Il testo indaga il tema del progetto delle infrastrutture: un tema da sempre legato a quello dello sviluppo e della trasformazione delle città e del territorio e, se si pensa, ad esempio, alle grandi strade della antichità romana, ciò è vero non solo limitatamente alla città moderna. Certo è che le infrastrutture hanno sempre rappresentato il simbolo del progresso: sia quando grandi opere infrastrutturali sono diventate l’emblema di una vinta sfida tecnologica sia quando l’idea del progresso si è identificata con una più ampia possibilità di movimento, con una maggiore velocità di spostamento, con una nuova accessibilità a luoghi e territori. Il progetto delle infrastrutture è oggi un tema di particolare attualità, cui i progettisti devono guardare in maniera responsabile, cogliendo le grandi opportunità che le realizzazioni infrastrutturali offrono ed evitando insidie almeno altrettanto grandi. Ogni modifica dello spazio antropico è il prodotto della cultura che quella modifica ha ideato e realizzato e sicuramente il rischio che oggi si corre è che, in virtù delle possibilità offerte dalla tecnica e della sempre maggiore separazione dei saperi, le logiche trasportistiche finiscano per prevalere su quelle della forma urbana e del paesaggio: che, insomma, le opere di ingegneria arrivino ad attraversare città e territorio in maniera indifferente alla morfologia dei luoghi, nel migliore dei casi diventando monumento a quel progresso della tecnica, intesa come fine in sé più che come strumento, che le ha rese possibili. E se ciò è tanto più vero quando, in un mondo globale, l’attenzione viene fissata sul progetto delle reti transnazionali e sulle problematiche che queste pongono in termini soprattutto di rapporto con il paesaggio, c’è tuttavia anche una ‘scala’ urbana del problema da non dimenticare. Mentre infatti le grandi stazioni dell’alta velocità si attestano in aree periferiche (dove c’è la speranza che possano arrivare ad assumere il ruolo di nuove centralità ed innescare positive trasformazioni all’intorno), si assiste anche, al di sotto della ‘quota zero’ delle nostre città, al potenziamento delle linee di trasporto metropolitano disegnate e determinate da logiche sostanzialmente trasportistiche e indifferenti alla forma urbana. Ne consegue che l’attenzione progettuale viene concentrata sul disegno di quegli elementi ‘normali’ alla linea - le stazioni – che costituiscono i punti di contatto tra i luoghi del movimento nel sottosuolo e la città in superficie: con atteggiamenti - e quindi con esiti - differenti. Il testo descrive una esperienza progettuale che ha provato a fare della realizzazione di una linea metropolitana una concreta occasione di riqualificazione urbana.

Progetto di infrastrutture / Progetto di città. Il caso della tratta Tecchio-Mergellina della Linea Metropolitana 6 di Napoli / V., MAGNAGO LAMPUGNANI; Visconti, Federica. - STAMPA. - EDA. Esempi di architettura. 2/2007:(2007), pp. 145-148.

Progetto di infrastrutture / Progetto di città. Il caso della tratta Tecchio-Mergellina della Linea Metropolitana 6 di Napoli

VISCONTI, FEDERICA
2007

Abstract

Il testo indaga il tema del progetto delle infrastrutture: un tema da sempre legato a quello dello sviluppo e della trasformazione delle città e del territorio e, se si pensa, ad esempio, alle grandi strade della antichità romana, ciò è vero non solo limitatamente alla città moderna. Certo è che le infrastrutture hanno sempre rappresentato il simbolo del progresso: sia quando grandi opere infrastrutturali sono diventate l’emblema di una vinta sfida tecnologica sia quando l’idea del progresso si è identificata con una più ampia possibilità di movimento, con una maggiore velocità di spostamento, con una nuova accessibilità a luoghi e territori. Il progetto delle infrastrutture è oggi un tema di particolare attualità, cui i progettisti devono guardare in maniera responsabile, cogliendo le grandi opportunità che le realizzazioni infrastrutturali offrono ed evitando insidie almeno altrettanto grandi. Ogni modifica dello spazio antropico è il prodotto della cultura che quella modifica ha ideato e realizzato e sicuramente il rischio che oggi si corre è che, in virtù delle possibilità offerte dalla tecnica e della sempre maggiore separazione dei saperi, le logiche trasportistiche finiscano per prevalere su quelle della forma urbana e del paesaggio: che, insomma, le opere di ingegneria arrivino ad attraversare città e territorio in maniera indifferente alla morfologia dei luoghi, nel migliore dei casi diventando monumento a quel progresso della tecnica, intesa come fine in sé più che come strumento, che le ha rese possibili. E se ciò è tanto più vero quando, in un mondo globale, l’attenzione viene fissata sul progetto delle reti transnazionali e sulle problematiche che queste pongono in termini soprattutto di rapporto con il paesaggio, c’è tuttavia anche una ‘scala’ urbana del problema da non dimenticare. Mentre infatti le grandi stazioni dell’alta velocità si attestano in aree periferiche (dove c’è la speranza che possano arrivare ad assumere il ruolo di nuove centralità ed innescare positive trasformazioni all’intorno), si assiste anche, al di sotto della ‘quota zero’ delle nostre città, al potenziamento delle linee di trasporto metropolitano disegnate e determinate da logiche sostanzialmente trasportistiche e indifferenti alla forma urbana. Ne consegue che l’attenzione progettuale viene concentrata sul disegno di quegli elementi ‘normali’ alla linea - le stazioni – che costituiscono i punti di contatto tra i luoghi del movimento nel sottosuolo e la città in superficie: con atteggiamenti - e quindi con esiti - differenti. Il testo descrive una esperienza progettuale che ha provato a fare della realizzazione di una linea metropolitana una concreta occasione di riqualificazione urbana.
2007
9788889566817
Progetto di infrastrutture / Progetto di città. Il caso della tratta Tecchio-Mergellina della Linea Metropolitana 6 di Napoli / V., MAGNAGO LAMPUGNANI; Visconti, Federica. - STAMPA. - EDA. Esempi di architettura. 2/2007:(2007), pp. 145-148.
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