Il gruppo napoletano si propone di condurre una ricerca sui testi cristiani sia relativi all’incontro con il contesto sociale e culturale del mondo antico, sia alla definizione identitaria del credo e della pratica religiosa rispetto ai movimenti cristiani eterodossi. Le elaborazioni degli intellettuali cristiani, miranti a definire e prospettare nuovi modelli di vita, entrano ben presto in contrasto con modelli di pensiero e stili di vita del mondo pagano, nonostante l’impegno a vagliare e assorbire gli aspetti della cultura antica che potevano essere congruenti col messaggio evangelico. Ma nel contempo si accentuano all’interno stesso del cristianesimo le differenze che segnano una progressiva frattura tra gli stessi gruppi cristiani. In questo senso si assiste all’aspra polemica contro eretici e scismatici, equiparati ai pagani o ai giudei: l’universo dell’“alterità” rispetto ai cristiani comprende anche tutto ciò che cristiano ortodosso non è. Un primo campo d’indagine sarà la dottrina origeniana del libero arbitrio. Il tema, che costituisce l’elemento fondante di tutto il pensiero dell’Alessandrino, si sviluppa sullo sfondo del costante dibattito sostenuto con gnostici e marcioniti, che divergono secondo Origene dai punti basilari fissati dalla tradizione apostolica, in particolare dall’affermazione del libero arbitrio. Campo di scontro è l’interpretazione di alcuni passi fondamentali della Scrittura, che a prima vista sembrano contraddire l’esistenza del libero arbitrio. La soluzione origeniana si dirama in diverse direzioni, costituendo una trattazione sistematica nella quale iniziativa divina e responsabilità dell’uomo giocano una reciproca iniziativa. Un altro ambito della ricerca è rappresentato dall’Oratio ad sanctorum coetum, il discorso attribuito all’imperatore Costantino: l’analisi permetterà di approfondire il tema del rapporto dei cristiani con il mondo pagano. Si focalizzeranno in modo speciale i capitoli dedicati alla polemica con i filosofi e con i poeti pagani. Si analizzerà altresì la traduzione greca della IV bucolica virgiliana contenuta nello stesso testo, che rappresenta un chiaro esempio della strumentalizzazione della letteratura classica operata dagli autori cristiani. Si affronterà lo studio della produzione omiletica di Quodvultdeus, vescovo di Cartagine, esiliato nel 439 dal re vandalo Genserico. Nei Sermones a lui attribuiti è centrale il tema del confronto/scontro tra i cattolici africani e gli altri, cioè gli avversari della Chiesa, sia esterni, pagani e giudei, sia interni, vale a dire gli eretici come i manichei, i sabelliani, e, soprattutto, gli ariani. Formatosi nel clima antigiudaico dominante nell’Africa settentrionale agli inizi del V secolo, il vescovo africano associa nei suoi scritti giudaismo e paganesimo alle eresie . La ricerca si propone di focalizzare l’attenzione sui sermoni nei quali Quodvultdeus attacca i Vandali non solo in quanto invasori, ma anche e soprattutto in quanto ariani e, come tali, alleati naturali degli altri eretici, nonché di pagani e giudei. Di fronte all’invasore vandalo Genserico che trasforma la sua lotta contro Roma in una lotta dell’arianesimo contro il cattolicesimo persecutore si registra la dura reazione, politica e religiosa insieme, di Quodvultdeus, convinto che la sconfitta del cattolicesimo avrebbe segnato il definitivo distacco da Roma della provincia d’Africa. Ancora in relazione agli aspetti dottrinali e alla forma letteraria della polemica, sarà studiata l’opera parafrastica di Nonno di Panopoli sul Vangelo di Giovanni: nella sua concezione cristologica netto e senza sfumature è l’atteggiamento polemico nei riguardi dell’arianesimo, più sfumato invece è il suo atteggiamento verso il monofisismo e il nestorianesimo. Nella riscrittura del quarto Vangelo la rigogliosa aggettivazione, lungi dall’avere un carattere meramente esornativo, acquista un forte spessore esegetico e dottrinale. È proprio da questa aggettivazione che emerge, ad una rigorosa analisi intertestuale, la polemica che il parafraste cristiano sviluppa contro l’arianesimo. Infine si indagherà la letteratura agiografica prevalentemente di lingua latina dei secoli IV-VI sempre secondo l’angolo visuale della contestazione e della polemica talora violenta contro i valori mondani, con la denunzia della religione pagana e la battaglia contro sopravvivenze e resistenze di usi e tradizioni pagane. Si analizzerà anche il rapporto conflittuale del vir Dei con l’autorità e con il contesto sociale a lui avverso. Un’attenzione specifica sarà dedicata all’agiografia merovingica da Venanzio Fortunato a Gregorio di Tours. Si propone in particolare lo studio della Vita Hilarii di Venanzio, che permette di cogliere le modalità con cui Venanzio Fortunato recepisce e tramanda l’attività polemica di Ilario, con l’obiettivo di mettere in luce la sensibilità profondamente mutata di ‘sentire’ la polemica, relativa a tematiche ormai lontane.

Dibattito tra cristiani, eretici e pagani nei secc. III-VI / Luongo, Gennaro. - (2009). (Intervento presentato al convegno I cristiani e gli "altri". Forme letterarie del dibattito religioso tra III e VI secolo nel 17.10.2011).

Dibattito tra cristiani, eretici e pagani nei secc. III-VI

LUONGO, GENNARO
2009

Abstract

Il gruppo napoletano si propone di condurre una ricerca sui testi cristiani sia relativi all’incontro con il contesto sociale e culturale del mondo antico, sia alla definizione identitaria del credo e della pratica religiosa rispetto ai movimenti cristiani eterodossi. Le elaborazioni degli intellettuali cristiani, miranti a definire e prospettare nuovi modelli di vita, entrano ben presto in contrasto con modelli di pensiero e stili di vita del mondo pagano, nonostante l’impegno a vagliare e assorbire gli aspetti della cultura antica che potevano essere congruenti col messaggio evangelico. Ma nel contempo si accentuano all’interno stesso del cristianesimo le differenze che segnano una progressiva frattura tra gli stessi gruppi cristiani. In questo senso si assiste all’aspra polemica contro eretici e scismatici, equiparati ai pagani o ai giudei: l’universo dell’“alterità” rispetto ai cristiani comprende anche tutto ciò che cristiano ortodosso non è. Un primo campo d’indagine sarà la dottrina origeniana del libero arbitrio. Il tema, che costituisce l’elemento fondante di tutto il pensiero dell’Alessandrino, si sviluppa sullo sfondo del costante dibattito sostenuto con gnostici e marcioniti, che divergono secondo Origene dai punti basilari fissati dalla tradizione apostolica, in particolare dall’affermazione del libero arbitrio. Campo di scontro è l’interpretazione di alcuni passi fondamentali della Scrittura, che a prima vista sembrano contraddire l’esistenza del libero arbitrio. La soluzione origeniana si dirama in diverse direzioni, costituendo una trattazione sistematica nella quale iniziativa divina e responsabilità dell’uomo giocano una reciproca iniziativa. Un altro ambito della ricerca è rappresentato dall’Oratio ad sanctorum coetum, il discorso attribuito all’imperatore Costantino: l’analisi permetterà di approfondire il tema del rapporto dei cristiani con il mondo pagano. Si focalizzeranno in modo speciale i capitoli dedicati alla polemica con i filosofi e con i poeti pagani. Si analizzerà altresì la traduzione greca della IV bucolica virgiliana contenuta nello stesso testo, che rappresenta un chiaro esempio della strumentalizzazione della letteratura classica operata dagli autori cristiani. Si affronterà lo studio della produzione omiletica di Quodvultdeus, vescovo di Cartagine, esiliato nel 439 dal re vandalo Genserico. Nei Sermones a lui attribuiti è centrale il tema del confronto/scontro tra i cattolici africani e gli altri, cioè gli avversari della Chiesa, sia esterni, pagani e giudei, sia interni, vale a dire gli eretici come i manichei, i sabelliani, e, soprattutto, gli ariani. Formatosi nel clima antigiudaico dominante nell’Africa settentrionale agli inizi del V secolo, il vescovo africano associa nei suoi scritti giudaismo e paganesimo alle eresie . La ricerca si propone di focalizzare l’attenzione sui sermoni nei quali Quodvultdeus attacca i Vandali non solo in quanto invasori, ma anche e soprattutto in quanto ariani e, come tali, alleati naturali degli altri eretici, nonché di pagani e giudei. Di fronte all’invasore vandalo Genserico che trasforma la sua lotta contro Roma in una lotta dell’arianesimo contro il cattolicesimo persecutore si registra la dura reazione, politica e religiosa insieme, di Quodvultdeus, convinto che la sconfitta del cattolicesimo avrebbe segnato il definitivo distacco da Roma della provincia d’Africa. Ancora in relazione agli aspetti dottrinali e alla forma letteraria della polemica, sarà studiata l’opera parafrastica di Nonno di Panopoli sul Vangelo di Giovanni: nella sua concezione cristologica netto e senza sfumature è l’atteggiamento polemico nei riguardi dell’arianesimo, più sfumato invece è il suo atteggiamento verso il monofisismo e il nestorianesimo. Nella riscrittura del quarto Vangelo la rigogliosa aggettivazione, lungi dall’avere un carattere meramente esornativo, acquista un forte spessore esegetico e dottrinale. È proprio da questa aggettivazione che emerge, ad una rigorosa analisi intertestuale, la polemica che il parafraste cristiano sviluppa contro l’arianesimo. Infine si indagherà la letteratura agiografica prevalentemente di lingua latina dei secoli IV-VI sempre secondo l’angolo visuale della contestazione e della polemica talora violenta contro i valori mondani, con la denunzia della religione pagana e la battaglia contro sopravvivenze e resistenze di usi e tradizioni pagane. Si analizzerà anche il rapporto conflittuale del vir Dei con l’autorità e con il contesto sociale a lui avverso. Un’attenzione specifica sarà dedicata all’agiografia merovingica da Venanzio Fortunato a Gregorio di Tours. Si propone in particolare lo studio della Vita Hilarii di Venanzio, che permette di cogliere le modalità con cui Venanzio Fortunato recepisce e tramanda l’attività polemica di Ilario, con l’obiettivo di mettere in luce la sensibilità profondamente mutata di ‘sentire’ la polemica, relativa a tematiche ormai lontane.
2009
Dibattito tra cristiani, eretici e pagani nei secc. III-VI / Luongo, Gennaro. - (2009). (Intervento presentato al convegno I cristiani e gli "altri". Forme letterarie del dibattito religioso tra III e VI secolo nel 17.10.2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/418055
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