La ricerca si propone di condurre una analisi giuridica di alcuni fenomeni internazionali che interessano, a diverso titolo, l’area del Mediterraneo e che, in particolare, investono il tema della sicurezza. Si intende riferirsi, anzitutto, alle migrazioni verso il territorio europeo, le quali originate da una serie diversificata di ragioni sono a loro volta messe in relazione con l’insorgere ed il verificarsi di fenomeni ulteriori, alcuni dei quali di rilevante alla allarme sociale, primo fra tutti quello terroristico. Come noto, laddove esistono situazioni di disagio politico ed economico, possono insorgere tensioni, che non sempre trovano una facile composizione pacifica all'interno delle varie realtà territoriali. Le tensioni, dunque, nascono proprio dalla esigenza e dalla volontà di ottenere nelle proprie realtà governi e gestioni politico-amministrative corrispondenti alle aspettative della popolazione, democrazia a parte. Quelle tensioni, come ovvio, si riverberano spesso anche all'esterno degli stati stessi e determinano conflitti tra di essi oltre a quelli interni. Tutto ciò rileva grandemente per il diritto internazionale, "classico"e non. Dal punto di vista degli stati europei, infine, il problema assume una veste diversa e particolare. Da un lato, questi paesi sono sottoposti a pressioni migratorie sempre più forti e determinate da ragioni economiche, ma anche politiche: da cui il problema di distinguere e gestire le situazioni dei migranti economici e quelle dei cdd. asilanti, nozione qui espressa in senso generico. D'altro canto gli stati non possono rendersi del tutto estranei alle tensioni internazionali, rispetto alle quali è inevitabile che assumano posizioni tali da permettere, tra l'altro ai loro ordinamenti giuridici interni, di adattarsi alle varie situazioni politiche senza, al contempo, violare il diritto internazionale generale e pattizio. Come noto, infatti, il diritto internazionale impone allo Stato una serie di comportamenti nell'ambito del trattamento dei combattenti di guerra, in particolare in tutte quelle situazioni nelle quali si sia neutrali. La ricerca è dunque rivolta a mettere ordine in un campo segnato da profondi contrasti e da obiettive difficoltà applicative delle norme di diritto interno ed internazionale vigenti; all’uopo ciascuna unità svilupperà un aspetto della materia, contribuendo alla costruzione di un modello che possa mettere in luce i punti di contatto fra istituti sovente riguardati secondo una visuale atomizzata. Tanto premesso, l’unità di Napoli profonderà il suo sforzo teorico nelle definizione della figura del combattente legittimo, rivolgendo una specifica attenzione alla tematiche della tendenziale inapplicabilità del diritto penale. Si dice tendenziale perché fra i tanti filoni di ricerca, ve ne è uno relativo all’ipotesi di commissione di attività criminose da parte del combattente legittimo. L’esperienza storica rende evidente la connessione col il profilo di indagine concernente il terrorismo (del quale si occuperà l’unità di Roma), il quale molto spesso ha rappresentato uno strumento di azione per soggetti a vario titolo impegnati in attività connesse a rivendicazioni di natura politica. Evidente la connessione fra il tema dell’asilo e del rifugio internazionale (approfondito nella ricerca dell’unità di Messina) da una parte, e le attuali politiche comunitarie di partenariato euro-mediterraneo (che verrà esaminato dall’unità di Salerno) dall’altra. I due profili si saldano in quanto è evidente che l’adozione a livello comunitario di strategie di cooperazione con i paesi dell’Africa settentrionale punta anzitutto a costituire nel medio e lungo periodo condizioni per il superamento delle cause dell’attuale pressione migratoria. Scopo dunque della ricerca è quello di fornire all’operatore giuridico interno (in particolare alla magistratura e alla pubblica amministrazione, impegnati in prima fila nelle problematiche della ricerca proposta) ma anche agli stati (specialmente a quelli europei)gli strumenti adeguati ad una migliore comprensione dei complessi fenomeni (tra i quali, immigrazione clandestina ed emergenza terroristica) legati alla sempre più massiccia presenza di stranieri sul territorio italiano ed europeo.
PRIN 2007 “Strutture istituzionali e cooperazione interregionale e internazionale nella area del Mediterraneo. Sicurezza e conflitti; terroristi e legittimi combattenti; flussi migratori e asilo. Profili istituzionali e giuridici e relativi aspetti critici” / Guarino, Giancarlo. - (2007).
PRIN 2007 “Strutture istituzionali e cooperazione interregionale e internazionale nella area del Mediterraneo. Sicurezza e conflitti; terroristi e legittimi combattenti; flussi migratori e asilo. Profili istituzionali e giuridici e relativi aspetti critici”
GUARINO, GIANCARLO
2007
Abstract
La ricerca si propone di condurre una analisi giuridica di alcuni fenomeni internazionali che interessano, a diverso titolo, l’area del Mediterraneo e che, in particolare, investono il tema della sicurezza. Si intende riferirsi, anzitutto, alle migrazioni verso il territorio europeo, le quali originate da una serie diversificata di ragioni sono a loro volta messe in relazione con l’insorgere ed il verificarsi di fenomeni ulteriori, alcuni dei quali di rilevante alla allarme sociale, primo fra tutti quello terroristico. Come noto, laddove esistono situazioni di disagio politico ed economico, possono insorgere tensioni, che non sempre trovano una facile composizione pacifica all'interno delle varie realtà territoriali. Le tensioni, dunque, nascono proprio dalla esigenza e dalla volontà di ottenere nelle proprie realtà governi e gestioni politico-amministrative corrispondenti alle aspettative della popolazione, democrazia a parte. Quelle tensioni, come ovvio, si riverberano spesso anche all'esterno degli stati stessi e determinano conflitti tra di essi oltre a quelli interni. Tutto ciò rileva grandemente per il diritto internazionale, "classico"e non. Dal punto di vista degli stati europei, infine, il problema assume una veste diversa e particolare. Da un lato, questi paesi sono sottoposti a pressioni migratorie sempre più forti e determinate da ragioni economiche, ma anche politiche: da cui il problema di distinguere e gestire le situazioni dei migranti economici e quelle dei cdd. asilanti, nozione qui espressa in senso generico. D'altro canto gli stati non possono rendersi del tutto estranei alle tensioni internazionali, rispetto alle quali è inevitabile che assumano posizioni tali da permettere, tra l'altro ai loro ordinamenti giuridici interni, di adattarsi alle varie situazioni politiche senza, al contempo, violare il diritto internazionale generale e pattizio. Come noto, infatti, il diritto internazionale impone allo Stato una serie di comportamenti nell'ambito del trattamento dei combattenti di guerra, in particolare in tutte quelle situazioni nelle quali si sia neutrali. La ricerca è dunque rivolta a mettere ordine in un campo segnato da profondi contrasti e da obiettive difficoltà applicative delle norme di diritto interno ed internazionale vigenti; all’uopo ciascuna unità svilupperà un aspetto della materia, contribuendo alla costruzione di un modello che possa mettere in luce i punti di contatto fra istituti sovente riguardati secondo una visuale atomizzata. Tanto premesso, l’unità di Napoli profonderà il suo sforzo teorico nelle definizione della figura del combattente legittimo, rivolgendo una specifica attenzione alla tematiche della tendenziale inapplicabilità del diritto penale. Si dice tendenziale perché fra i tanti filoni di ricerca, ve ne è uno relativo all’ipotesi di commissione di attività criminose da parte del combattente legittimo. L’esperienza storica rende evidente la connessione col il profilo di indagine concernente il terrorismo (del quale si occuperà l’unità di Roma), il quale molto spesso ha rappresentato uno strumento di azione per soggetti a vario titolo impegnati in attività connesse a rivendicazioni di natura politica. Evidente la connessione fra il tema dell’asilo e del rifugio internazionale (approfondito nella ricerca dell’unità di Messina) da una parte, e le attuali politiche comunitarie di partenariato euro-mediterraneo (che verrà esaminato dall’unità di Salerno) dall’altra. I due profili si saldano in quanto è evidente che l’adozione a livello comunitario di strategie di cooperazione con i paesi dell’Africa settentrionale punta anzitutto a costituire nel medio e lungo periodo condizioni per il superamento delle cause dell’attuale pressione migratoria. Scopo dunque della ricerca è quello di fornire all’operatore giuridico interno (in particolare alla magistratura e alla pubblica amministrazione, impegnati in prima fila nelle problematiche della ricerca proposta) ma anche agli stati (specialmente a quelli europei)gli strumenti adeguati ad una migliore comprensione dei complessi fenomeni (tra i quali, immigrazione clandestina ed emergenza terroristica) legati alla sempre più massiccia presenza di stranieri sul territorio italiano ed europeo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.