Il testo analizza le architetture di Noebel proponendone una lettura secondo la quale le sue opere, come quelle delle scuola cui appartiene – anche se egli stesso si definisce un allievo ‘non tipico’ di Ungers – costruiscono la città davvero in continuità con la sua storia, davvero in silenzio contro tanto diffuso rumore della architettura contemporanea. Ma il testo individua un altro aspetto di interesse negli 'esperimenti di adeguatezza' di Walter Aarno Noebel che riguarda la capacità di costruire progetti adeguati - quindi dotati di bellezza - anche, forse soprattutto, quando si misura non con gli edifici della residenza o con i grandi edifici collettivi o con gli spazi pubblici urbani che, tradizionalmente, costruiscono la città ma con quei luoghi della contemporaneità - quelli della grandi infrastrutture, quelli della produzione e del grande terziario, quelli legati al movimento - che potremmo definire, nelle loro realizzazioni, i non-luoghi richiamati da Marc Augè: luoghi dell’anonimato nei quali si muovono individui che, in una società globale, sono sempre più simili ma sempre più soli cioè incapaci di comunicarsi alcunché. In molta della produzione architettonica contemporanea l’interpretazione di Augè sembra essere assurta a condizione ineluttabile e, per questo, talvolta capace di produrre nuovi canoni estetici. Come sempre più simili tra loro sono gli individui sempre più simili sono le architetture che li ospitano sia che si tratti delle ‘firmatissime’ - e costosissime - architetture che trovano posto nella città storica (musei e stazioni metropolitane griffate e indifferenti al luogo) sia che si tratti di anonimi centri commerciali o dei luoghi del movimento. Su questi temi Walter A.Noebel si è invece misurato in maniera differente e le sue opere analizzate nel testo ci parlano dei risultati.

Architetture dal 'cuore razionalista' / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2008), pp. 17-18.

Architetture dal 'cuore razionalista'

VISCONTI, FEDERICA
2008

Abstract

Il testo analizza le architetture di Noebel proponendone una lettura secondo la quale le sue opere, come quelle delle scuola cui appartiene – anche se egli stesso si definisce un allievo ‘non tipico’ di Ungers – costruiscono la città davvero in continuità con la sua storia, davvero in silenzio contro tanto diffuso rumore della architettura contemporanea. Ma il testo individua un altro aspetto di interesse negli 'esperimenti di adeguatezza' di Walter Aarno Noebel che riguarda la capacità di costruire progetti adeguati - quindi dotati di bellezza - anche, forse soprattutto, quando si misura non con gli edifici della residenza o con i grandi edifici collettivi o con gli spazi pubblici urbani che, tradizionalmente, costruiscono la città ma con quei luoghi della contemporaneità - quelli della grandi infrastrutture, quelli della produzione e del grande terziario, quelli legati al movimento - che potremmo definire, nelle loro realizzazioni, i non-luoghi richiamati da Marc Augè: luoghi dell’anonimato nei quali si muovono individui che, in una società globale, sono sempre più simili ma sempre più soli cioè incapaci di comunicarsi alcunché. In molta della produzione architettonica contemporanea l’interpretazione di Augè sembra essere assurta a condizione ineluttabile e, per questo, talvolta capace di produrre nuovi canoni estetici. Come sempre più simili tra loro sono gli individui sempre più simili sono le architetture che li ospitano sia che si tratti delle ‘firmatissime’ - e costosissime - architetture che trovano posto nella città storica (musei e stazioni metropolitane griffate e indifferenti al luogo) sia che si tratti di anonimi centri commerciali o dei luoghi del movimento. Su questi temi Walter A.Noebel si è invece misurato in maniera differente e le sue opere analizzate nel testo ci parlano dei risultati.
2008
9788849515916
Architetture dal 'cuore razionalista' / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2008), pp. 17-18.
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