Napoli è il “cuore” della metropoli campana. Monte Echia, Monte di Dio, era Palepoli, ai suoi piedi l’antico porto, poi il Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino, la Darsena Borbonica e gli Arsenali. La città si inerpica tra i boschi di mirti, San Carlo alle Mortelle, per risalire Monte Sant’Erasmo ed erigere la fortezza di Sant’Elmo. Le pendici scoscese e le mura difensive del Petraio chiudono la città vicereale ad ovest, ma il cratere di Chiaia e l’ampia spiaggia a mezzaluna si popola nel Borgo lungo il Passeggio Reale e ville e giardini alternati alle case dei pescatori compongono lo scenario della città di mare fino a Mergellina. Ad est la città è sbarrata dalle paludi di Sant’Anna. Chiaia, l’anfiteatro naturale, incastonata tra il Castel dell’Ovo e la collina di Posillipo, è solcata da alvei naturali e stradine che si inerpicano per raggiungere la collina del Vomero fino “alle due porte”. Gallerie scavate nel tufo prima dai romani, fino ai Borbone e ancora oggi attraversano i rilievi tufacei che descrivono le caldere dei crateri flegrei, da San Ferdinando a Posillipo, per unire “la città bassa” della piana alluvionale della conca Fuorigrotta-Coroglio a quella della piana alluvionale orientale del sistema imbrifero del Sebeto, Volla, Fosso Reale e dei Torrenti di Somma e del Vesuvio. L’orografia accidentata, i costoni rocciosi, le dorsali collinari non hanno impedito nei secoli la permanente costruzione e stratificazione della città capitale del sud. Edificata sopra e scavata sotto il suolo in un incessante ciclo della vita urbana di “costruzione” e “autodistruzione” poiché “centro “ della metropoli in continua espansione e, allo stesso tempo, di ristrutturazione e adeguamento del “centro”, anch’esso sempre più grande, più denso, più congestionato e sempre più privo di servizi e della qualità della vita per i suoi abitanti, per i suoi fruitori pendolari quotidiani, per i suoi nuovi residenti: cinesi, indiani, africani e altri cittadini extra comunitari. Napoli, 8 mila abitanti per chilometro quadrato, 962.940 residenti su 117,27 kmq; senza contare gli extracomunitari e i pendolari che ogni giorno si recano in questi luoghi per ragioni di lavoro dall’intera Regione Campania. A Napoli, infatti, si svolge la vita del governo dell’intero territorio regionale, provinciale e cittadino; al centro direzionale e a Santa Lucia vi sono sedi regionali di molti enti e società produttive, a Piazza Matteotti, a cinquecento metri da Piazza Municipio ha sede il governo dell’intera Provincia di Napoli, oltre tre milioni di persone, come la Svezia o la Norvegia. A Napoli sono ubicate le sedi di cinque Atenei Campani dei sette totali, Policlinici, Ospedali e Cliniche private, le Ambasciate, il San Carlo, gli Istituti di Cultura, le Biblioteche, i Musei, le Soprintendenze, i Cinema, i Teatri, i Centri Commerciali e i luoghi di svago e per il tempo libero, la linea di costa, il lungomare, il porto commerciale e passeggeri, l’approdo per le navi da crociera, i traghetti, gli aliscafi, i lidi balneari, i bar e i ristoranti; i parchi storici e i giardini pubblici. Napoli è appena lo 0,8 % della superficie territoriale regionale. Una città di quasi un milione di abitanti in un fazzoletto di terra. Ma qual è il patrimonio edilizio esistente in questo territorio? Volendo prendere ad esempio la prima municipalità: Chiaia, San Ferdinando e Posillipo abbiamo questi dati: 80 mila vani a Chiaia, 30 mila a San Ferdinando, 60 mila a Posillipo circa 7 mila risultano non occupano e sicuramente molti altri sfuggono al censimento e rispetto ai residenti attuali sono quasi il doppio eppure si continua ad affermare che la carenza di alloggi è una emergenza e che la fame di case permanente schiaccia qualunque altra discussione di carenza di attrezzature e servizi collettivi. Al censimento 2001 a San Ferdinando risultano 10 mila vani in più degli attuali residenti, a Chiaia 40 mila e a Posillipo 22 mila, per un totale di ben 72 mila vani in più dei residenti! Tra le municipalità napoletane San Ferdinando, Chiaia e Posillipo costituisce sicuramente quella con i minori problemi di disagio sociale ed ambientale, tuttavia, non è risultata indenne dall’incremento progressivo del degrado urbano, ambientale, socio-economico, culturale e paesaggistico e dalla esponenziale crescita del rischio e della mancanza di sicurezza a cui è esposta la popolazione. Un aspetto di riordino amministrativo e politico del governo del territorio cittadino dovrà essere necessariamente affrontato dalla prossima amministrazione. Il decentramento delle funzioni assegnate alle 10 municipalità non si è completato pienamente ed è stato costruito un nuovo esercito di circa 400 nuovi amministratori pubblici i cui costi gravano sulla collettività. L’accorpamento di alcune ex circoscrizioni in municipalità è sbagliato come ad esempio San Lorenzo-Vicaria con Poggioreale-Zona Industriale, il cuore del centro antico con quartieri dell’area orientale della piana alluvionale del Sebeto. Differenze fisiche, storiche e urbanistiche: un pasticcio. L’organizzazione amministrativa della Città di Napoli deve essere fondata su 4 e non 10 Municipalità congruenti con le caratteristiche idrogeologiche, fisiche, storiche e delle stratificazioni urbanistiche:  Napoli Centro Storico – Urbano;  Napoli Area Occidentale;  Napoli Area Orientale;  Napoli Area Nord. Cittadini non facciamoci espropriare dei nostri diritti! 1. Lottare contro la criminalità e qualunque forma di illegalità; la città deve essere sicura. 2. Liberare gli spazi pubblici, strade, marciapiedi, slarghi, piazze, da ogni forma di occupazione e appropriazione indebita come chioschi, gazebo, pedane ed esposizioni di merci, cartellonistica, ingombri visivi e fisici, arredi urbani volgari, cafoni e ingombranti; la città deve essere liberata. 3. Pulire e illuminare la città, spazzare, differenziare, riciclare, lavare, lucidare, mantenere il decoro togliendo tutto e non aggiungendo niente. I ritmi urbani diurni e notturni devono alternarsi in armonia e senza conflitti; bisogna fare pulizia. 4. Alleggerire il territorio dalla densità edilizia e abitativa e da funzioni urbane a scala metropolitana, provinciale e regionale; portare fuori dalla città tutto ciò che non può contenere e rispondere al fabbisogno dei cittadini residenti di attrezzature pubbliche e di servizi collettivi; in linea teorica i residenti di un territorio così poco esteso e con caratteristiche idrografiche e idrogeologiche così particolari dovrebbero essere almeno la metà degli attuali e quindi è opportuno favorire i processi di contenimento dei carichi urbani ed edilizi; recuperare tutto il patrimonio edilizio storico abbandonato come chiese e conventi. Riqualificare il waterfront più bello del mondo. 5. Fermare la distruzione del sottosuolo con la realizzazione di parcheggi interrati e il cambio di destinazione d’uso degli attuali garage e parcheggi privati in supermercati, officine, laboratori o alloggi per extracomunitari. Prevedere il monitoraggio del sottosuolo per la prevenzione dei dissesti stradali ed il piano di recupero ambientale delle cavità sotterranee per la valorizzazione di Napoli sotterranea a fini culturali e sociali. 6. Risanare l’ambiente, riforestare i parchi, giardini, strade e piazze con alberi di prima grandezza; piantare almeno un milione di nuovi alberi per contenere l’isola di calore urbana e ripristinare la qualità dell’aria e del microclima; la città deve essere verde. 7. Attivare il sistema integrato dei trasporti urbani con scale mobili, bus verticali e minibus circolari e scambiatori intermodali di traffico, realizzare mobilità alternative pedonali e meccanizzati. Redigere il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e dei sottoservizi, regolamentazione degli interventi stradali sui sottoservizi, sia per le società di gestione comunali che esterne, individuare i carichi di traffico massimi compatibili con il piano di manutenzione ordinaria delle strade. 8. Incrementare le opportunità di lavoro del territorio, dell’edilizia e del paesaggio con la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali-archeologici. Favorire lo sviluppo delle attività creative dei giovani per produrre sapere, scienza, musica, spettacoli, opere; fabbriche di sapere e creatività; una città creativa. 9. Dotare la città delle funzioni del governo di scala adeguata al valore artistico monumentale del suo patrimonio architettonico con il trasferimento al centro direzionale di tutte le funzioni del governo della scala dell’intera città. Funzioni adeguate alla capacità del territorio di contenerle e alle caratteristiche artistiche e monumentali del territorio stesso. 10. Investire nel diritto allo studio, nella diffusione della cultura scientifica e rafforzare la crescita culturale dell’intera comunità. Difendere i diritti di cittadinanza e la costituzione.

Manifesto delle donne: i dieci punti per il programma di Napoli / Buondonno, Emma. - (2011). (Intervento presentato al convegno Emozioni donne in bianco e nero tenutosi a Napoli, Biblioteca B. Croce, Via F. De Mura 2 bis nel 24 e 25 marzo 2011).

Manifesto delle donne: i dieci punti per il programma di Napoli

BUONDONNO, EMMA
2011

Abstract

Napoli è il “cuore” della metropoli campana. Monte Echia, Monte di Dio, era Palepoli, ai suoi piedi l’antico porto, poi il Castel dell’Ovo e il Maschio Angioino, la Darsena Borbonica e gli Arsenali. La città si inerpica tra i boschi di mirti, San Carlo alle Mortelle, per risalire Monte Sant’Erasmo ed erigere la fortezza di Sant’Elmo. Le pendici scoscese e le mura difensive del Petraio chiudono la città vicereale ad ovest, ma il cratere di Chiaia e l’ampia spiaggia a mezzaluna si popola nel Borgo lungo il Passeggio Reale e ville e giardini alternati alle case dei pescatori compongono lo scenario della città di mare fino a Mergellina. Ad est la città è sbarrata dalle paludi di Sant’Anna. Chiaia, l’anfiteatro naturale, incastonata tra il Castel dell’Ovo e la collina di Posillipo, è solcata da alvei naturali e stradine che si inerpicano per raggiungere la collina del Vomero fino “alle due porte”. Gallerie scavate nel tufo prima dai romani, fino ai Borbone e ancora oggi attraversano i rilievi tufacei che descrivono le caldere dei crateri flegrei, da San Ferdinando a Posillipo, per unire “la città bassa” della piana alluvionale della conca Fuorigrotta-Coroglio a quella della piana alluvionale orientale del sistema imbrifero del Sebeto, Volla, Fosso Reale e dei Torrenti di Somma e del Vesuvio. L’orografia accidentata, i costoni rocciosi, le dorsali collinari non hanno impedito nei secoli la permanente costruzione e stratificazione della città capitale del sud. Edificata sopra e scavata sotto il suolo in un incessante ciclo della vita urbana di “costruzione” e “autodistruzione” poiché “centro “ della metropoli in continua espansione e, allo stesso tempo, di ristrutturazione e adeguamento del “centro”, anch’esso sempre più grande, più denso, più congestionato e sempre più privo di servizi e della qualità della vita per i suoi abitanti, per i suoi fruitori pendolari quotidiani, per i suoi nuovi residenti: cinesi, indiani, africani e altri cittadini extra comunitari. Napoli, 8 mila abitanti per chilometro quadrato, 962.940 residenti su 117,27 kmq; senza contare gli extracomunitari e i pendolari che ogni giorno si recano in questi luoghi per ragioni di lavoro dall’intera Regione Campania. A Napoli, infatti, si svolge la vita del governo dell’intero territorio regionale, provinciale e cittadino; al centro direzionale e a Santa Lucia vi sono sedi regionali di molti enti e società produttive, a Piazza Matteotti, a cinquecento metri da Piazza Municipio ha sede il governo dell’intera Provincia di Napoli, oltre tre milioni di persone, come la Svezia o la Norvegia. A Napoli sono ubicate le sedi di cinque Atenei Campani dei sette totali, Policlinici, Ospedali e Cliniche private, le Ambasciate, il San Carlo, gli Istituti di Cultura, le Biblioteche, i Musei, le Soprintendenze, i Cinema, i Teatri, i Centri Commerciali e i luoghi di svago e per il tempo libero, la linea di costa, il lungomare, il porto commerciale e passeggeri, l’approdo per le navi da crociera, i traghetti, gli aliscafi, i lidi balneari, i bar e i ristoranti; i parchi storici e i giardini pubblici. Napoli è appena lo 0,8 % della superficie territoriale regionale. Una città di quasi un milione di abitanti in un fazzoletto di terra. Ma qual è il patrimonio edilizio esistente in questo territorio? Volendo prendere ad esempio la prima municipalità: Chiaia, San Ferdinando e Posillipo abbiamo questi dati: 80 mila vani a Chiaia, 30 mila a San Ferdinando, 60 mila a Posillipo circa 7 mila risultano non occupano e sicuramente molti altri sfuggono al censimento e rispetto ai residenti attuali sono quasi il doppio eppure si continua ad affermare che la carenza di alloggi è una emergenza e che la fame di case permanente schiaccia qualunque altra discussione di carenza di attrezzature e servizi collettivi. Al censimento 2001 a San Ferdinando risultano 10 mila vani in più degli attuali residenti, a Chiaia 40 mila e a Posillipo 22 mila, per un totale di ben 72 mila vani in più dei residenti! Tra le municipalità napoletane San Ferdinando, Chiaia e Posillipo costituisce sicuramente quella con i minori problemi di disagio sociale ed ambientale, tuttavia, non è risultata indenne dall’incremento progressivo del degrado urbano, ambientale, socio-economico, culturale e paesaggistico e dalla esponenziale crescita del rischio e della mancanza di sicurezza a cui è esposta la popolazione. Un aspetto di riordino amministrativo e politico del governo del territorio cittadino dovrà essere necessariamente affrontato dalla prossima amministrazione. Il decentramento delle funzioni assegnate alle 10 municipalità non si è completato pienamente ed è stato costruito un nuovo esercito di circa 400 nuovi amministratori pubblici i cui costi gravano sulla collettività. L’accorpamento di alcune ex circoscrizioni in municipalità è sbagliato come ad esempio San Lorenzo-Vicaria con Poggioreale-Zona Industriale, il cuore del centro antico con quartieri dell’area orientale della piana alluvionale del Sebeto. Differenze fisiche, storiche e urbanistiche: un pasticcio. L’organizzazione amministrativa della Città di Napoli deve essere fondata su 4 e non 10 Municipalità congruenti con le caratteristiche idrogeologiche, fisiche, storiche e delle stratificazioni urbanistiche:  Napoli Centro Storico – Urbano;  Napoli Area Occidentale;  Napoli Area Orientale;  Napoli Area Nord. Cittadini non facciamoci espropriare dei nostri diritti! 1. Lottare contro la criminalità e qualunque forma di illegalità; la città deve essere sicura. 2. Liberare gli spazi pubblici, strade, marciapiedi, slarghi, piazze, da ogni forma di occupazione e appropriazione indebita come chioschi, gazebo, pedane ed esposizioni di merci, cartellonistica, ingombri visivi e fisici, arredi urbani volgari, cafoni e ingombranti; la città deve essere liberata. 3. Pulire e illuminare la città, spazzare, differenziare, riciclare, lavare, lucidare, mantenere il decoro togliendo tutto e non aggiungendo niente. I ritmi urbani diurni e notturni devono alternarsi in armonia e senza conflitti; bisogna fare pulizia. 4. Alleggerire il territorio dalla densità edilizia e abitativa e da funzioni urbane a scala metropolitana, provinciale e regionale; portare fuori dalla città tutto ciò che non può contenere e rispondere al fabbisogno dei cittadini residenti di attrezzature pubbliche e di servizi collettivi; in linea teorica i residenti di un territorio così poco esteso e con caratteristiche idrografiche e idrogeologiche così particolari dovrebbero essere almeno la metà degli attuali e quindi è opportuno favorire i processi di contenimento dei carichi urbani ed edilizi; recuperare tutto il patrimonio edilizio storico abbandonato come chiese e conventi. Riqualificare il waterfront più bello del mondo. 5. Fermare la distruzione del sottosuolo con la realizzazione di parcheggi interrati e il cambio di destinazione d’uso degli attuali garage e parcheggi privati in supermercati, officine, laboratori o alloggi per extracomunitari. Prevedere il monitoraggio del sottosuolo per la prevenzione dei dissesti stradali ed il piano di recupero ambientale delle cavità sotterranee per la valorizzazione di Napoli sotterranea a fini culturali e sociali. 6. Risanare l’ambiente, riforestare i parchi, giardini, strade e piazze con alberi di prima grandezza; piantare almeno un milione di nuovi alberi per contenere l’isola di calore urbana e ripristinare la qualità dell’aria e del microclima; la città deve essere verde. 7. Attivare il sistema integrato dei trasporti urbani con scale mobili, bus verticali e minibus circolari e scambiatori intermodali di traffico, realizzare mobilità alternative pedonali e meccanizzati. Redigere il piano di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e dei sottoservizi, regolamentazione degli interventi stradali sui sottoservizi, sia per le società di gestione comunali che esterne, individuare i carichi di traffico massimi compatibili con il piano di manutenzione ordinaria delle strade. 8. Incrementare le opportunità di lavoro del territorio, dell’edilizia e del paesaggio con la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali-archeologici. Favorire lo sviluppo delle attività creative dei giovani per produrre sapere, scienza, musica, spettacoli, opere; fabbriche di sapere e creatività; una città creativa. 9. Dotare la città delle funzioni del governo di scala adeguata al valore artistico monumentale del suo patrimonio architettonico con il trasferimento al centro direzionale di tutte le funzioni del governo della scala dell’intera città. Funzioni adeguate alla capacità del territorio di contenerle e alle caratteristiche artistiche e monumentali del territorio stesso. 10. Investire nel diritto allo studio, nella diffusione della cultura scientifica e rafforzare la crescita culturale dell’intera comunità. Difendere i diritti di cittadinanza e la costituzione.
2011
Manifesto delle donne: i dieci punti per il programma di Napoli / Buondonno, Emma. - (2011). (Intervento presentato al convegno Emozioni donne in bianco e nero tenutosi a Napoli, Biblioteca B. Croce, Via F. De Mura 2 bis nel 24 e 25 marzo 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/418083
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