L’andamento del mercato moderno nel settore delle produzioni agro-alimentari lentamente, ma costantemente, sta subendo delle profonde modificazioni: da una offerta di prodotti di “massa”, ossia produzioni relativamente omogenee o poco differenziabili, ci si sposta verso un’offerta di produzioni “non di massa”, meno omogenee e con caratteri qualitativi meno stabili, quali taluni formaggi, prodotti a denominazione, produzioni tipiche in genere. Tale situazione è frutto di una richiesta che la società di oggi pone al proprio sistema produttivo, richieste che riguardano una migliore qualità della vita e, più in particolare, protezione della salute, tutela dell’ambiente, della qualità dei beni alimentari, della conservazione delle risorse naturali e delle tradizioni per le generazioni future, e così via. Il prodotto tipico risponde, almeno in parte, alle nuove esigenze di una fascia sempre più consistente di un tipo di consumatore che ricerca non solo la genuinità dei “sapori antichi”, ma soprattutto “qualità” per la quale si è disposti a spendere di più, ma si esigono maggiori garanzie e informazioni sulle loro composizioni e caratteristiche nutrizionali. In particolare, la caratterizzazione genetica dei tipi genetici autoctoni ovini, caprini e bovini allevati in Campania, offrirà un indubbio contributo non solo per il miglioramento delle caratteristiche di interesse zootecnico, ma anche per la individuazione e la caratterizzazione della biodiversità che rappresenta il patrimonio più importante da conservare e valorizzare. Per soddisfare tali obiettivi, il presente progetto si propone una caratterizzazione genetica delle popolazioni oggetto d’indagine per i marcatori ai loci di geni la cui variabilità è associata ad una quota rilevante della variabilità di caratteri di interesse sia economico che quali-quantitivi, come la quantità e qualità del grasso (DGAT1 e SCD) ed il contenuto di proteine del latte (caseine) o di geni coinvolti nella resistenza a patologie infettive come la mastite (lattoferrina) o brucellosi (MBL).Obiettivo del progetto è la caratterizzazione genetica, per mezzo di tecniche di biologia molecolare, di alcuni tipi genetici autoctoni ovini (laticauda e bagnolese), caprini (cilentana) e bovini (agerolese) allevati in Campania, a tutt’oggi scarsamente valorizzati o addirittura in via di estinzione. In particolare si procederà all'analisi della struttura genetica per i marcatori noti ai loci DGAT1 e SCD nella specie caprina, ovina e bovina, lattoferrina e MBL nella specie caprina, CSN1S1 bovina …… La scelta di tali geni è stata dettata dalla documenta importanza che essi rivestono nella determinazione di alcuni parametri fondamentali, sia dal punto di vista nutrizionale che tecnologico, per la produzione e la qualità del latte e dei prodotti da questo derivati. Il progetto dovrebbe poter offrire al mondo produttivo gli elementi per migliorare la qualità del latte dei tipi genetici autoctoni e dei suoi derivati prodotti in Campania e per accelerarne il processo di valorizzazione. La possibilità di legare un formaggio a quel territorio, a quella razza o tipo genetico permetterà di riempire di contenuti scientifici la parola tipicità e di recuperare quei margini di valorizzazione che questo tipo di mercato è ancora disposto a fornire. Il Mezzogiorno, ed in particola la Campania, avrà inoltre l'opportunità di ampliare la propria lista di prodotti DOP, sfruttando i disciplinari che il progetto redigerà e che riguarderanno prestigiosi formaggi storici a rischio di estinzione.

Studio della variabilità di alcuni geni che influenzano le caratteristiche quali-quantitative e sanitarie del latte / Ramunno, Luigi. - (2011). (Intervento presentato al convegno Allevamento di specie animali locali in via di estinzione (RARECA) nel 2011).

Studio della variabilità di alcuni geni che influenzano le caratteristiche quali-quantitative e sanitarie del latte

RAMUNNO, LUIGI
2011

Abstract

L’andamento del mercato moderno nel settore delle produzioni agro-alimentari lentamente, ma costantemente, sta subendo delle profonde modificazioni: da una offerta di prodotti di “massa”, ossia produzioni relativamente omogenee o poco differenziabili, ci si sposta verso un’offerta di produzioni “non di massa”, meno omogenee e con caratteri qualitativi meno stabili, quali taluni formaggi, prodotti a denominazione, produzioni tipiche in genere. Tale situazione è frutto di una richiesta che la società di oggi pone al proprio sistema produttivo, richieste che riguardano una migliore qualità della vita e, più in particolare, protezione della salute, tutela dell’ambiente, della qualità dei beni alimentari, della conservazione delle risorse naturali e delle tradizioni per le generazioni future, e così via. Il prodotto tipico risponde, almeno in parte, alle nuove esigenze di una fascia sempre più consistente di un tipo di consumatore che ricerca non solo la genuinità dei “sapori antichi”, ma soprattutto “qualità” per la quale si è disposti a spendere di più, ma si esigono maggiori garanzie e informazioni sulle loro composizioni e caratteristiche nutrizionali. In particolare, la caratterizzazione genetica dei tipi genetici autoctoni ovini, caprini e bovini allevati in Campania, offrirà un indubbio contributo non solo per il miglioramento delle caratteristiche di interesse zootecnico, ma anche per la individuazione e la caratterizzazione della biodiversità che rappresenta il patrimonio più importante da conservare e valorizzare. Per soddisfare tali obiettivi, il presente progetto si propone una caratterizzazione genetica delle popolazioni oggetto d’indagine per i marcatori ai loci di geni la cui variabilità è associata ad una quota rilevante della variabilità di caratteri di interesse sia economico che quali-quantitivi, come la quantità e qualità del grasso (DGAT1 e SCD) ed il contenuto di proteine del latte (caseine) o di geni coinvolti nella resistenza a patologie infettive come la mastite (lattoferrina) o brucellosi (MBL).Obiettivo del progetto è la caratterizzazione genetica, per mezzo di tecniche di biologia molecolare, di alcuni tipi genetici autoctoni ovini (laticauda e bagnolese), caprini (cilentana) e bovini (agerolese) allevati in Campania, a tutt’oggi scarsamente valorizzati o addirittura in via di estinzione. In particolare si procederà all'analisi della struttura genetica per i marcatori noti ai loci DGAT1 e SCD nella specie caprina, ovina e bovina, lattoferrina e MBL nella specie caprina, CSN1S1 bovina …… La scelta di tali geni è stata dettata dalla documenta importanza che essi rivestono nella determinazione di alcuni parametri fondamentali, sia dal punto di vista nutrizionale che tecnologico, per la produzione e la qualità del latte e dei prodotti da questo derivati. Il progetto dovrebbe poter offrire al mondo produttivo gli elementi per migliorare la qualità del latte dei tipi genetici autoctoni e dei suoi derivati prodotti in Campania e per accelerarne il processo di valorizzazione. La possibilità di legare un formaggio a quel territorio, a quella razza o tipo genetico permetterà di riempire di contenuti scientifici la parola tipicità e di recuperare quei margini di valorizzazione che questo tipo di mercato è ancora disposto a fornire. Il Mezzogiorno, ed in particola la Campania, avrà inoltre l'opportunità di ampliare la propria lista di prodotti DOP, sfruttando i disciplinari che il progetto redigerà e che riguarderanno prestigiosi formaggi storici a rischio di estinzione.
2011
Studio della variabilità di alcuni geni che influenzano le caratteristiche quali-quantitative e sanitarie del latte / Ramunno, Luigi. - (2011). (Intervento presentato al convegno Allevamento di specie animali locali in via di estinzione (RARECA) nel 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/412095
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