Il tema proposto dal seminario “TRADIZIONE/INNOVAZIONE. Italia: architetti, scuole di architettura, ricerche. Osservatorio sulla ricerca in architettura under 50” è stato interpretato attraverso l’illustrazione/descrizione di due progetti che concretamente affrontano, in modi complementari e non oppositivi, il rapporto tradizione/innovazione nella declinazione di uno specifico tipo formale: l’edificio a corte. Nella definizione architettonica della corte rivestono un ruolo determinate alcune questioni: la figura, il rapporto interno/esterno, il rapporto con la natura e/o la città, il rapporto orizzontalità/verticalità. Attraverso queste categorie interpretative e coppie selettive sono stati analizzati e spiegati i due progetti selezionati per la mostra. La figura generale dell’edificio è fortemente condizionata dalla forma della corte, dalla sua geometria (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo) che determina l’impianto, la direzionalità e le gerarchie interne dell’edificio stesso. Il rapporto interno/esterno rimanda alla nozione di chiusura e di apertura condizionando il sistema dei caratteri che, alternativamente, divengono uniformi e omogenei o varianti ed eterogenei preludendo in qualche modo a due procedure compositive complementari: per elementi e per volumi distinti. Il rapporto con la natura e/o la città, allo stesso modo, determina la composizione dell’edificio visto nel suo ruolo di elemento fisso (polarizzatore) della costruzione urbana o come elemento d’ordine e riassuntivo di una condizione aperta. Il rapporto orizzontalità/verticalità decide della enfatizzazione degli elementi e delle parti della composizione per dichiararne ruolo e gerarchie rispetto al manufatto. Le due esperienze progettuali presentiamo esemplificano per noi - nel passaggio tra la fissità ideale del tipo e la sua concreta costituzione - il rapporto tra la tradizione (gli exempla) e l’innovazione (la contestualizzazione/variazione). Il luogo, in tale ragionamento, diviene la condizione e l’occasione per una variazione/differenza rispetto alla astrattezza dell’enunciato tipologico, pur necessario ad impostare razionalmente le scelte del progetto. I due edifici - rispetto alla figura - assumono entrambi quella del quadrato come figura stabile e capace di ordinare le differenti parti del progetto. I due edifici hanno inoltre in comune la stessa condizione contestuale: entrambi si collocano in un luogo naturale, in una città aperta. Tuttavia, pur condividendo questa analoga collocatio, in relazione al rapporto interno/esterno, i due progetti assumono atteggiamenti diversi nel declinare il nesso con il loro intorno fisico. I due edifici, anche in relazione al rapporto orizzontalità/verticalità, sondano differenti modalità: nel primo caso la corte viene anticipata da alcuni elementi segnaletici (torri e portico), nel secondo si mette in scaena con l’enfatizzazione di alcuni elementi (biblioteca). Infine rispetto al ‘senso’ i due progetti provano ad affrontare, se pur in singole architetture, questioni più generai legate al giudizio su tutto ciò che li circonda in termini concreti ma anche ideali (di idee di città). In ambedue resta il problema della ricerca della precisione costruttiva e del carattere adeguato da conferire ai manufatti per farli riconoscere ad una collettività, oggi purtroppo sempre più inconsapevole ed eterodiretta.

Globale (tradizione)_locale (innovazione): declinazioni del tipo a corte / Capozzi, Renato; Visconti, Federica. - STAMPA. - (2012), pp. 158-163.

Globale (tradizione)_locale (innovazione): declinazioni del tipo a corte

CAPOZZI, RENATO;VISCONTI, FEDERICA
2012

Abstract

Il tema proposto dal seminario “TRADIZIONE/INNOVAZIONE. Italia: architetti, scuole di architettura, ricerche. Osservatorio sulla ricerca in architettura under 50” è stato interpretato attraverso l’illustrazione/descrizione di due progetti che concretamente affrontano, in modi complementari e non oppositivi, il rapporto tradizione/innovazione nella declinazione di uno specifico tipo formale: l’edificio a corte. Nella definizione architettonica della corte rivestono un ruolo determinate alcune questioni: la figura, il rapporto interno/esterno, il rapporto con la natura e/o la città, il rapporto orizzontalità/verticalità. Attraverso queste categorie interpretative e coppie selettive sono stati analizzati e spiegati i due progetti selezionati per la mostra. La figura generale dell’edificio è fortemente condizionata dalla forma della corte, dalla sua geometria (cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo) che determina l’impianto, la direzionalità e le gerarchie interne dell’edificio stesso. Il rapporto interno/esterno rimanda alla nozione di chiusura e di apertura condizionando il sistema dei caratteri che, alternativamente, divengono uniformi e omogenei o varianti ed eterogenei preludendo in qualche modo a due procedure compositive complementari: per elementi e per volumi distinti. Il rapporto con la natura e/o la città, allo stesso modo, determina la composizione dell’edificio visto nel suo ruolo di elemento fisso (polarizzatore) della costruzione urbana o come elemento d’ordine e riassuntivo di una condizione aperta. Il rapporto orizzontalità/verticalità decide della enfatizzazione degli elementi e delle parti della composizione per dichiararne ruolo e gerarchie rispetto al manufatto. Le due esperienze progettuali presentiamo esemplificano per noi - nel passaggio tra la fissità ideale del tipo e la sua concreta costituzione - il rapporto tra la tradizione (gli exempla) e l’innovazione (la contestualizzazione/variazione). Il luogo, in tale ragionamento, diviene la condizione e l’occasione per una variazione/differenza rispetto alla astrattezza dell’enunciato tipologico, pur necessario ad impostare razionalmente le scelte del progetto. I due edifici - rispetto alla figura - assumono entrambi quella del quadrato come figura stabile e capace di ordinare le differenti parti del progetto. I due edifici hanno inoltre in comune la stessa condizione contestuale: entrambi si collocano in un luogo naturale, in una città aperta. Tuttavia, pur condividendo questa analoga collocatio, in relazione al rapporto interno/esterno, i due progetti assumono atteggiamenti diversi nel declinare il nesso con il loro intorno fisico. I due edifici, anche in relazione al rapporto orizzontalità/verticalità, sondano differenti modalità: nel primo caso la corte viene anticipata da alcuni elementi segnaletici (torri e portico), nel secondo si mette in scaena con l’enfatizzazione di alcuni elementi (biblioteca). Infine rispetto al ‘senso’ i due progetti provano ad affrontare, se pur in singole architetture, questioni più generai legate al giudizio su tutto ciò che li circonda in termini concreti ma anche ideali (di idee di città). In ambedue resta il problema della ricerca della precisione costruttiva e del carattere adeguato da conferire ai manufatti per farli riconoscere ad una collettività, oggi purtroppo sempre più inconsapevole ed eterodiretta.
2012
9788889400715
Globale (tradizione)_locale (innovazione): declinazioni del tipo a corte / Capozzi, Renato; Visconti, Federica. - STAMPA. - (2012), pp. 158-163.
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