Nei fiumi, come è noto, si registra un accrescimento della contaminazione da monte a valle, che corrisponde al fatto che lungo il suo corso il fiume si arricchisce via via di contaminanti che porta con le sue acque fino alla foce. D’altra parte è anche noto che dei contaminanti tipici delle acque, come i cosiddetti “metalli pesanti”, hanno un destino particolare nei corpi idrici superficiali nella misura in cui, per la loro carica elettrica doppia o tripla, finiscono quasi sempre per dar luogo, dopo la loro immissione, ad idrolisi precipitando come idrossidi o per essere adsorbiti sulla superficie di materiali sospesi come argille, sostanze umiche o altro ancora. Il che significa che tali metalli non si ritrovano quasi mai sciolti nelle acque ma per lo più sospesi nella colonna d’acqua o come sedimento. Questa considerazione ha incoraggiato il presente studio che si basa sull’uso di un organismo vivente, il gasteropode Lymnaea peregra, molto diffuso nelle acque dei fiumi, come possibile bioindicatore di metalli pesanti delle acque fluviali. L’idea è appunto che, se i metalli pesanti sversati nelle acque tendono a non lasciare tracce perché passano nella fase solida, una memoria della loro presenza può essere rintracciata attraverso lo studio su una popolazione di Lymnaea peregra che, tramite il bioaccumulo di tali metalli, può esprimere una registrazione del transito dei suddetti metalli.

Lymnaea peregra come bioindicatore di un corso di acqua dolce: il Fiume Lete / B., Capone; P., Cacace; Ferrara, Luciano. - STAMPA. - (2007), pp. 217-219.

Lymnaea peregra come bioindicatore di un corso di acqua dolce: il Fiume Lete

FERRARA, LUCIANO
2007

Abstract

Nei fiumi, come è noto, si registra un accrescimento della contaminazione da monte a valle, che corrisponde al fatto che lungo il suo corso il fiume si arricchisce via via di contaminanti che porta con le sue acque fino alla foce. D’altra parte è anche noto che dei contaminanti tipici delle acque, come i cosiddetti “metalli pesanti”, hanno un destino particolare nei corpi idrici superficiali nella misura in cui, per la loro carica elettrica doppia o tripla, finiscono quasi sempre per dar luogo, dopo la loro immissione, ad idrolisi precipitando come idrossidi o per essere adsorbiti sulla superficie di materiali sospesi come argille, sostanze umiche o altro ancora. Il che significa che tali metalli non si ritrovano quasi mai sciolti nelle acque ma per lo più sospesi nella colonna d’acqua o come sedimento. Questa considerazione ha incoraggiato il presente studio che si basa sull’uso di un organismo vivente, il gasteropode Lymnaea peregra, molto diffuso nelle acque dei fiumi, come possibile bioindicatore di metalli pesanti delle acque fluviali. L’idea è appunto che, se i metalli pesanti sversati nelle acque tendono a non lasciare tracce perché passano nella fase solida, una memoria della loro presenza può essere rintracciata attraverso lo studio su una popolazione di Lymnaea peregra che, tramite il bioaccumulo di tali metalli, può esprimere una registrazione del transito dei suddetti metalli.
2007
9788854811843
Lymnaea peregra come bioindicatore di un corso di acqua dolce: il Fiume Lete / B., Capone; P., Cacace; Ferrara, Luciano. - STAMPA. - (2007), pp. 217-219.
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