Il saggio colloca l'architettura di Uberto Siola nel solco di una tradizione italiana che guarda alla scelta tipologica come scelta di progetto e lavora sulla individuazione di una struttura formale capace di soddisfare le esigenze del programma e adeguata a rendere la ragione e il senso che quella architettura deve rappresentare. Relazione della architettura con il contesto, scelta il tipo, sua declinazione per adeguarsi ai caratteri locali intesi sia come elementi contestuali reali che come elementi analogici tratti dal contesto ideale e dalla memoria. Alla scala architettonica gli elementi ricorrenti individuati sono la finitezza del tipo, la simmetria come sistema ordinatore e, ancora, il lavoro su un modo del comporre che parte dal volume puro per declinare le architetture secondo composizioni paratattiche, ipotattiche, isotattiche. Questa predilezione per una architettura volumetrica più che sintattica ha una sua radice nella ricerca di caratteri di semplicità, normalità, rigore e adeguatezza con i quali gli edifici debbono rapportarsi alla città per costruire la scena fissa della vita per gli uomini. Siamo arrivati così alla definizione finale della forma architettonica senza che mai - altro equivoco della nostra età contemporanea - la tecnica sia stata chiamata in causa. Il nostro modo di intendere il progetto di architettura esclude che la tecnica e la tecnologia si possano sostituire alla teoria della architettura e diventarne il fine ultimo: la scelta costruttiva e tecnologia deve essere semplicemente quella adeguata a ‘sorreggere’ le forme progettate perché la tecnologia al di fuori della teoria del progetto non può produrre quelle architetture, adeguate e conformi, con le quali ambiamo contribuire alla costruzione della città.
Per un'architettura italiana / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2009), pp. 165-167.
Per un'architettura italiana
VISCONTI, FEDERICA
2009
Abstract
Il saggio colloca l'architettura di Uberto Siola nel solco di una tradizione italiana che guarda alla scelta tipologica come scelta di progetto e lavora sulla individuazione di una struttura formale capace di soddisfare le esigenze del programma e adeguata a rendere la ragione e il senso che quella architettura deve rappresentare. Relazione della architettura con il contesto, scelta il tipo, sua declinazione per adeguarsi ai caratteri locali intesi sia come elementi contestuali reali che come elementi analogici tratti dal contesto ideale e dalla memoria. Alla scala architettonica gli elementi ricorrenti individuati sono la finitezza del tipo, la simmetria come sistema ordinatore e, ancora, il lavoro su un modo del comporre che parte dal volume puro per declinare le architetture secondo composizioni paratattiche, ipotattiche, isotattiche. Questa predilezione per una architettura volumetrica più che sintattica ha una sua radice nella ricerca di caratteri di semplicità, normalità, rigore e adeguatezza con i quali gli edifici debbono rapportarsi alla città per costruire la scena fissa della vita per gli uomini. Siamo arrivati così alla definizione finale della forma architettonica senza che mai - altro equivoco della nostra età contemporanea - la tecnica sia stata chiamata in causa. Il nostro modo di intendere il progetto di architettura esclude che la tecnica e la tecnologia si possano sostituire alla teoria della architettura e diventarne il fine ultimo: la scelta costruttiva e tecnologia deve essere semplicemente quella adeguata a ‘sorreggere’ le forme progettate perché la tecnologia al di fuori della teoria del progetto non può produrre quelle architetture, adeguate e conformi, con le quali ambiamo contribuire alla costruzione della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.