I tumori neuroendocrini cerebrali, sia primitivi che secondari, rappresentano un’ampia varietà di lesioni neoplastiche aventi in comune l’espressione dei recettori della somatostatina ed altri neuropeptidi. Alcuni istotipi, quali meningiomi, schwannomi, etc., anche se classicamente non considerati tumori neuroendocrini, esprimono i recettori della somatostatina e sono anch’essi inclusi nella famiglia dei neuroendocrini. Tali processi neoplastici, quando interessano il basicranio, sono classicamente aggrediti chirurgicamente mediante approcci craniotomici anteriori, antero-laterali e postero-laterali alla base cranica, spesso in combinazioni con approcci trans-facciali e che richiedono ampie osteotomie e retrazione delle strutture neurovascolari non sempre scevre da complicanze anche gravi. In contrasto con tali vie chirurgiche, gli approcci endonasali transsfenoidali al basicranio rappresentano certamente una via diretta e minimamente invasiva che può rappresentare una valida alternativa rispetto alle tecniche craniotomiche “classiche”. Il ricorso sempre più frequente agli approcci extracranici transsfenoidali, che permettono una esposizione del basicranio “dalla crista galli al dente dell’epistrofeo” si deve sicuramente a diversi fattori: - allo sviluppo di tecnologie di image-guided surgery e, soprattutto, all’impiego dell’endoscopio. In quest’ambito la nostra Scuola Neurochirurgica ha giocato un ruolo pionieristico, standardizzando e diffondendo l’approccio endoscopico endonasale transsfenoidale alla regione della sella turcica, che ha rappresentato un punto di partenza per l’estensione di tale tecnica alle aree intorno alla sella – planum etmoido-sfenoiale, regione parasellare con il seno cavernoso, regione del clivus, regione del forame magno. - Le possibilità sempre più raffinate di caratterizzare preoperatoriamente la morfovolumentria ed i rapporti della lesione da trattare (Risonanza Magnetica); - Il miglior orientamento del chirurgo durante tutta la procedura chirurgica (sistemi di neuronavigazione); - Il controllo intraoperatorio del campo chirurgico durante la rimozione della lesione (risonanza magnetica intraoperatoria); Tutte questi accorgimenti tecnici e tecnologici hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo degli approcci transsfenoidali estesi ed al trattamento per questa via a lesioni prima considerate accessibili solo attraverso la via craniotomica. Gli approcci endoscopici endonasali estesi al basicranio rappresentano oggi le procedure standard, in mani esperte, in centri neurochirurgici di eccellenza ed, in un futuro prossimo, ci si aspetta certamente un ulteriore loro sviluppo. A tutt’oggi queste tecniche sono utilizzate per l’aggressione chirurgica di patologie interessanti il planum etmoido-sfenoidale (craniofaringiomi, meningiomi, cisti della tasca di Rathke, estesioneuroblastomi, germinomi della regione sellare, metastasi, etc.), il seno cavernoso (cordomi, adenomi invasivi) e la regione del clivus (cordomi, tumori epidermidi, meningiomi petroclivali, etc.). L’approccio endoscopico endonasale probabilmente rappresenta una reale rivoluzione per il trattamento delle lesioni del basicranio, soprattutto perchè il corridoio chirurgico passa attraverso strutture meno nobili (la cavità nasale) per raggiungere strutture più nobili (il cervello e le altre strutture neurovascolari) Naturalmente, queste tecniche chirurgiche non sono tutt’ora ancora standardizzate e sono attuate solo in pochi centri di eccellenza. Infatti, la loro applicazione clinica su larga scala richiede lo studio approfondito dell’anatomia chirurgica dell’approccio e la messa a punto di tecnologie e strumentazioni dedicate ed il nostro gruppo è attualmente impegnato su tali fronti.
Approcci endoscopici al basicranio come avanzamento tecnologico per il trattamento dei tumori neuroendocrini / Cappabianca, Paolo. - (2005).
Approcci endoscopici al basicranio come avanzamento tecnologico per il trattamento dei tumori neuroendocrini.
CAPPABIANCA, PAOLO
2005
Abstract
I tumori neuroendocrini cerebrali, sia primitivi che secondari, rappresentano un’ampia varietà di lesioni neoplastiche aventi in comune l’espressione dei recettori della somatostatina ed altri neuropeptidi. Alcuni istotipi, quali meningiomi, schwannomi, etc., anche se classicamente non considerati tumori neuroendocrini, esprimono i recettori della somatostatina e sono anch’essi inclusi nella famiglia dei neuroendocrini. Tali processi neoplastici, quando interessano il basicranio, sono classicamente aggrediti chirurgicamente mediante approcci craniotomici anteriori, antero-laterali e postero-laterali alla base cranica, spesso in combinazioni con approcci trans-facciali e che richiedono ampie osteotomie e retrazione delle strutture neurovascolari non sempre scevre da complicanze anche gravi. In contrasto con tali vie chirurgiche, gli approcci endonasali transsfenoidali al basicranio rappresentano certamente una via diretta e minimamente invasiva che può rappresentare una valida alternativa rispetto alle tecniche craniotomiche “classiche”. Il ricorso sempre più frequente agli approcci extracranici transsfenoidali, che permettono una esposizione del basicranio “dalla crista galli al dente dell’epistrofeo” si deve sicuramente a diversi fattori: - allo sviluppo di tecnologie di image-guided surgery e, soprattutto, all’impiego dell’endoscopio. In quest’ambito la nostra Scuola Neurochirurgica ha giocato un ruolo pionieristico, standardizzando e diffondendo l’approccio endoscopico endonasale transsfenoidale alla regione della sella turcica, che ha rappresentato un punto di partenza per l’estensione di tale tecnica alle aree intorno alla sella – planum etmoido-sfenoiale, regione parasellare con il seno cavernoso, regione del clivus, regione del forame magno. - Le possibilità sempre più raffinate di caratterizzare preoperatoriamente la morfovolumentria ed i rapporti della lesione da trattare (Risonanza Magnetica); - Il miglior orientamento del chirurgo durante tutta la procedura chirurgica (sistemi di neuronavigazione); - Il controllo intraoperatorio del campo chirurgico durante la rimozione della lesione (risonanza magnetica intraoperatoria); Tutte questi accorgimenti tecnici e tecnologici hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo degli approcci transsfenoidali estesi ed al trattamento per questa via a lesioni prima considerate accessibili solo attraverso la via craniotomica. Gli approcci endoscopici endonasali estesi al basicranio rappresentano oggi le procedure standard, in mani esperte, in centri neurochirurgici di eccellenza ed, in un futuro prossimo, ci si aspetta certamente un ulteriore loro sviluppo. A tutt’oggi queste tecniche sono utilizzate per l’aggressione chirurgica di patologie interessanti il planum etmoido-sfenoidale (craniofaringiomi, meningiomi, cisti della tasca di Rathke, estesioneuroblastomi, germinomi della regione sellare, metastasi, etc.), il seno cavernoso (cordomi, adenomi invasivi) e la regione del clivus (cordomi, tumori epidermidi, meningiomi petroclivali, etc.). L’approccio endoscopico endonasale probabilmente rappresenta una reale rivoluzione per il trattamento delle lesioni del basicranio, soprattutto perchè il corridoio chirurgico passa attraverso strutture meno nobili (la cavità nasale) per raggiungere strutture più nobili (il cervello e le altre strutture neurovascolari) Naturalmente, queste tecniche chirurgiche non sono tutt’ora ancora standardizzate e sono attuate solo in pochi centri di eccellenza. Infatti, la loro applicazione clinica su larga scala richiede lo studio approfondito dell’anatomia chirurgica dell’approccio e la messa a punto di tecnologie e strumentazioni dedicate ed il nostro gruppo è attualmente impegnato su tali fronti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.