La città è oggi ritornata ad essere al centro del pensiero moderno, contro una tendenza che, negli ultimi anni, per una malintesa sensibilità ambientalistica e naturalistica, ha portato a distinguere e quasi contrapporre i termini dell’ambiente naturale con quelli dell’ambiente costruito. Il conflitto fra natura naturans e natura naturata è scoppiato in tutta evidenza portando a guasti difficilmente riparabili, se si pensa che certamente ha contribuito alla rinuncia a qualsiasi forma di politica della città e per la città. Oggi si torna a parlare di città, invece, sia per le implicazioni sulla qualità del vivere quotidiano, sia per la riscoperta di una delle grandi questioni del pensiero moderno, quale appunto è la città in termini generali. Rispetto a questa problematica il tema generale della Expo di Shangai 2010 - “Better city_Better life” – ha riproposto finalmente, e dopo molti anni, l’accostamento fra la qualità della vita e la condizione urbana. Italy of the cities, dal punto di vista del nostro Paese, documenta che la città italiana è un’opera riuscita e condivisa dalla cultura di tutto il mondo, una grande opera d’arte collettiva. Ma oltre ciò Italy of the cities vuole anche rappresentare una critica al ‘semplicismo’ del fenomeno della globalizzazione dei modelli insediativi oggi imperante e, sul fronte opposto, la capacità tutta italiana di applicare il modello della città compatta e condivisa su un territorio nazionale fortemente differenziato, realizzando quindi il moderno principio di una corretta regionalizzazione dell’insediamento umano. Oltre ciò il successo della città italiana non sta solo nella sua particolare capacità di esprimere situazioni e culture appartenenti a regioni, climi, culture diverse, ma anche per la straordinaria valenza delle sue singole architetture che rendono possibile ancora oggi un uso spregiudicato delle stesse. È un po’ il ricordo della pittura del Canaletto dove la Venezia rappresentata è più un’invenzione che una rappresentazione, è più quello che avrebbe potuto essere che quello che veramente era, è più la composizione di parti e segni prodotti altrove e lì ricomposti che un’invenzione legata al momento ed alla sua situazione. In poche parole la città italiana offre materiale utile ad una costruzione che potremmo definire analoga, di cose che non ci sono così come le vediamo, ma esistono nella realtà di situazioni urbane completamente diverse da quelle di cui ci occupiamo. L’uso di questo procedimento - che definiremo analogico - prende ancor più corpo e significato davanti alla evidente crisi della cultura e della politica delle nostre città. Italy of the cities vuole dire che i materiali offerti dalla città italiana nel tempo sono e possono essere anche parte dei materiali dell’oggi: forme ed organismi in grado di rispondere sul piano della estetica e della funzionalità alle esigenze del tempo. Si vuole qui, di passaggio, affermare che l’accostamento alla questione estetica della valenza utilitaristica per l’architettura della città non va considerato come un cedimento ad un funzionalismo ingenuo o come una rinuncia ad un formalismo quanto mai opportuno, quanto una giusta distinzione che l’architettura merita e richiede rispetto alle altre arti.

L'Italia delle città / Siola, Uberto. - STAMPA. - (2010), pp. 33-36.

L'Italia delle città

SIOLA, UBERTO
2010

Abstract

La città è oggi ritornata ad essere al centro del pensiero moderno, contro una tendenza che, negli ultimi anni, per una malintesa sensibilità ambientalistica e naturalistica, ha portato a distinguere e quasi contrapporre i termini dell’ambiente naturale con quelli dell’ambiente costruito. Il conflitto fra natura naturans e natura naturata è scoppiato in tutta evidenza portando a guasti difficilmente riparabili, se si pensa che certamente ha contribuito alla rinuncia a qualsiasi forma di politica della città e per la città. Oggi si torna a parlare di città, invece, sia per le implicazioni sulla qualità del vivere quotidiano, sia per la riscoperta di una delle grandi questioni del pensiero moderno, quale appunto è la città in termini generali. Rispetto a questa problematica il tema generale della Expo di Shangai 2010 - “Better city_Better life” – ha riproposto finalmente, e dopo molti anni, l’accostamento fra la qualità della vita e la condizione urbana. Italy of the cities, dal punto di vista del nostro Paese, documenta che la città italiana è un’opera riuscita e condivisa dalla cultura di tutto il mondo, una grande opera d’arte collettiva. Ma oltre ciò Italy of the cities vuole anche rappresentare una critica al ‘semplicismo’ del fenomeno della globalizzazione dei modelli insediativi oggi imperante e, sul fronte opposto, la capacità tutta italiana di applicare il modello della città compatta e condivisa su un territorio nazionale fortemente differenziato, realizzando quindi il moderno principio di una corretta regionalizzazione dell’insediamento umano. Oltre ciò il successo della città italiana non sta solo nella sua particolare capacità di esprimere situazioni e culture appartenenti a regioni, climi, culture diverse, ma anche per la straordinaria valenza delle sue singole architetture che rendono possibile ancora oggi un uso spregiudicato delle stesse. È un po’ il ricordo della pittura del Canaletto dove la Venezia rappresentata è più un’invenzione che una rappresentazione, è più quello che avrebbe potuto essere che quello che veramente era, è più la composizione di parti e segni prodotti altrove e lì ricomposti che un’invenzione legata al momento ed alla sua situazione. In poche parole la città italiana offre materiale utile ad una costruzione che potremmo definire analoga, di cose che non ci sono così come le vediamo, ma esistono nella realtà di situazioni urbane completamente diverse da quelle di cui ci occupiamo. L’uso di questo procedimento - che definiremo analogico - prende ancor più corpo e significato davanti alla evidente crisi della cultura e della politica delle nostre città. Italy of the cities vuole dire che i materiali offerti dalla città italiana nel tempo sono e possono essere anche parte dei materiali dell’oggi: forme ed organismi in grado di rispondere sul piano della estetica e della funzionalità alle esigenze del tempo. Si vuole qui, di passaggio, affermare che l’accostamento alla questione estetica della valenza utilitaristica per l’architettura della città non va considerato come un cedimento ad un funzionalismo ingenuo o come una rinuncia ad un formalismo quanto mai opportuno, quanto una giusta distinzione che l’architettura merita e richiede rispetto alle altre arti.
2010
9788857208855
L'Italia delle città / Siola, Uberto. - STAMPA. - (2010), pp. 33-36.
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