La tesi di Dottorato di Giuseppina Scotto di Carlo si incentra sul discorso istituzionale e diplomatico delle Nazioni Unite e prende in esame le Risoluzioni ONU come testi giuridici fortemente caratterizzati da vaghezza e ambiguità. La tesi ruota intorno a due principali nuclei tematici. Dopo una dettagliata e esaustiva descrizione del ruolo storicamente svolto dalle Nazioni Unite nello scenario politico internazionale, la candidata passa ad illustrare la tipologia testuale presa in esame, ovvero le Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, attraverso una dettagliata parte introduttiva concernente: i processi redazionali che sono alla base della tipologia testuale pressa in esame; gli aspetti strutturali e testuali delle Risoluzioni ONU, soprattutto da una prospettiva di coesione testuale e organizzazione dei contenuti. In un secondo momento lo studio mette in evidenza gli elementi lessicali, sintattici e grammaticali riscontrabili all’interno delle Risoluzioni ONU e volti a costruire un messaggio deliberatamente vago che presta il fianco a interpretazioni diverse da parte degli attori politico-istituzionali coinvolti. Particolare attenzione nel corso dell’analisi è destinata all’utilizzo dei verbi modali, degli aggettivi (che la candidata analizza in base a sei categorie: relational, ethic, modal e consequence adjectives) e dei verbi modali, nonché delle famose “weasel words” che, come teorizzato da Mellinkoff (1963: 21), sono parole o espressioni dal significato flessibile e non ascrivibili a un’oggettiva e circoscritta area semantica. La vaghezza dei testi giuridici è normalmente giustificata da esigenze di carattere diplomatico e dalle funzioni che questi stessi testi sono chiamati a svolgere nel quadro delle delicate relazioni internazionali. La candidata si sofferma sulle conseguenze concrete che tale ambiguità discorsiva ha prodotto nel corso della storia e nelle più recenti vicende di politica estera degli Stati Uniti, concentrandosi sulle ripercussioni che tali formulazioni hanno avuto nel quadro delle relazioni fra Stati Uniti d’America e Iraq, e – più recentemente - fra Stati Uniti e Iran. L’analisi degli aspetti linguistici sopra citati è stata inizialmente svolta utilizzando un primo sottocorpus, SCRIraq (14 Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza durante la Seconda Guerra del Golfo). I dati emersi dall’analisi sono poi stati messi a confronto con quelli ricavati dall’interrogazione del secondo sottocorpus, SCRIran (7 Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza e riguardanti l’Iran e la questione nucleare). Il confronto fra i due sotto-corpora si è rivelato fondamentale ai fini dell’analisi alle strategie discorsive attuate nei testi delle Risoluzioni ONU e hanno permesso di osservare come formulazioni volutamente vaghe siano state tradotte e interpretate da parte degli Stati uniti in base alle esigenze politiche del paese e a seconda del quadro storico di riferimento, portando, come si è visto in passato nel caso dell’Iraq, al conflitto armato piuttosto che a una soluzione diplomatica delle controversie.

"Vagueness as a Political Strategy: Weasel Words in Security Council Resolutions Relating to the Second Gulf War". Tesi di Dottorato in "English for Special Purposes" di Giuseppina Scotto di Carlo / Caliendo, Giuditta. - (2012).

"Vagueness as a Political Strategy: Weasel Words in Security Council Resolutions Relating to the Second Gulf War". Tesi di Dottorato in "English for Special Purposes" di Giuseppina Scotto di Carlo

CALIENDO, GIUDITTA
2012

Abstract

La tesi di Dottorato di Giuseppina Scotto di Carlo si incentra sul discorso istituzionale e diplomatico delle Nazioni Unite e prende in esame le Risoluzioni ONU come testi giuridici fortemente caratterizzati da vaghezza e ambiguità. La tesi ruota intorno a due principali nuclei tematici. Dopo una dettagliata e esaustiva descrizione del ruolo storicamente svolto dalle Nazioni Unite nello scenario politico internazionale, la candidata passa ad illustrare la tipologia testuale presa in esame, ovvero le Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, attraverso una dettagliata parte introduttiva concernente: i processi redazionali che sono alla base della tipologia testuale pressa in esame; gli aspetti strutturali e testuali delle Risoluzioni ONU, soprattutto da una prospettiva di coesione testuale e organizzazione dei contenuti. In un secondo momento lo studio mette in evidenza gli elementi lessicali, sintattici e grammaticali riscontrabili all’interno delle Risoluzioni ONU e volti a costruire un messaggio deliberatamente vago che presta il fianco a interpretazioni diverse da parte degli attori politico-istituzionali coinvolti. Particolare attenzione nel corso dell’analisi è destinata all’utilizzo dei verbi modali, degli aggettivi (che la candidata analizza in base a sei categorie: relational, ethic, modal e consequence adjectives) e dei verbi modali, nonché delle famose “weasel words” che, come teorizzato da Mellinkoff (1963: 21), sono parole o espressioni dal significato flessibile e non ascrivibili a un’oggettiva e circoscritta area semantica. La vaghezza dei testi giuridici è normalmente giustificata da esigenze di carattere diplomatico e dalle funzioni che questi stessi testi sono chiamati a svolgere nel quadro delle delicate relazioni internazionali. La candidata si sofferma sulle conseguenze concrete che tale ambiguità discorsiva ha prodotto nel corso della storia e nelle più recenti vicende di politica estera degli Stati Uniti, concentrandosi sulle ripercussioni che tali formulazioni hanno avuto nel quadro delle relazioni fra Stati Uniti d’America e Iraq, e – più recentemente - fra Stati Uniti e Iran. L’analisi degli aspetti linguistici sopra citati è stata inizialmente svolta utilizzando un primo sottocorpus, SCRIraq (14 Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza durante la Seconda Guerra del Golfo). I dati emersi dall’analisi sono poi stati messi a confronto con quelli ricavati dall’interrogazione del secondo sottocorpus, SCRIran (7 Risoluzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza e riguardanti l’Iran e la questione nucleare). Il confronto fra i due sotto-corpora si è rivelato fondamentale ai fini dell’analisi alle strategie discorsive attuate nei testi delle Risoluzioni ONU e hanno permesso di osservare come formulazioni volutamente vaghe siano state tradotte e interpretate da parte degli Stati uniti in base alle esigenze politiche del paese e a seconda del quadro storico di riferimento, portando, come si è visto in passato nel caso dell’Iraq, al conflitto armato piuttosto che a una soluzione diplomatica delle controversie.
2012
"Vagueness as a Political Strategy: Weasel Words in Security Council Resolutions Relating to the Second Gulf War". Tesi di Dottorato in "English for Special Purposes" di Giuseppina Scotto di Carlo / Caliendo, Giuditta. - (2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/414466
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