La guerra e le rovine in Inghilterra. Memoria, conservazione, restauro: da Londra a Coventry

A partire da una sintetica disamina delle origini della sensibilità per le rovine nella cultura britannica, generata da alcuni eventi storici fondamentali, il saggio muove dalla tesi che la lunga tradizione in tema di conservazione dell’architettura allo stato di rudere abbia notevolmente influenzato il dibattito sulla ricostruzione del patrimonio architettonico danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Originato dalle ricerche svolte nell’ambito del PRIN 2007, il saggio affronta innanzitutto l’analisi dell’anti-restoration movement ottocentesco, soffermandosi sulle riflessioni di Ruskin, Morris e della SPAB in rapporto al tema della conservazione dell’architettura allo stato di rudere. La seconda parte dello scritto riassume sinteticamente le vicende del “Blitz” tedesco su Londra, quantificando, grazie ad una consistente bibliografia britannica, i danni al patrimonio architettonico. Nella terza parte viene affrontato lo stimolante dibattito che segnò, fin dai primi giorni dei bombardamenti, il destino delle chiese danneggiate della City di Londra. Vengono approfondite le diverse posizioni assunte dagli studiosi, ponendole in relazione con i coevi dibattiti italiani ed evidenziandone assonanze e differenze. Emergono figure come Clark, Summerson, Pevsner, Goodhart-Rendel e molti altri storici dell’arte e dell’architettura britannici, che manifestarono pareri talvolta contrapposti, ma tutti orientati a riconoscere il ruolo di “luoghi della memoria” alle rovine degli edifici religiosi bombardati. Uno specifico approfondimento è, infine, rivolto al caso della cattedrale di Coventry, di cui viene ricostruita, con l’ausilio della bibliografia anglosassone più aggiornata, la lunga vicenda della ricostruzione, tra progetti, varianti e cantiere. In definitiva, ne emerge un quadro complesso e articolato, che per la prima volta viene proposto in una visione sintetica e critica al pubblico degli studiosi italiani.