I processi di mondializzazione e di globalizzazione economica e finanziaria producono oggi emergenze sempre più numerose e differenziate che assumono una duplice funzione: trasformativa e conservativa: - trasformativa perché gli attori, le strumentazioni e le procedure che sono attivate per fronteggiare le crisi si tramutano sempre più spesso in caratteri stabili degli ordinamenti di governo. Le emergenze operano come una spinta a favore di un mutamento reattivo e adattivo alle crisi da parte delle politiche e delle istituzioni democratiche; - conservativa perché operano attraverso dispositivi e politiche di contenimento delle tensioni e di gestione dei conflitti che sono finalizzati prevalentemente alla conferma degli equilibri esistenti. Le spinte esercitate dal susseguirsi delle emergenze favoriscono l’esercizio di un governo che, sulla base dell’urgenza e della necessità, tende al proprio rafforzamento. Le democrazie liberali sembrano, quindi, irrigidire la propria struttura politica attraverso un duplice processo: riducono gli spazi di esercizio dello stato di diritto per mezzo di procedimenti legislativi speciali, e favoriscono il momento esecutivo a fronte degli istituti legislativi rappresentativi e degli ambiti della partecipazione dei cittadini. Lo scopo di questo contributo è allora quello di segnalare i molteplici dispositivi che sono oggi impegnati al fine di contenere e gestire le emergenze. Questo insieme di dispositivi incide su piani diversi: sulle prassi di intervento del governo e sulle modalità di esercizio del potere statale così come sui processi della politica interstatale e della geopolitica. In tal senso, se tutte le costituzioni presentano norme, istituti o procedure finalizzate a regolare l’esercizio di poteri straordinari, vi sono pure dispositivi con i quali le democrazie affrontano situazioni critiche o ritenute straordinarie anche se non propriamente eccezionali. E questi strumenti, pur operando nel quadro costituzionale, ne alterano alcune caratteristiche fondamentali: l’equilibrio e la separazione dei poteri, l’esercizio del rule of law, l’esercizio di funzioni di controllo degli organi esecutivi, il godimento di diritti e libertà da parte dei cittadini. Questi strumenti, oltre ad assumere un ruolo centrale nella gestione delle emergenze, incidono quindi in maniera rilevante nel complesso della vita democratica, tanto da configurare una vera e propria ragion di stato democratica. Se oltre a porre l’attenzione agli strumenti di natura amministrativa e giuridica (legislazione speciale, decretazione d’urgenza, poteri commissari, autorità indipendenti) si osserva anche il ruolo sotterraneo, ma costante, dell’intelligence così come alla gestione delle dinamiche di inclusione/esclusione prodotte dalla regolazione del welfare state, è possibile allora delineare i tratti di una specifica conservazione politica che stringe insieme gli svolgimenti della sovranità politica, i percorsi del governo democratico ed il contributo di dispositivi di emergenza. L’ipotesi di lavoro è allora che questo insieme di dispositivi siano riferibili ad una ragion di stato– che intreccia pubblico e segreto, ordinario e emergenziale – espressione di una dimensione interna all’organizzazione politica democratica. Quest’ultima avrebbe, infatti, fatto propri i dispositivi conservativi di quella “ragione degli stati” che fin dalle sue origini moderne attraversa e influenza i percorsi di costruzione e di funzionamento delle sovranità statuali, indipendentemente dalle forme del loro governo. Dispositivi che si propongono con forza tutte le volte che le emergenze spingano il sistema politico democratico a stringersi intorno alla capacità decisionale ed esecutiva del soggetto politico, magari allentando il sistema dei controlli o depotenziando le funzioni legislative e giudiziarie, o comunque a garantire la conservazione degli assetti politici e un governo ordinato degli individui e delle popolazioni.
La ragion di stato contemporanea come conservazione politica e gestione delle emergenze / Arienzo, Alessandro. - (2009). (Intervento presentato al convegno RAZÃO DE ESTADO E DEMOCRACIA tenutosi a Universidade da Beira Interior, Portugal nel 4-5 giugno 2009).
La ragion di stato contemporanea come conservazione politica e gestione delle emergenze
ARIENZO, ALESSANDRO
2009
Abstract
I processi di mondializzazione e di globalizzazione economica e finanziaria producono oggi emergenze sempre più numerose e differenziate che assumono una duplice funzione: trasformativa e conservativa: - trasformativa perché gli attori, le strumentazioni e le procedure che sono attivate per fronteggiare le crisi si tramutano sempre più spesso in caratteri stabili degli ordinamenti di governo. Le emergenze operano come una spinta a favore di un mutamento reattivo e adattivo alle crisi da parte delle politiche e delle istituzioni democratiche; - conservativa perché operano attraverso dispositivi e politiche di contenimento delle tensioni e di gestione dei conflitti che sono finalizzati prevalentemente alla conferma degli equilibri esistenti. Le spinte esercitate dal susseguirsi delle emergenze favoriscono l’esercizio di un governo che, sulla base dell’urgenza e della necessità, tende al proprio rafforzamento. Le democrazie liberali sembrano, quindi, irrigidire la propria struttura politica attraverso un duplice processo: riducono gli spazi di esercizio dello stato di diritto per mezzo di procedimenti legislativi speciali, e favoriscono il momento esecutivo a fronte degli istituti legislativi rappresentativi e degli ambiti della partecipazione dei cittadini. Lo scopo di questo contributo è allora quello di segnalare i molteplici dispositivi che sono oggi impegnati al fine di contenere e gestire le emergenze. Questo insieme di dispositivi incide su piani diversi: sulle prassi di intervento del governo e sulle modalità di esercizio del potere statale così come sui processi della politica interstatale e della geopolitica. In tal senso, se tutte le costituzioni presentano norme, istituti o procedure finalizzate a regolare l’esercizio di poteri straordinari, vi sono pure dispositivi con i quali le democrazie affrontano situazioni critiche o ritenute straordinarie anche se non propriamente eccezionali. E questi strumenti, pur operando nel quadro costituzionale, ne alterano alcune caratteristiche fondamentali: l’equilibrio e la separazione dei poteri, l’esercizio del rule of law, l’esercizio di funzioni di controllo degli organi esecutivi, il godimento di diritti e libertà da parte dei cittadini. Questi strumenti, oltre ad assumere un ruolo centrale nella gestione delle emergenze, incidono quindi in maniera rilevante nel complesso della vita democratica, tanto da configurare una vera e propria ragion di stato democratica. Se oltre a porre l’attenzione agli strumenti di natura amministrativa e giuridica (legislazione speciale, decretazione d’urgenza, poteri commissari, autorità indipendenti) si osserva anche il ruolo sotterraneo, ma costante, dell’intelligence così come alla gestione delle dinamiche di inclusione/esclusione prodotte dalla regolazione del welfare state, è possibile allora delineare i tratti di una specifica conservazione politica che stringe insieme gli svolgimenti della sovranità politica, i percorsi del governo democratico ed il contributo di dispositivi di emergenza. L’ipotesi di lavoro è allora che questo insieme di dispositivi siano riferibili ad una ragion di stato– che intreccia pubblico e segreto, ordinario e emergenziale – espressione di una dimensione interna all’organizzazione politica democratica. Quest’ultima avrebbe, infatti, fatto propri i dispositivi conservativi di quella “ragione degli stati” che fin dalle sue origini moderne attraversa e influenza i percorsi di costruzione e di funzionamento delle sovranità statuali, indipendentemente dalle forme del loro governo. Dispositivi che si propongono con forza tutte le volte che le emergenze spingano il sistema politico democratico a stringersi intorno alla capacità decisionale ed esecutiva del soggetto politico, magari allentando il sistema dei controlli o depotenziando le funzioni legislative e giudiziarie, o comunque a garantire la conservazione degli assetti politici e un governo ordinato degli individui e delle popolazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


