Il ricovero in grotta è il più antico ed immediato habitat dell’uomo. I primi esempi risalgono a circa 50.000 anni fa, ma la permanenza di insediamenti scavati si è protratta anche dopo la diffusione delle tecniche costruttive fuori terra. Si tratta di un istintivo sistema di difesa e di rifugio. Ma, soprattutto, lo scavare costa meno del costruire. Esempi di manufatti scavati sono diffusi nelle più diverse aree geografiche, tra le quali l’Italia, la Francia, l’Andalusia, la Tunisia, l’Algeria, la Giordania, la Cappadocia, la Grecia, la Cina, l’Africa e il Sudamerica. La casistica comprende esempi di architettura sotterranea (abitazioni, catacombe) e di ingegneria sotterranea (cloache romane, collegamenti scavati dell’area napoletana – cripta neapolitana, grotte di Cocceio e di Seiano -, miniere). Caso particolare è quello delle necropoli, diffuse soprattutto nelle civiltà egizia, etrusca, persiana, nabatea (Petra) e cinese. Benché, come si è detto, il fenomeno non sia limitato all’area mediterranea, esso presenta in quest’area e in Asia minore forme molteplici e una particolare concentrazione. Possono distinguersi tre principali tipologie: quella orizzontale (le cinesi Luoyang e Gansu; Bulla Regia e Matmata in Tunisia; Derinkuyu e Kaymakli in Turchia; Gaudix in Andalusia), che caratterizza i casi in cui lo sviluppo in estensione prevale su quello in profondità; quella verticale (le 36 città scavate della Cappadocia - V – VIII secolo d. C. -, tra le quali le vicine Derinkuyu - VI sec. d.C. - e Kaymakli; la polacca Wieliczka - XI secolo -); quella scavata in superficie, caratterizzata da numerose grotte indipendenti su declivi rupestri (in Cappadocia Uchisar, col famoso paesaggio delle guglie sormontate da massi modellato nei millenni dall’erosione eolica; Goreme, con le 400 chiese scavate dai monaci bizantini; il parco rupestre di Zelve; i grandi villaggi di Avanos e di Soganli; il complesso rupestre nella valle di Peristrema; il caso andaluso, vicino alla già citata Gaudix, di Cuevas de Almanzora; quelli sud-tunisini di Douirat e di Chenini, realizzate tra i secoli XV e XVII dai berberi Duiri). Particolare attenzione viene dedicata alla Murgia e al sito UNESCO dei Sassi di Matera, esempio di rilevanza mondiale risalente al paleolitico. Dopo l’abbandono trentennale seguito al trasferimento degli abitanti, oggi i Sassi rappresentano un caso di continuità d’uso di una città scavata e vanno accrescendo il loro ruolo attrattivo con attività che hanno rivitalizzato una parte significativa degli ambienti utilizzabili. E’ un esempio di come sia possibile integrare il riuso col rispetto degli irripetibili valori di un importantissimo patrimonio storico ambientale caratterizzato dall’integrazione tra paesaggio naturale e opera dell’uomo. Viene anche trattato il “Parco regionale archeologico-storico-naturale delle chiese rupestri del Materano”, che comprende i territori scavati di Gravina di Puglia, Mottola, Ginosa e Massafra. Altri subsistemi sono quelli baresi di Ostuni, San Vito dei Normanni e Carovigno; di Fasano e Palagianello; quello tarantino costituito dai villaggi rupestri di Massafra, Mottola, Castellaneta, Ginosa, Laterza, Crispiano, Statte e Grottaglie; al Foggiano appartengono Cagnano Varano e Monte Sant’Angelo. Il patrimonio degli habitat scavati è oggetto di crescente interesse scientifico e culturale. Nel 1933 nacque a Parigi il GECUS (Groupe d’Etudes et de Coordination de l’Urbanisme Souterrain). Oggi l’UNESCO, attraverso l’ICOMOS, cataloga, studia i siti e talvolta interviene con competenze specialistiche pluridisciplinari per la tutela e la valorizzazione di casi significativi. Per la tutela del patrimonio apulo-lucano, oltre al già citato Parco regionale archeologico-storico-naturale delle chiese rupestri del Materano, è stato recentemente istituito il Parco Naturale Regionale ”Terra delle Gravine”.

Città scavate nel Mediterraneo / Colombo, Loreto; Losco, S.. - STAMPA. - (2008), pp. 178-181.

Città scavate nel Mediterraneo

COLOMBO, LORETO;
2008

Abstract

Il ricovero in grotta è il più antico ed immediato habitat dell’uomo. I primi esempi risalgono a circa 50.000 anni fa, ma la permanenza di insediamenti scavati si è protratta anche dopo la diffusione delle tecniche costruttive fuori terra. Si tratta di un istintivo sistema di difesa e di rifugio. Ma, soprattutto, lo scavare costa meno del costruire. Esempi di manufatti scavati sono diffusi nelle più diverse aree geografiche, tra le quali l’Italia, la Francia, l’Andalusia, la Tunisia, l’Algeria, la Giordania, la Cappadocia, la Grecia, la Cina, l’Africa e il Sudamerica. La casistica comprende esempi di architettura sotterranea (abitazioni, catacombe) e di ingegneria sotterranea (cloache romane, collegamenti scavati dell’area napoletana – cripta neapolitana, grotte di Cocceio e di Seiano -, miniere). Caso particolare è quello delle necropoli, diffuse soprattutto nelle civiltà egizia, etrusca, persiana, nabatea (Petra) e cinese. Benché, come si è detto, il fenomeno non sia limitato all’area mediterranea, esso presenta in quest’area e in Asia minore forme molteplici e una particolare concentrazione. Possono distinguersi tre principali tipologie: quella orizzontale (le cinesi Luoyang e Gansu; Bulla Regia e Matmata in Tunisia; Derinkuyu e Kaymakli in Turchia; Gaudix in Andalusia), che caratterizza i casi in cui lo sviluppo in estensione prevale su quello in profondità; quella verticale (le 36 città scavate della Cappadocia - V – VIII secolo d. C. -, tra le quali le vicine Derinkuyu - VI sec. d.C. - e Kaymakli; la polacca Wieliczka - XI secolo -); quella scavata in superficie, caratterizzata da numerose grotte indipendenti su declivi rupestri (in Cappadocia Uchisar, col famoso paesaggio delle guglie sormontate da massi modellato nei millenni dall’erosione eolica; Goreme, con le 400 chiese scavate dai monaci bizantini; il parco rupestre di Zelve; i grandi villaggi di Avanos e di Soganli; il complesso rupestre nella valle di Peristrema; il caso andaluso, vicino alla già citata Gaudix, di Cuevas de Almanzora; quelli sud-tunisini di Douirat e di Chenini, realizzate tra i secoli XV e XVII dai berberi Duiri). Particolare attenzione viene dedicata alla Murgia e al sito UNESCO dei Sassi di Matera, esempio di rilevanza mondiale risalente al paleolitico. Dopo l’abbandono trentennale seguito al trasferimento degli abitanti, oggi i Sassi rappresentano un caso di continuità d’uso di una città scavata e vanno accrescendo il loro ruolo attrattivo con attività che hanno rivitalizzato una parte significativa degli ambienti utilizzabili. E’ un esempio di come sia possibile integrare il riuso col rispetto degli irripetibili valori di un importantissimo patrimonio storico ambientale caratterizzato dall’integrazione tra paesaggio naturale e opera dell’uomo. Viene anche trattato il “Parco regionale archeologico-storico-naturale delle chiese rupestri del Materano”, che comprende i territori scavati di Gravina di Puglia, Mottola, Ginosa e Massafra. Altri subsistemi sono quelli baresi di Ostuni, San Vito dei Normanni e Carovigno; di Fasano e Palagianello; quello tarantino costituito dai villaggi rupestri di Massafra, Mottola, Castellaneta, Ginosa, Laterza, Crispiano, Statte e Grottaglie; al Foggiano appartengono Cagnano Varano e Monte Sant’Angelo. Il patrimonio degli habitat scavati è oggetto di crescente interesse scientifico e culturale. Nel 1933 nacque a Parigi il GECUS (Groupe d’Etudes et de Coordination de l’Urbanisme Souterrain). Oggi l’UNESCO, attraverso l’ICOMOS, cataloga, studia i siti e talvolta interviene con competenze specialistiche pluridisciplinari per la tutela e la valorizzazione di casi significativi. Per la tutela del patrimonio apulo-lucano, oltre al già citato Parco regionale archeologico-storico-naturale delle chiese rupestri del Materano, è stato recentemente istituito il Parco Naturale Regionale ”Terra delle Gravine”.
2008
9788889955697
Città scavate nel Mediterraneo / Colombo, Loreto; Losco, S.. - STAMPA. - (2008), pp. 178-181.
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