Come accade in più contesti europei, anche in numerosi centri storici italiani le architetture mutile costituiscono testimonianze tanto drammatiche quanto tangibili delle ferite inferte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale ai tessuti urbani. Rispetto al singolo manufatto, diffusamente riconosciuto quale monumento dalla collettività pur se in condizioni di rovina, quanto più la dimensione delle parti distrutte assume una valenza urbana, tanto più queste ultime si tramutano in un "problema" risolvibile con strumenti altri rispetto a quelli propri del restauro architettonico ed archeologico. A confronto con l'entità numerica dei danni, nonché con gli studi e convegni dedicati al tema del "rudere" in anni recenti, gli interventi effettuati, soprattutto se alla scala urbana, sono, in proporzione, molto esigui; indice, tale circostanza, di una complessità del tema che si confronta, in modo inevitabile, con un intreccio di competenze, responsabilità e strumentazioni urbanistiche e normative. Sulla scorta di tali riflessioni, lo scritto si pone l'obiettivo di interpretare criticamente alcuni interventi effettuati in Italia negli ultimi decenni in corrispondenza di isolati ed aree urbane lacerati, nella loro continuità storica e morfologica, dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; evento, quest'ultimo, che più di ogni altro ha segnato, nel Novecento, la trasformazione dei centri storici italiani. Le realizzazioni su cui si focalizza l'analisi, in parte poco approfondite nella recente bibliografia, testimoniano, nel complesso, di un apporto molto ridotto della cultura progettuale – e, soprattutto, del restauro – alla risoluzione della questione delle "lacune" nella dimensione urbana del problema.

Ruderi di guerra nella dimensione urbana. Conservazione, integrazione, sostituzione in ambito italiano (1975-2010) / Russo, Valentina. - STAMPA. - (2011), pp. 127-151.

Ruderi di guerra nella dimensione urbana. Conservazione, integrazione, sostituzione in ambito italiano (1975-2010)

RUSSO, VALENTINA
2011

Abstract

Come accade in più contesti europei, anche in numerosi centri storici italiani le architetture mutile costituiscono testimonianze tanto drammatiche quanto tangibili delle ferite inferte dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale ai tessuti urbani. Rispetto al singolo manufatto, diffusamente riconosciuto quale monumento dalla collettività pur se in condizioni di rovina, quanto più la dimensione delle parti distrutte assume una valenza urbana, tanto più queste ultime si tramutano in un "problema" risolvibile con strumenti altri rispetto a quelli propri del restauro architettonico ed archeologico. A confronto con l'entità numerica dei danni, nonché con gli studi e convegni dedicati al tema del "rudere" in anni recenti, gli interventi effettuati, soprattutto se alla scala urbana, sono, in proporzione, molto esigui; indice, tale circostanza, di una complessità del tema che si confronta, in modo inevitabile, con un intreccio di competenze, responsabilità e strumentazioni urbanistiche e normative. Sulla scorta di tali riflessioni, lo scritto si pone l'obiettivo di interpretare criticamente alcuni interventi effettuati in Italia negli ultimi decenni in corrispondenza di isolati ed aree urbane lacerati, nella loro continuità storica e morfologica, dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; evento, quest'ultimo, che più di ogni altro ha segnato, nel Novecento, la trasformazione dei centri storici italiani. Le realizzazioni su cui si focalizza l'analisi, in parte poco approfondite nella recente bibliografia, testimoniano, nel complesso, di un apporto molto ridotto della cultura progettuale – e, soprattutto, del restauro – alla risoluzione della questione delle "lacune" nella dimensione urbana del problema.
2011
9788840441979
Ruderi di guerra nella dimensione urbana. Conservazione, integrazione, sostituzione in ambito italiano (1975-2010) / Russo, Valentina. - STAMPA. - (2011), pp. 127-151.
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