Le possibilità offerte dall’incessante sviluppo tecnologico di acquisire misure metriche tridimensionali, diffuse, in modo automatico, attraverso l'uso di strumenti a controllo informatico, risponde alla fondamentale esigenza di conoscenza, vale a dire l’istanza di “oggettività” del dato raccolto sul campo, che può così diventare, a sua volta, “documento”, come acquisizione di una “realtà” La dimensione, dunque, autentica dell’oggetto d’indagine sembra essere preservata, perlomeno fino al momento dell’acquisizione dei dati materici. Tuttavia, è opportuno notare che tale “verità” dell’oggetto riguarda essenzialmente una serie di elementi la cui analisi interpretativa deve portare alla scelta dell’intervento, inerendo ad un campo sì operativo, ma attraverso il filtro necessario ed imprescindibile del “discernimento” delle istanze afferenti all’oggetto. Il contributo si propone di affrontare i temi ed i problemi connessi non solo al rilevamento dei dati e alla loro scelta di rappresentazione ma anche a quelli legati alla evidenziazione delle caratteristiche dell’oggetto di studio, siano esse materialmente visibili, sia quelle che appartengono al campo dell’invisibile, come prodromo alla gestione delle sue trasformazioni, sviluppando al contempo una serie di riflessioni su tale nodo critico che rappresenta uno dei temi fondamentali del rapporto tra estetica e conservazione.
Realtà, verità ed interpretazione dell’architettura storica: frontiere e prospettive dei contemporanei strumenti di rilevamento / Marino, Bianca; Aveta, Aldo; G., Vitelli. - (2011), pp. 1-9. (Intervento presentato al convegno Il disegno delle trasformazioni tenutosi a 1-2 dicembre 2011).
Realtà, verità ed interpretazione dell’architettura storica: frontiere e prospettive dei contemporanei strumenti di rilevamento
MARINO, BIANCA;AVETA, ALDO;
2011
Abstract
Le possibilità offerte dall’incessante sviluppo tecnologico di acquisire misure metriche tridimensionali, diffuse, in modo automatico, attraverso l'uso di strumenti a controllo informatico, risponde alla fondamentale esigenza di conoscenza, vale a dire l’istanza di “oggettività” del dato raccolto sul campo, che può così diventare, a sua volta, “documento”, come acquisizione di una “realtà” La dimensione, dunque, autentica dell’oggetto d’indagine sembra essere preservata, perlomeno fino al momento dell’acquisizione dei dati materici. Tuttavia, è opportuno notare che tale “verità” dell’oggetto riguarda essenzialmente una serie di elementi la cui analisi interpretativa deve portare alla scelta dell’intervento, inerendo ad un campo sì operativo, ma attraverso il filtro necessario ed imprescindibile del “discernimento” delle istanze afferenti all’oggetto. Il contributo si propone di affrontare i temi ed i problemi connessi non solo al rilevamento dei dati e alla loro scelta di rappresentazione ma anche a quelli legati alla evidenziazione delle caratteristiche dell’oggetto di studio, siano esse materialmente visibili, sia quelle che appartengono al campo dell’invisibile, come prodromo alla gestione delle sue trasformazioni, sviluppando al contempo una serie di riflessioni su tale nodo critico che rappresenta uno dei temi fondamentali del rapporto tra estetica e conservazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.