Il libro nel quale è inserito il testo è un libro sulla Triennale del 1973, sul ruolo e sulla figura di Aldo Rossi, sull’architettura italiana ma soprattutto un libro su una ipotesi teorico-metodologica razionale per l’architettura. Sette interviste agli interpreti di quella stagione, oggi riconosciuti protagonisti dell’architettura italiana: Carlo AYMONINO, Salvatore BISOGNI, Gianni BRAGHIERI, Antonio MONESTIROLI, Valeria PEZZA, Uberto SIOLA e Daniele VITALE, da diverse ma unitarie angolazioni, discutono di quella esperienza e dei suoi temi di fondo con uno sguardo critico allo stato dell’architettura contemporanea. Una storia di persone e di idee ma anche la costruzione di una teoria sulla architettura e sulla città ancora viva ed operante. Il testo Teoria e Progetto. Un nesso di reciproca necessità costituisce una sorta di postfazione al Libro nella quale si provano a rintracciare i principi della teoria rossiana non più tra le pieghe dei ricordi che affiorano nelle interviste ma nei progetti e nelle opere - di allora e di oggi – dei sette maestri della architettura italiana intervistati: opere e progetti evidentemente razionali, ma proprio per questo faticosi, studiati in ogni loro aspetto ed in definitiva ‘esatti’, perché non costituiscono mai gesti immediati ma si spiegano appunto come materializzazione di una Teoria. Il testo analizza quindi i progetti (quelli dei ‘sette’) che ‘fecero’ la XV Triennale e un recente progetto da loro stessi indicato per partecipare ad una ipotetica Triennale del 2008. Perché la Triennale del 1973 fu innanzitutto una Mostra di Opere e di Progetti - che, nel loro complesso, come lo stesso Rossi ci ricorda, ‘parlavano’ con estrema chiarezza del pensiero che li aveva prodotti - e perché l’Architettura si giudica dalle opere e sono le opere - più che i loro autori che - nella loro realtà e durata - si consegnano alla tradizione disciplinare. Il citato rapporto di dipendenza reciproca tra Teoria e Fare dell’architettura ha trovato una sua efficace esplicitazione nel libro di Carlos Martí Arís La cèntina e l’arco. Pensiero, teoria, progetto in architettura dove la metafora del rapporto tra l’arco e la struttura necessaria alla sua costruzione - destinata a scomparire discretamente affinché l’arco possa essere visto in tutto il suo splendore, e senza la quale, tuttavia non sarebbe possibile costruire quell’arco - efficacemente spiega il ruolo della teoria nella costruzione delle opere in apparenza attribuendo alla prima un ruolo secondario in realtà sancendone il nesso di reciproca necessità. Il risultato finale di questa disamina di progetti è che essi riescono ad apparire adeguati perché leggono e conoscono la struttura dei contesti nei quali si collocano e non abbisognano perciò di nessuna a-storica adesione linguistica ma possono esprimersi nella loro modernità e appropriatezza anche in condizioni di stratificazione e di presenza di valori importanti. Si tratta di progetti tutti adeguati anche perché, ancora oggi come nel 1973, non pretendono di re-inventare ogni volta da capo perché se la riuscita di un’opera si misura nel suo essere accettata e vissuta allora sono le forme consuete quelle che davvero appartengono all’uomo. Infine i progetti, nel loro valore formale, dimostrano come la opzione razionale sull’architettura sia in realtà lungi dal definire una omologazione dei linguaggi e dei caratteri: perché in quello speciale mestiere che è l’architettura rimane a ciascuno la possibilità di definire un percorso individuale, declinando il razionalismo secondo le proprie, personali ossessioni.

Teoria e progetto. Un nesso di reciproca necessità / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2008), pp. 142-148.

Teoria e progetto. Un nesso di reciproca necessità

VISCONTI, FEDERICA
2008

Abstract

Il libro nel quale è inserito il testo è un libro sulla Triennale del 1973, sul ruolo e sulla figura di Aldo Rossi, sull’architettura italiana ma soprattutto un libro su una ipotesi teorico-metodologica razionale per l’architettura. Sette interviste agli interpreti di quella stagione, oggi riconosciuti protagonisti dell’architettura italiana: Carlo AYMONINO, Salvatore BISOGNI, Gianni BRAGHIERI, Antonio MONESTIROLI, Valeria PEZZA, Uberto SIOLA e Daniele VITALE, da diverse ma unitarie angolazioni, discutono di quella esperienza e dei suoi temi di fondo con uno sguardo critico allo stato dell’architettura contemporanea. Una storia di persone e di idee ma anche la costruzione di una teoria sulla architettura e sulla città ancora viva ed operante. Il testo Teoria e Progetto. Un nesso di reciproca necessità costituisce una sorta di postfazione al Libro nella quale si provano a rintracciare i principi della teoria rossiana non più tra le pieghe dei ricordi che affiorano nelle interviste ma nei progetti e nelle opere - di allora e di oggi – dei sette maestri della architettura italiana intervistati: opere e progetti evidentemente razionali, ma proprio per questo faticosi, studiati in ogni loro aspetto ed in definitiva ‘esatti’, perché non costituiscono mai gesti immediati ma si spiegano appunto come materializzazione di una Teoria. Il testo analizza quindi i progetti (quelli dei ‘sette’) che ‘fecero’ la XV Triennale e un recente progetto da loro stessi indicato per partecipare ad una ipotetica Triennale del 2008. Perché la Triennale del 1973 fu innanzitutto una Mostra di Opere e di Progetti - che, nel loro complesso, come lo stesso Rossi ci ricorda, ‘parlavano’ con estrema chiarezza del pensiero che li aveva prodotti - e perché l’Architettura si giudica dalle opere e sono le opere - più che i loro autori che - nella loro realtà e durata - si consegnano alla tradizione disciplinare. Il citato rapporto di dipendenza reciproca tra Teoria e Fare dell’architettura ha trovato una sua efficace esplicitazione nel libro di Carlos Martí Arís La cèntina e l’arco. Pensiero, teoria, progetto in architettura dove la metafora del rapporto tra l’arco e la struttura necessaria alla sua costruzione - destinata a scomparire discretamente affinché l’arco possa essere visto in tutto il suo splendore, e senza la quale, tuttavia non sarebbe possibile costruire quell’arco - efficacemente spiega il ruolo della teoria nella costruzione delle opere in apparenza attribuendo alla prima un ruolo secondario in realtà sancendone il nesso di reciproca necessità. Il risultato finale di questa disamina di progetti è che essi riescono ad apparire adeguati perché leggono e conoscono la struttura dei contesti nei quali si collocano e non abbisognano perciò di nessuna a-storica adesione linguistica ma possono esprimersi nella loro modernità e appropriatezza anche in condizioni di stratificazione e di presenza di valori importanti. Si tratta di progetti tutti adeguati anche perché, ancora oggi come nel 1973, non pretendono di re-inventare ogni volta da capo perché se la riuscita di un’opera si misura nel suo essere accettata e vissuta allora sono le forme consuete quelle che davvero appartengono all’uomo. Infine i progetti, nel loro valore formale, dimostrano come la opzione razionale sull’architettura sia in realtà lungi dal definire una omologazione dei linguaggi e dei caratteri: perché in quello speciale mestiere che è l’architettura rimane a ciascuno la possibilità di definire un percorso individuale, declinando il razionalismo secondo le proprie, personali ossessioni.
2008
9788884971425
Teoria e progetto. Un nesso di reciproca necessità / Visconti, Federica. - STAMPA. - (2008), pp. 142-148.
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