L’azione sismica rappresenta una della principali cause di innesco dei fenomeni franosi, come ampliamente documentato dalla letteratura scientifica nazionale ed internazionale. Numerosi studi hanno evidenziato come, ad esempio, un sisma di magnitudo M=7 possa provocare fenomeni franosi in un’area di ben 10.000 km2 (Keefer, 1984). Questo dato suggerisce come la valutazione della stabilità dei versanti in funzione dell’azione sismica rappresenti una delle maggiori problematiche nello studio della pericolosità sismica di un’area. I movimenti franosi innescati da sisma includono diversi fenomeni e possono essere classificati in tre gruppi (Keefer e Wilson, 1989): Categoria I: Crolli e frane di materiale sciolto; Categoria II: Scorrimenti e scorrimenti rotazionali; Categoria III: Espansioni laterali e colate. La stabilità di un versante è influenzata da due fattori: la resistenza dei materiali al moto, condizionata dalle caratteristiche geologiche e geotecniche dei materiali e l’azione di forze esterne, che include la forza di gravità e le forze indotte da eventi sismici. Attualmente sono pochi i metodi sviluppati per una efficace valutazione dei fattori sopradetti. Ciò è dovuto al fatto che una corretta stima di tali fattori richiede un grande dettaglio delle informazioni, dettaglio che non sempre può essere disponibile. Il conseguimento di risultati significativi presenta quindi non poche difficoltà connesse alla complessità delle fenomenologie franose e del contesto geologico nel quale hanno sede e alla possibile concomitanza di più cause innescanti, oltre a quella sismica in senso stretto. Con riferimento al primo aspetto si osserva infatti che i fenomeni franosi possono essere di primo distacco o di riattivazione, parziale o totale, di corpi di frana attivi o quiescenti. Inoltre i litotipi nei quali i fenomeni si manifestano comprendono una vasta gamma di rocce lapidee, tenere o sciolte le cui proprietà in campo dinamico possono essere determinate soltanto attraverso indagini di dettaglio particolarmente accurate. Per quanto riguarda poi le cause innescanti, è noto che i fenomeni di instabilità possono avvenire contemporaneamente o con un certo ritardo rispetto alle sollecitazioni dinamiche, a testimonianza del ruolo giocato, nella fase di innesco, da altri fattori quali, per esempio, il mutato regime delle acque sotterranee a seguito dell’evento sismico.

Sismicità e Vulnerabilità dell’Ambiente Fisico / Paoletti, Valeria. - STAMPA. - (2008), pp. 95-119.

Sismicità e Vulnerabilità dell’Ambiente Fisico

PAOLETTI, VALERIA
2008

Abstract

L’azione sismica rappresenta una della principali cause di innesco dei fenomeni franosi, come ampliamente documentato dalla letteratura scientifica nazionale ed internazionale. Numerosi studi hanno evidenziato come, ad esempio, un sisma di magnitudo M=7 possa provocare fenomeni franosi in un’area di ben 10.000 km2 (Keefer, 1984). Questo dato suggerisce come la valutazione della stabilità dei versanti in funzione dell’azione sismica rappresenti una delle maggiori problematiche nello studio della pericolosità sismica di un’area. I movimenti franosi innescati da sisma includono diversi fenomeni e possono essere classificati in tre gruppi (Keefer e Wilson, 1989): Categoria I: Crolli e frane di materiale sciolto; Categoria II: Scorrimenti e scorrimenti rotazionali; Categoria III: Espansioni laterali e colate. La stabilità di un versante è influenzata da due fattori: la resistenza dei materiali al moto, condizionata dalle caratteristiche geologiche e geotecniche dei materiali e l’azione di forze esterne, che include la forza di gravità e le forze indotte da eventi sismici. Attualmente sono pochi i metodi sviluppati per una efficace valutazione dei fattori sopradetti. Ciò è dovuto al fatto che una corretta stima di tali fattori richiede un grande dettaglio delle informazioni, dettaglio che non sempre può essere disponibile. Il conseguimento di risultati significativi presenta quindi non poche difficoltà connesse alla complessità delle fenomenologie franose e del contesto geologico nel quale hanno sede e alla possibile concomitanza di più cause innescanti, oltre a quella sismica in senso stretto. Con riferimento al primo aspetto si osserva infatti che i fenomeni franosi possono essere di primo distacco o di riattivazione, parziale o totale, di corpi di frana attivi o quiescenti. Inoltre i litotipi nei quali i fenomeni si manifestano comprendono una vasta gamma di rocce lapidee, tenere o sciolte le cui proprietà in campo dinamico possono essere determinate soltanto attraverso indagini di dettaglio particolarmente accurate. Per quanto riguarda poi le cause innescanti, è noto che i fenomeni di instabilità possono avvenire contemporaneamente o con un certo ritardo rispetto alle sollecitazioni dinamiche, a testimonianza del ruolo giocato, nella fase di innesco, da altri fattori quali, per esempio, il mutato regime delle acque sotterranee a seguito dell’evento sismico.
2008
9788820740924
Sismicità e Vulnerabilità dell’Ambiente Fisico / Paoletti, Valeria. - STAMPA. - (2008), pp. 95-119.
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