I beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano particolari asset della comunità che opportunamente riutilizzati per finalità istituzionali e sociali (ex legge 109/96) possono subire quel processo di “metamorfosi” che ne consente la trasformazione in input per lo sviluppo locale. Essi infatti possono riacquistare la caratteristica di generare benefici a vantaggio della comunità per i quali, perciò, la rigenerazione e il riutilizzo assume un’importanza fondamentale soprattutto in relazione alla destinazione a nuove forme di utilizzo per finalità di interesse collettivo. E’ di fondamentale rilevanza quindi l’individuazione di forme di gestione di tali beni al fine di consentire che la loro rigenerazione e riutilizzo produca benefici per l’intera comunità e rappresenti reali occasioni di sviluppo sociale ed economico. La gestione di tali beni richiede che essa sia volta ad includere e non ad escludere i componenti della comunità e necessita inevitabilmente forme di regolamentazione condivise che preservino la loro riproducibilità e il loro uso in grado di creare condizioni ideali per lo sviluppo di un’economia alternativa a quella criminale. L’economia sociale per le sue caratteristiche e le organizzazioni produttive che la caratterizzano può rappresentare una forma di sviluppo economico che può contribuire ad innescare processi di crescita ed accumulazione di capitale sociale alternativo a quello utilizzato dalle organizzazioni criminali fino a diventarne un efficace antidoto. L’obiettivo principale di tale economia è, infatti, la massimizzazione dell’utilità sociale e non la mera massimizzazione del profitto. L'istituto della confisca dei beni illecitamente acquisiti può avere un impatto diretto sulla decisione di delinquere, riducendo l’utilità attesa dallo svolgimento delle attività illecite. In secondo luogo, si vuole mostrare come il riutilizzo a fini sociali dei beni suddetti possa far crescere il senso di fiducia reciproca dei cittadini, promovendo un’economia alternativa rispetto a quella mafiosa. Tali istituti, infatti, se adeguatamente disciplinati, possono produrre un effetto di sostituzione che determina un cambiamento nel quadro delle convenienze dell'individuo, inducendolo ad aumentare il suo impegno nello svolgimento di attività lecite.

Impresa sociale e riutilizzo dei beni confiscati: l’esperienza italiana / Mosca, Michele. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il riutilizzo dei beni confiscati: il ruolo dell’economia sociale tenutosi a Facoltà di Scienze Politiche, Università di Napoli 'Federico II' nel 03 febbraio 2012).

Impresa sociale e riutilizzo dei beni confiscati: l’esperienza italiana

MOSCA, MICHELE
2012

Abstract

I beni confiscati alla criminalità organizzata rappresentano particolari asset della comunità che opportunamente riutilizzati per finalità istituzionali e sociali (ex legge 109/96) possono subire quel processo di “metamorfosi” che ne consente la trasformazione in input per lo sviluppo locale. Essi infatti possono riacquistare la caratteristica di generare benefici a vantaggio della comunità per i quali, perciò, la rigenerazione e il riutilizzo assume un’importanza fondamentale soprattutto in relazione alla destinazione a nuove forme di utilizzo per finalità di interesse collettivo. E’ di fondamentale rilevanza quindi l’individuazione di forme di gestione di tali beni al fine di consentire che la loro rigenerazione e riutilizzo produca benefici per l’intera comunità e rappresenti reali occasioni di sviluppo sociale ed economico. La gestione di tali beni richiede che essa sia volta ad includere e non ad escludere i componenti della comunità e necessita inevitabilmente forme di regolamentazione condivise che preservino la loro riproducibilità e il loro uso in grado di creare condizioni ideali per lo sviluppo di un’economia alternativa a quella criminale. L’economia sociale per le sue caratteristiche e le organizzazioni produttive che la caratterizzano può rappresentare una forma di sviluppo economico che può contribuire ad innescare processi di crescita ed accumulazione di capitale sociale alternativo a quello utilizzato dalle organizzazioni criminali fino a diventarne un efficace antidoto. L’obiettivo principale di tale economia è, infatti, la massimizzazione dell’utilità sociale e non la mera massimizzazione del profitto. L'istituto della confisca dei beni illecitamente acquisiti può avere un impatto diretto sulla decisione di delinquere, riducendo l’utilità attesa dallo svolgimento delle attività illecite. In secondo luogo, si vuole mostrare come il riutilizzo a fini sociali dei beni suddetti possa far crescere il senso di fiducia reciproca dei cittadini, promovendo un’economia alternativa rispetto a quella mafiosa. Tali istituti, infatti, se adeguatamente disciplinati, possono produrre un effetto di sostituzione che determina un cambiamento nel quadro delle convenienze dell'individuo, inducendolo ad aumentare il suo impegno nello svolgimento di attività lecite.
2012
Impresa sociale e riutilizzo dei beni confiscati: l’esperienza italiana / Mosca, Michele. - (2012). (Intervento presentato al convegno Il riutilizzo dei beni confiscati: il ruolo dell’economia sociale tenutosi a Facoltà di Scienze Politiche, Università di Napoli 'Federico II' nel 03 febbraio 2012).
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