La letteratura economica sul non profit ha chiaramente messo in evidenza quanto possa risultare vantaggioso un sistema di incentivi che tenga adeguatamente in considerazione non soltanto la componente monetaria della retribuzione, ma anche gli aspetti “intrinseci” e “relazionali” del rapporto di lavoro (Destefanis e Musella, 2009; Handy e Katz, 1989; Mosca, Musella e Pastore, 2007). Una politica di questo tipo può infatti contribuire a ridurre il turnover tipico dei lavoratori del settore e a contenere, per via indiretta, fenomeni di precarietà lavorativa. Tali fenomeni costituiscono, d’altra parte, una sufficiente conferma della necessità di creare una serie di meccanismi che siano capaci di prevenire il possibile calo delle motivazioni dei lavoratori, cercando di incentivarli al lavoro “con continuità” (Borzaga, 2006). È stata pertanto avanzata la proposta (Villani, 2007 e 2009a) di introdurre un sistema di incentivi di natura fiscale condizionati all’adozione di meccanismi salariali à la Lazear (Lazear, 1979, 1981), e cioè crescenti al crescere dell’anzianità di servizio (age-related earning profile). Offrire infatti una quasi-rendita, mediante pagamenti differiti, destinati soltanto a coloro che restano per lungo tempo nell’organizzazione, potrebbe servire a “fidelizzare” maggiormente i lavoratori e, indirettamente, a ridurre i costi di turnover, riportandoli ad un livello fisiologico (Villani, 2007 e 2009a). In questo lavoro, si tornerà dunque ad esaminare quella proposta, aggiungendo diversi affinamenti rispetto al modello originario, descritto in Villani (2009a). Si introdurrà, in particolare, l’ipotesi di avversione al rischio del dipendente – rischio che è legato ad una possibile riduzione del reddito del lavoratore durante il ciclo di vita – nel tentativo di valutare in che misura due forme diverse di incentivo fiscale statale (credito d’imposta o contributo pubblico condizionato all’adozione di meccanismi salariali à la Lazear e sgravi fiscali a favore dei dipendenti) possano modificare le conclusioni raggiunte in precedenza (Villani, 2009a).

Towards new policies of work incentives in the social enterprise / Mosca, Michele; Villani, Salvatore. - (2009). (Intervento presentato al convegno 2nd EMES International Conference on Social Enterprise tenutosi a Trento, University of Trento, Faculty of Law. nel 1-4 july 2009).

Towards new policies of work incentives in the social enterprise

MOSCA, MICHELE
;
VILLANI SALVATORE
2009

Abstract

La letteratura economica sul non profit ha chiaramente messo in evidenza quanto possa risultare vantaggioso un sistema di incentivi che tenga adeguatamente in considerazione non soltanto la componente monetaria della retribuzione, ma anche gli aspetti “intrinseci” e “relazionali” del rapporto di lavoro (Destefanis e Musella, 2009; Handy e Katz, 1989; Mosca, Musella e Pastore, 2007). Una politica di questo tipo può infatti contribuire a ridurre il turnover tipico dei lavoratori del settore e a contenere, per via indiretta, fenomeni di precarietà lavorativa. Tali fenomeni costituiscono, d’altra parte, una sufficiente conferma della necessità di creare una serie di meccanismi che siano capaci di prevenire il possibile calo delle motivazioni dei lavoratori, cercando di incentivarli al lavoro “con continuità” (Borzaga, 2006). È stata pertanto avanzata la proposta (Villani, 2007 e 2009a) di introdurre un sistema di incentivi di natura fiscale condizionati all’adozione di meccanismi salariali à la Lazear (Lazear, 1979, 1981), e cioè crescenti al crescere dell’anzianità di servizio (age-related earning profile). Offrire infatti una quasi-rendita, mediante pagamenti differiti, destinati soltanto a coloro che restano per lungo tempo nell’organizzazione, potrebbe servire a “fidelizzare” maggiormente i lavoratori e, indirettamente, a ridurre i costi di turnover, riportandoli ad un livello fisiologico (Villani, 2007 e 2009a). In questo lavoro, si tornerà dunque ad esaminare quella proposta, aggiungendo diversi affinamenti rispetto al modello originario, descritto in Villani (2009a). Si introdurrà, in particolare, l’ipotesi di avversione al rischio del dipendente – rischio che è legato ad una possibile riduzione del reddito del lavoratore durante il ciclo di vita – nel tentativo di valutare in che misura due forme diverse di incentivo fiscale statale (credito d’imposta o contributo pubblico condizionato all’adozione di meccanismi salariali à la Lazear e sgravi fiscali a favore dei dipendenti) possano modificare le conclusioni raggiunte in precedenza (Villani, 2009a).
2009
Towards new policies of work incentives in the social enterprise / Mosca, Michele; Villani, Salvatore. - (2009). (Intervento presentato al convegno 2nd EMES International Conference on Social Enterprise tenutosi a Trento, University of Trento, Faculty of Law. nel 1-4 july 2009).
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