La divulgazione come strumento di tutela costituisce, oggi, la grande sfida della comunicazione intesa nella sua accezione più profonda di condivisione che non arriva mai dopo il progetto, ma appartiene al progetto fin dalla sua nascita. Qualcuno ha definito la comunicazione l’energia vitale del mondo globale che, attraverso essa, si moltiplica, si espande, si dilata e, soprattutto, viene condiviso, comunicato, testimoniato, in un certo senso rappresentato. Solo così siamo in grado di conoscere e far conoscere gli infiniti aspetti che lo compongono, solo così siamo in grado di salvaguardare i molteplici patrimoni che lo costituiscono. È un dato ormai accertato, infatti, l’avvenuta trasformazione del sistema di comunicazione nella società contemporanea: il linguaggio è soprattutto visivo, si parla per immagini, si accumulano dati, di volta in volta implementati e modificabili all’infinito, sempre in continua e repentina trasformazione; dati che stanno costruendo il grande archivio del mondo globale, di quel mondo complesso e molteplice in cui siamo immersi, caratterizzato da un numero infinito e crescente di espressioni singolari, un mondo che talvolta appare imperialista nel conquistare ogni frammento e ogni spazio e piegarlo alla sua proliferante natura. Attraverso la dinamica dei contatti e delle relazioni che nel mondo globale si moltiplicano vertiginosamente in ogni direzione, ciascun frammento, particolare, elemento materiale o immateriale aumenta e potenzia la propria vitalità. Il mondo globale è allora il risultato di quelle forze che si espandono e delle loro miriadi di combinazioni; la grande caratteristica del mondo globale è l’incondizionata proliferazione delle diversità culturali. Sono queste a costituire la ricchezza intangibile del nostro patrimonio interiore, anzi sono il nostro patrimonio immateriale. Come ogni esempio di diversità culturale tale patrimonio è soggetto a forte rischio di dispersione e la mancanza di linee guida per la catalogazione, l’informazione e la formazione costituisce una delle difficoltà operative maggiori tanto per chi si occupa di tutela, quanto per chi si occupa di rappresentazione e comunicazione. Il patrimonio immateriale va non solo documentato ma soprattutto comunicato e la comunicazione per immagini non è affatto una ricostruzione, bensì una forma di rappresentazione. Uno strumento ormai irrinunciabile nel campo della divulgazione è quel particolare sistema di comunicazione definito documentario, inteso come progetto sperimentale attraverso cui siamo in grado di testimoniare anche patrimoni immateriali, come le feste, le tradizioni, i riti, le attività artigianali, le forme artistiche, tutte le espressioni più preziose della cultura e della tradizione di un territorio che sono in continua trasformazione; la realizzazione di un documentario con finalità di questo tipo non solo consente di creare un link privilegiato con il territorio, quanto si pone come lo specchio di una parte di patrimonio immateriale, e punta a costituirsi come un piccolo pezzo di un ampio mosaico di tradizioni, da inserire nel grande archivio del mondo globale. Questo perché nel visivo riposa e, al tempo stesso, si agita l’immaginario collettivo; e in quest’ultimo, a sua volta, tra segni, simboli, relazioni e costellazioni in qualche modo si riesce perfino a leggere, come nell’arte, il futuro. Per cui l’immaginario racchiuso nei documentari audiovisivi finisce per configurarsi come un meraviglioso giacimento di ideologie, arti, tecniche, riti, tradizioni, persone, costume, cronaca, economia, spettacoli. Come dire: un eccezionale deposito di senso storico. Una demo esemplare in questa strategia, volta alla salvaguardia e promozione del patrimonio immateriale, è costituita dalla realizzazione di un documentario su una tra le più antiche ed originali tradizioni del nostro territorio, legate al culto della Madonna della Neve: esso è stato l’esito paradigmatico di un’azione intrapresa come documentazione e conoscenza del patrimonio immateriale, ed ha incontrato l’attenzione ed il plauso delle Istituzioni, nonché la collaborazione degli enti di formazione.

Gli strumenti della divulgazione / Pascariello, MARIA INES. - (2010). (Intervento presentato al convegno Libro e-book: gli strumenti della divulgazione tenutosi a Napoli nel 11 giugno 2010).

Gli strumenti della divulgazione

PASCARIELLO, MARIA INES
2010

Abstract

La divulgazione come strumento di tutela costituisce, oggi, la grande sfida della comunicazione intesa nella sua accezione più profonda di condivisione che non arriva mai dopo il progetto, ma appartiene al progetto fin dalla sua nascita. Qualcuno ha definito la comunicazione l’energia vitale del mondo globale che, attraverso essa, si moltiplica, si espande, si dilata e, soprattutto, viene condiviso, comunicato, testimoniato, in un certo senso rappresentato. Solo così siamo in grado di conoscere e far conoscere gli infiniti aspetti che lo compongono, solo così siamo in grado di salvaguardare i molteplici patrimoni che lo costituiscono. È un dato ormai accertato, infatti, l’avvenuta trasformazione del sistema di comunicazione nella società contemporanea: il linguaggio è soprattutto visivo, si parla per immagini, si accumulano dati, di volta in volta implementati e modificabili all’infinito, sempre in continua e repentina trasformazione; dati che stanno costruendo il grande archivio del mondo globale, di quel mondo complesso e molteplice in cui siamo immersi, caratterizzato da un numero infinito e crescente di espressioni singolari, un mondo che talvolta appare imperialista nel conquistare ogni frammento e ogni spazio e piegarlo alla sua proliferante natura. Attraverso la dinamica dei contatti e delle relazioni che nel mondo globale si moltiplicano vertiginosamente in ogni direzione, ciascun frammento, particolare, elemento materiale o immateriale aumenta e potenzia la propria vitalità. Il mondo globale è allora il risultato di quelle forze che si espandono e delle loro miriadi di combinazioni; la grande caratteristica del mondo globale è l’incondizionata proliferazione delle diversità culturali. Sono queste a costituire la ricchezza intangibile del nostro patrimonio interiore, anzi sono il nostro patrimonio immateriale. Come ogni esempio di diversità culturale tale patrimonio è soggetto a forte rischio di dispersione e la mancanza di linee guida per la catalogazione, l’informazione e la formazione costituisce una delle difficoltà operative maggiori tanto per chi si occupa di tutela, quanto per chi si occupa di rappresentazione e comunicazione. Il patrimonio immateriale va non solo documentato ma soprattutto comunicato e la comunicazione per immagini non è affatto una ricostruzione, bensì una forma di rappresentazione. Uno strumento ormai irrinunciabile nel campo della divulgazione è quel particolare sistema di comunicazione definito documentario, inteso come progetto sperimentale attraverso cui siamo in grado di testimoniare anche patrimoni immateriali, come le feste, le tradizioni, i riti, le attività artigianali, le forme artistiche, tutte le espressioni più preziose della cultura e della tradizione di un territorio che sono in continua trasformazione; la realizzazione di un documentario con finalità di questo tipo non solo consente di creare un link privilegiato con il territorio, quanto si pone come lo specchio di una parte di patrimonio immateriale, e punta a costituirsi come un piccolo pezzo di un ampio mosaico di tradizioni, da inserire nel grande archivio del mondo globale. Questo perché nel visivo riposa e, al tempo stesso, si agita l’immaginario collettivo; e in quest’ultimo, a sua volta, tra segni, simboli, relazioni e costellazioni in qualche modo si riesce perfino a leggere, come nell’arte, il futuro. Per cui l’immaginario racchiuso nei documentari audiovisivi finisce per configurarsi come un meraviglioso giacimento di ideologie, arti, tecniche, riti, tradizioni, persone, costume, cronaca, economia, spettacoli. Come dire: un eccezionale deposito di senso storico. Una demo esemplare in questa strategia, volta alla salvaguardia e promozione del patrimonio immateriale, è costituita dalla realizzazione di un documentario su una tra le più antiche ed originali tradizioni del nostro territorio, legate al culto della Madonna della Neve: esso è stato l’esito paradigmatico di un’azione intrapresa come documentazione e conoscenza del patrimonio immateriale, ed ha incontrato l’attenzione ed il plauso delle Istituzioni, nonché la collaborazione degli enti di formazione.
2010
Gli strumenti della divulgazione / Pascariello, MARIA INES. - (2010). (Intervento presentato al convegno Libro e-book: gli strumenti della divulgazione tenutosi a Napoli nel 11 giugno 2010).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/413334
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