Nei molteplici sistemi di influenze scaturiti dalla ricezione de L’architettura della città e dalle riflessioni congruenti con quella opzione teorica, un momento decisivo è rappresentato dalla Mostra “Architettura e città” alla XV Triennale di Milano del 1973: la tesi proposta dalla relazione è, anzi, che esista un diretto collegamento tra ‘IL’ libro della ‘teoria’ rossiana e la mostra tenutasi sette anni dopo anche perché, in un certo qual senso, tutti gli altri - pure fondamentali - contributi forniti dal maestro milanese altro non sono che possibili ‘sviluppi’ interpretativi del corposo e innovativo materiale contenuto nella ‘teoria’ iniziale. E bisogna specificare che quando si parla di ‘contributi’, per la natura stessa delle opere di Rossi, si intendono, su un piano perfettamente paritetico, ‘fabbriche’ e ‘scritti’. La “Sezione Architettura” alla Triennale - ed il correlato testo Architettura Razionale - fissano i caratteri distintivi di quel movimento auto nominatosi rogersianamente “Tendenza” che assumerà le tesi proposte da Rossi in L’architettura della città, Architettura per i Musei e Introduzione a Boullée, egemonizzando il dibattito nelle varie scuole italiane, e non solo. I temi sviluppati nella Mostra - interpretabile come una verifica in re di quella posizione teorica - riguardarono il rapporto con la storia e la città, la revisione critica delle esperienze del Movimento Moderno, la preminenza dell’analisi tipologica e formale rispetto alla mera descrizione dei fatti urbani, la semplificazione delle forme architettoniche in vista di una loro possibile intelligibilità. Inoltre, in continuità con le teoresi, alla Triennale vennero proposti alcuni fondamentali principî in vista di una complessiva rifondazione disciplinare per la costruzione di una Teoria architettonica condivisa quali: il monumento, il tipo, la città come manufatto ed i loro rapporti. Temi e questioni inaugurati - alcuni forse neppure definitivamente codificati - da L'architettura della città e concretamente verificati per la prima volta con la Mostra del 1973 - e poi ribaditi, due anni dopo, nella successiva esposizione itinerante “Rational Architecture” - dove la città ed i suoi elementi si costituiscono dunque come il fulcro di ogni riflessione teorico-pratica sull’architettura. La scelta dei progetti per la Triennale (con approcci compositivi e interpretativi tanto diversi da far ‘meraviglia’ anche ai più attenti e raffinati storici ed intellettuali) sta proprio a dimostrare, con evidenza, l’estrema ‘apertura’ ed ‘inclusività’ del pur ‘tendenzioso’ ragionamento di Aldo Rossi (anche, se non soprattutto, in termini di ricadute operative). Il portato della teoria proposta da Rossi manifesta in tal modo, nella XV Triennale, il suo carattere operante. Un carattere fondato sulla applicabilità di un metodo che determina un approccio non transitorio allo studio e al progetto dell'architettura e della città seguendo il quale il pensiero di Rossi diventa anche progressivo: riaffermarne oggi le opzioni di fondo - riassumibili nella nozione di Progetto Urbano - è un'operazione che, lungi dal voler proporre nostalgiche e precarie attualizzazioni, può ancora rappresentare un importante contributo teso ad orientare ed ordinare il nostro difficile mestiere, il suo ruolo civile e la sua necessità di fondarsi razionalmente su tradizioni, regole, procedure e metodi riconoscibili, nominabili e per questo trasmissibili.

>1966>Architettura Razionale_1973>oggi / Visconti, Federica. - (2011). (Intervento presentato al convegno l'architettura della città tenutosi a IUAV di Venezia nel 26-28 ottobre 2011).

>1966>Architettura Razionale_1973>oggi

VISCONTI, FEDERICA
2011

Abstract

Nei molteplici sistemi di influenze scaturiti dalla ricezione de L’architettura della città e dalle riflessioni congruenti con quella opzione teorica, un momento decisivo è rappresentato dalla Mostra “Architettura e città” alla XV Triennale di Milano del 1973: la tesi proposta dalla relazione è, anzi, che esista un diretto collegamento tra ‘IL’ libro della ‘teoria’ rossiana e la mostra tenutasi sette anni dopo anche perché, in un certo qual senso, tutti gli altri - pure fondamentali - contributi forniti dal maestro milanese altro non sono che possibili ‘sviluppi’ interpretativi del corposo e innovativo materiale contenuto nella ‘teoria’ iniziale. E bisogna specificare che quando si parla di ‘contributi’, per la natura stessa delle opere di Rossi, si intendono, su un piano perfettamente paritetico, ‘fabbriche’ e ‘scritti’. La “Sezione Architettura” alla Triennale - ed il correlato testo Architettura Razionale - fissano i caratteri distintivi di quel movimento auto nominatosi rogersianamente “Tendenza” che assumerà le tesi proposte da Rossi in L’architettura della città, Architettura per i Musei e Introduzione a Boullée, egemonizzando il dibattito nelle varie scuole italiane, e non solo. I temi sviluppati nella Mostra - interpretabile come una verifica in re di quella posizione teorica - riguardarono il rapporto con la storia e la città, la revisione critica delle esperienze del Movimento Moderno, la preminenza dell’analisi tipologica e formale rispetto alla mera descrizione dei fatti urbani, la semplificazione delle forme architettoniche in vista di una loro possibile intelligibilità. Inoltre, in continuità con le teoresi, alla Triennale vennero proposti alcuni fondamentali principî in vista di una complessiva rifondazione disciplinare per la costruzione di una Teoria architettonica condivisa quali: il monumento, il tipo, la città come manufatto ed i loro rapporti. Temi e questioni inaugurati - alcuni forse neppure definitivamente codificati - da L'architettura della città e concretamente verificati per la prima volta con la Mostra del 1973 - e poi ribaditi, due anni dopo, nella successiva esposizione itinerante “Rational Architecture” - dove la città ed i suoi elementi si costituiscono dunque come il fulcro di ogni riflessione teorico-pratica sull’architettura. La scelta dei progetti per la Triennale (con approcci compositivi e interpretativi tanto diversi da far ‘meraviglia’ anche ai più attenti e raffinati storici ed intellettuali) sta proprio a dimostrare, con evidenza, l’estrema ‘apertura’ ed ‘inclusività’ del pur ‘tendenzioso’ ragionamento di Aldo Rossi (anche, se non soprattutto, in termini di ricadute operative). Il portato della teoria proposta da Rossi manifesta in tal modo, nella XV Triennale, il suo carattere operante. Un carattere fondato sulla applicabilità di un metodo che determina un approccio non transitorio allo studio e al progetto dell'architettura e della città seguendo il quale il pensiero di Rossi diventa anche progressivo: riaffermarne oggi le opzioni di fondo - riassumibili nella nozione di Progetto Urbano - è un'operazione che, lungi dal voler proporre nostalgiche e precarie attualizzazioni, può ancora rappresentare un importante contributo teso ad orientare ed ordinare il nostro difficile mestiere, il suo ruolo civile e la sua necessità di fondarsi razionalmente su tradizioni, regole, procedure e metodi riconoscibili, nominabili e per questo trasmissibili.
2011
>1966>Architettura Razionale_1973>oggi / Visconti, Federica. - (2011). (Intervento presentato al convegno l'architettura della città tenutosi a IUAV di Venezia nel 26-28 ottobre 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/418506
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