuove rispetto a quelle che informavano le città ippodamee,non tanto per ciò che riguarda la scacchiera regolare che in qualche modo permane quanto, fondamentalmente, per una diversa dislocazione degli edifici pubblici, quasi sempre lungo due assi ortogonali e non concentrate in un unico luogo per una maggiore attenzione al rapporto con il paesaggio. Una delle città più significative è senz'altro Pergamo nella quale si rileva la massima concentrazione di edifici a favore delle sistemazioni libere, terrazzate. E' un caso eccezionale proprio per l'intervento dell'uomo sull'orografia, laddove tutte le terrazze sono scavate e costruite, e gli edifici non si adattano tanto all'ambiente naturale quanto all'ambiente già manipolato. La città islamica Quando la nuova religione islamica fece la sua comparsa, non furono pochi gli sconvolgimenti operati nella cultura e nel paesaggio umano dei territori interessati dal nuovo equilibrio; tra vita nomade e vita sedentaria si crearono delle nuove regole e si stabilirono inconsuete alleanze tra beduini ed abitanti delle città. Una caratteristica, senz'altro fondamentale, delle continue formazioni e trasformazioni della città islamica, è data dalla compresenza entro lo stesso perimetro urbano, di più comunità di matrice etnica, religiosa, culturale, linguistica anche molto diversa. Oggi è possibile individuare alcuni criteri generali di formazione della città musulmana, di organizzazione spaziale, nonostante le enormi differenze etnico-culturali, dimensionali e stilistiche connesse con le variabili storico-geografiche ed ambientali. L’ensanche di Barcellona e l’identità della città La Barcellona realizzata alla fine dell’Ottocento dal Cerdà è una città sostanzialmente ri-fondata, la scelta tipologica e l'idea dell'omogeneità viaria determinano un sistema isotropo e ortogonale che lascia, nelle intenzioni del Cerdá, la massima libertà di movimento e di sviluppo futuro. In realtà la proposta è quella di una città alternativa a quella storica, non una reale espansione, bensì una sorta di rifondazione urbana. La nuova maglia è tangente ai nuclei preesistenti, e si interviene su ciascuno di essi con semplici operazioni di accostamento e di omogeneizzazione con lo schema urbano proposto. Gli elementi che costruiscono la scacchiera sono l'isolato, manzana, e la strada, il primo elemento è disegnato come un quadrato con gli angoli smussati per facilitare la circolazione; e c'é una forte connessione tra il disegno della città e il disegno della residenza. L'altro elemento basilare della città è la strada, che assume il ruolo di spina strutturante e gerarchizzante del tessuto urbano, alla quale è affidato il ruolo rappresentativo dell'intera addizione. Nella città ottocentesca, città della rivoluzione industriale, gli edifici collettivi assumono un ruolo fondamentale nell'evoluzione del disegno e della forma urbana; laddove non esiste alcuna specifica differenziazione fra gli isolati rispetto al loro uso residenziale, industriale e di servizio, è lo stesso Cerdà, sin dai primi anni di costruzione, a realizzare la sistemazione e rielaborazione dell'isolato. Sabaudia “città nuova” Il tracciato rappresenta il primo segno del piano di Sabaudia, ma ciò che va sottolineato è la permanenza oggi di quel tracciato, di quel segno; la città si è sviluppata, dal momento della sua realizzazione, alcuni spazi hanno cambiato le loro caratteristiche originarie, mutato il senso, eppure la forza dello schema sul quale Cancellotti, Montuori, Piccinato e Scalpelli hanno impostato la forma urbis si percepisce in tutta la sua dimensione ed in tutto il suo senso urbano. L'innovazione dell'impianto compositivo ed il ruolo di primo piano assegnato agli spazi pubblici, ancor più che agli edifici, hanno rivelato la modernità di un disegno urbano che equilibra volumi costruiti e aree libere, edifici pubblici ed edifici privati, in un rapporto ancora oggi invariato tra il segno e il suo significato, tra la forma della città e il territorio circostante, tra il ruolo e le funzioni svolti da ciascuno degli elementi che costituiscono la città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.